Ecco cos'è successo nel quinto e nel sesto episodio della terza stagione di 'Yellowstone', in onda su Sky Atlantic il venerdì sera alle 21.15 (la serie è disponibile on demand e in streaming su NOW TV). ** ATTENZIONE: SPOILER **
Yellowstone 3, cos'è successo nel quinto episodio
Il quinto episodio di Yellowstone 3 si apre con un flashback che ha come protagonista una Beth sedicenne in lacrime. Il motivo è presto detto: è incinta. Disperata, la giovane Dutton chiede aiuto a Jamie, che da “bravo” fratello la porta in una clinica per il controllo delle nascite. Solo che si tratta di una clinica destinata alle donne native, come gli spiega la receptionist, che ci tiene a sottolineare che le pazienti che vengono operate lì sono automaticamente sterilizzate. Jamie ci pensa su giusto un momento, ma poi, dopo aver valutato i pro e i contro, si convince che ci siano solo pro: anonimità garantita, e la certezza che sua sorella non si metterà mai più in un pasticcio del genere. Peccato che Beth, rimasta ad aspettare in macchina, sia completamente all’oscuro di certi dettagli. Tornata a casa, la figlia di John va dal giovane Wheeler e lo rassicura: il test era negativo. Poi, senza tante spiegazioni, lo molla: la loro storiella finisce lì. Nel presente, Beth ha fatto un brutto sogno, ma non può raccontarlo a Rip. Lui, comprensivo come sempre, non la forza. Semplicemente la tiene stretta a sé.
Per Jamie è finalmente arrivato il momento tanto atteso: il suo giuramento come nuovo procuratore generale è sobrio e avviene nell’ufficio della governatrice Perry (ovviamente al cospetto di suo padre), ma a contare è la sostanza, non la forma. Ora che quella posizione è stata messa al sicuro, John e Lynelle possono stare un po’ più tranquilli per quanto riguarda le prossime mosse della Market Equities. Come prima cosa, il personaggio di Wes Bentley telefona a Randy, che ci rimane di sasso quando scopre quella novità. Ovviamente ogni questione irrisolta (vedere alla voce Steve Hendon) scompare immediatamente nel nulla, inutile dirlo. “Come hai fatto?” chiede il district attorney al collega, e l’altro, in tutta onestà, risponde di non averne idea. Forse l’ha desiderato abbastanza ed è successo. O forse, come noi spettatori ben sappiamo, è solo perché suo padre stavolta non si è opposto.
La prima giornata di Kayce come nuovo commissario del bestiame è a dir poco intensa. A causa di un avviso di pignoramento, un allevatore di cavalli si è suicidato. L’uomo – che era il cugino dello sceriffo Donnie – lascia una moglie e due figli, e Dutton Junior, un po’ troppo sensibile alle ingiustizie, decide di vendere la mandria di fattrici e puledri di nascosto dalla banca per poter lasciare qualcosa in mano a quella famiglia distrutta. Una mossa non propriamente legale, ma doverosa. Dopo il nulla osta di suo padre, Kayce si fa dunque aiutare da lui e dai mandriani a riunire gli animali, che vengono prontamente portati a Billings e che, alla fine, fruttano 16.000 dollari. E’ sempre il personaggio di Luke Grimes a portare i soldi alla moglie del morto, che sta tenendo in casa una sobria cerimonia funebre e che è più arrabbiata che triste. Una reazione comprensibile.
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Mentre i cowboy smontano il campo estivo e preparano i cavalli, Monica si chiede come mai Tate parli come uno scaricatore di porto. O meglio, come un mandriano. Ovviamente il mistero è presto svelato. Lloyd promette che faranno più attenzione quando si troveranno in sua compagnia, ma intanto il ragazzino ha riacquistato il sorriso e la serenità, due cose che valgono bene qualche parolaccia!
Al ranch, John incontra Rainwater. Ovviamente non si tratta di una visita di cortesia: Thomas è lì per parlare del progetto della Market Equities, dell’aeroporto che rischia di mandare all’aria i loro piani e di stravolgere per sempre quel paradiso. Dutton non è preoccupato: dalla sua ha Lynelle e Jamie, ma in compenso vuole sapere come mai proprio un altro casinò. Rainwater è chiarissimo: è solo un mezzo per un fine, e il fine è fare in modo che la valle non venga invasa in maniera incontrollata, cosa che invece adesso rischia di accadere. Loro due, però, hanno una freccia piuttosto importante al loro arco: hanno a disposizione tutto il tempo che vogliono, mentre i loro nemici hanno fretta. Thomas dice di avere la persona giusta per una guerra del genere, una persona spietata. “Bene, ne ho una così anch’io!” ribatte John, che propone di far incontrare Beth e Angela Bluethunder.
Per Morris si tratta di un’altra giornata difficile a base di short selling e obbligatoria rinuncia alla pesca. Due cose che lo fanno infuriare così tanto da convincerlo ad andare a parlare con la sua nemica. La trova in un bar, intenta a sorseggiare whisky, ma più che altro in attesa del suo arrivo. Lo aspettava al varco. Beth non ci gira attorno: non lo rispetta, ma soprattutto non ha paura di lui. Roarke prova a farla ragionare: la terra è solo un cimelio, non è una vera eredità. Il capitale è la vera eredità. Miss Dutton è assolutamente d’accordo con lui, ma starà dalla parte di suo padre fino alla fine, dunque c’è una sola opzione possibile: la guerra.
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Quando vanno a controllare il recinto prima di lasciare il pascolo, Rip, Ryan e Colby scoprono che nel terreno adiacente, quello che una volta era del defunto Dan Jenkins, ci sono dei bisonti. Non va bene: gli animali potrebbero trasmettere la brucellosi alla mandria del ranch. A controllare il bestiame ci sono due cowboy. Il più giovane fa l’errore di sfidare Wheeler e si ritrova prontamente con la schiena a terra, mentre il più anziano, che dice di chiamarsi Wade Morrow, si calma quando vede il distintivo di Ryan, ma li avvisa: non se ne andranno. Rip non ha dubbi: chi ha ingaggiato quei due scappati di casa ha scelto proprio i bisonti perché sa che gli animali prima o poi butteranno giù il recinto.
Finalmente dimesso dall’ospedale, Jimmy fa rientro alla baracca accompagnato da Mia e dalla sua amica Laramie. Le due ci mettono giusto cinque secondi ad acclimatarsi, e quando i mandriani fanno ritorno le trovano con le loro birre in mano. Poco male: che festa sia! Tutti si chiedono come abbia fatto Jimmy a mettersi con una come Mia, Laramie aggancia Lloyd, e Teeter continua a provarci spudoratamente con Colby. Rip, seduto sul portico di casa sua, non può crederci: quel casino gli sta rovinando il tramonto! Una volta nella baracca, però, Wheeler trova Beth, che gli sorride e gli offre una birra: e va bene, che festa sia!
Anche Kayce e John, dal portico di casa Dutton, sentono la musica: i ragazzi stanno festeggiando, e fanno bene, hanno avuto una grande giornata con quella mandria di cavalli. “Oggi sei stato in gamba,” dice John a suo figlio, e Kayce non ha dubbi: era la cosa giusta da fare. Tutto sommato, forse suo padre aveva ragione a volerlo nominare commissario del bestiame.
Yellowstone 3, cos'è successo nel sesto episodio
Il sesto episodio della terza stagione di Yellowstone comincia con la scomparsa di una ragazza della riserva, un avvenimento a cui purtroppo i nativi della zona sono ormai abituati. Ben Waters, a capo della polizia di Broken Rock, si mette subito all’opera, ma sia lui che Thomas conoscono già l’epilogo di quella triste storia. Ad ogni modo, verrà organizzata una ricerca, ma c’è bisogno di uomini, così Rainwater chiede aiuto a Kayce. Il nuovo commissario del bestiame non ha nessuna esitazione: manderà lì tre agenti che sono già nelle vicinanze (a 3 ore di distanza!!) e recluterà anche dei volontari.
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A colazione, Jamie e Beth hanno l’ennesimo scontro. Lui è stanco di subire, così decide di affrontare il vero problema, cioè quello che successe anni prima…quel viaggio alla clinica per il controllo delle nascite… Beth, però, non gli lascia scampo. E’ convinto di fare del bene, di aiutare, ma non si ferma mai a guardare il risultato delle sue azioni, e soprattutto non ammette che il suo aiuto si è lasciato dietro parecchi disastri, sono le dure ma veritiere parole del personaggio di Kelly Reilly. Che poi, alla fine, non è neppure interamente colpa sua, prosegue Beth, perché è stato loro padre a plasmarlo. Giusto e sbagliato non esistono per lui, ci sono solo l’approvazione o la disapprovazione di quel genitore così ingombrante. Il problema, però, è che più Jamie si trasformerà per diventare come lui, più lui lo odierà. “Già ti odia. Tutti noi ti odiamo…” chiosa Beth, ma è veramente difficile darle torto ora che anche noi spettatori sappiamo cos’è successo. “Dovevo dirti di no…” sono le uniche parole di Jamie, che non sembra minimamente pentito.
Nel frattempo, in zona è arrivata Willa Hays, la CEO della Market Equities: adesso sì che si gioca duro. E’ proprio con lei e Morris che Jamie ha appuntamento. Hays non perde tempo: meglio accordarsi per una vendita anziché arrivare a un’espropriazione, no? Il personaggio di Wes Bentley inizialmente si mostra deciso, ma sa bene che in effetti si potrebbe davvero arrivare a una situazione del genere. Quando poi sente la cifra proposta per il terreno che servirà per edificare l’aeroporto, 500 milioni di dollari, rimane completamente spiazzato: è un’offerta che fa gola, non c’è dubbio.
Intanto John, in compagnia di Kayce e di Ryan, è andato a verificare di persona cosa sta succedendo vicino al recinto. L’incontro con Wade Morrow – un truffatore bugiardo, un commerciante di cavalli da quattro soldi – è decisamente poco piacevole, ma non c’è molto da fare in merito, anche perché i bisonti sono puliti, il certificato del veterinario attesta che non hanno la brucellosi, dunque possono restare lì. Stupendo il saluto tra Morrow e Dutton: “Quanto tempo è passato?” chiede il primo, e il secondo risponde “Non abbastanza, figlio di pu**ana!”
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Mentre Laramie e Mia si allenano, Jimmy confessa a Lloyd di sentire la mancanza del rodeo. Il saggio collega, che in vita sua ne ha viste parecchie, gli rivela che anche lui una volta era solito partecipare alle gare (e anche lui fece spendere a Dutton un bel po’ di soldi dell’assicurazione sanitaria), ma poi si dovette fermare, altrimenti in pista ci sarebbe morto. Alla fine, comunque, fu il suo corpo a dirgli che era ora di smettere. Il messaggio per Jimmy è chiaro: l’ultima parola spetta a noi, e a nessun altro.
Nella riserva, gli agenti e i volontari si preparano a dare avvio alle ricerche. C’è anche Monica, che ha portato i suoi studenti. In realtà finisce tutto abbastanza presto: il cadavere della ragazza scomparsa viene infatti ritrovato di lì a poco in fondo a un burrone. La sera, Monica confessa a Kayce che vorrebbe fare di più. Lui la capisce, ma le dice anche di non sentirsi in colpa: non si può impedire al mondo di essere cattivo. Il giorno dopo, però, il personaggio di Kelsey Asbille Chow accetta la proposta di quello di Gil Birmingham, che ha intenzione di mettere in piedi un comitato contro la violenza sulle donne nella riserva. E’ arrivato il momento di farsi sentire, e lei condurrà la lotta.
Ispirati da un’assurda sitcom che ha per protagonista un tipo che cavalca un bisonte (ndr, Guy On A Buffalo, cercatela, esiste!), i mandriani (più Laramie e Mia, ormai una presenza fissa) decidono di provare a fare lo stesso, così si recano dai bisonti guardati da Morrow, che però in quel momento se ne sta a casa a dormire. E’ Laramie ad aprire quelle pazze danze, poi sarà la volta di Teeter e Mia: che donne!
La mattina, Beth trova suo padre con lo sguardo perso verso l’orizzonte. “I valori cambiano, il tuo modo di vivere non è più apprezzato, e tu non devi delegare questa lotta a Jamie…” gli dice lei, che sa bene quanto sarà dura questa volta. John, però, è perentorio in merito: dovrà insegnare a Kayce ciò che lui ancora non sa, e, soprattutto, dovrà imparare a fidarsi di quel fratello che adesso disprezza, perché solo così avranno una chance di farcela. A quel punto Beth esplode: non può chiederle di fare una cosa del genere, lui non conosce veramente Jamie! Dutton pretende una risposta: si può sapere cos’è successo tra loro?
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Non vediamo la confessione del personaggio di Kelly Reilly, ma vediamo quello di Kevin Costner entrare in cucina come una furia e avvicinarsi minaccioso a quello di Wes Bentley. Per colpa sua Tate un giorno sarà da solo…per colpa sua quel posto non avrà un futuro… Jamie prova a giustificarsi, ma non fa altro che peggiorare la sua posizione. A salvarlo dalla rabbia cieca di suo padre è suo fratello, che arriva giusto in tempo. John se ne va, Jamie, furibondo, sferra un pugno al vetro della porta, e Kayce se ne sta lì senza capire cosa diamine sia successo.
Fuori, da solo, John, triste e arrabbiato al tempo stesso, mormora tra sé e sé che tutto quello che ha fatto è stato inutile: a cosa è servito lottare, a cosa è servito soffrire, se poi l’impero rimarrà senza eredi? Cosa succederà quando il tavolo che Beth tanto odia rimarrà definitivamente senza commensali?
Yellowstone 3, il commento al quinto e al sesto episodio
Dopo l’idillio del campo estivo, con il quinto e il sesto episodio la terza stagione di Yellowstone aumenta nettamente il ritmo, anche perché la posta in gioco si è fatta ancora più alta. A uno sguardo poco attento la serie di Taylor Sheridan può sembrare un “semplice” western contemporaneo, un racconto a base di paesaggi sconfinati, armi da fuoco spesso fumanti, cowboy a cavallo, proprietari terrieri che devono lottare per difendere i loro possedimenti, nativi che (giustamente) vogliono cacciare via gli invasori, e in generale un eterno contrapporsi tra ciò che è giusto (i “veri valori americani”) e ciò che invece non lo è, anche se spesso il concetto di giustizia tende a essere piuttosto labile. Solo che Yellowstone è molto, molto di più, e lo sa bene chi invece la serie l’ha vista e la sta vedendo. Ma andiamo con ordine.
Finalmente, FINALMENTE, ci viene rivelato il motivo per cui Beth odia Jamie con tutta sé stessa...e che dire? Che adesso è tutto dolorosamente chiaro. Non c’è bisogno di commentare il vile atto di Jamie – che si arroga il diritto di scegliere al posto di sua sorella su una questione a dir poco delicata –, ma c’è assolutamente bisogno di far notare come il personaggio di Wes Bentley effettivamente non mostri un minimo segno di pentimento. Non lo sentiamo mai dire “Ho sbagliato, non avrei dovuto farlo,” non lo sentiamo mai dire “Mi dispiace.” Jamie semplicemente ribatte alle dure parole della sorella, che lo mette d fronte alle sue responsabilità e ai suoi errori, con un “Dovevo dirti di no…” che significa “Dovevo dirti di no, almeno non mi sarei trovato nei casini oggi,” e non “Dovevo dirti di no perché ho sbagliato e ti ho procurato un danno irreparabile.” In questa terza stagione stiamo assistendo a una lenta ma inesorabile metamorfosi del personaggio di Bentley, che da uomo senza spina dorsale si sta trasformando in un uomo che sicuramente continua a non essere un cuor di leone, ma che, in compenso, è molto più spregiudicato. Ci si può fidare di lui, come spera John, oppure Jamie è destinato a tradire nuovamente la sua famiglia? A giudicare dal breve incontro con Willa Hays verrebbe quasi da scegliere la seconda opzione…
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Sempre a proposito di Beth: nel flashback vediamo una giovanissima Miss Dutton (interpretata da Kylie Rogers, classe 2004) mentire a un altrettanto giovanissimo Wheeler (interpretato da Kyle Red Silverstein, classe 2002). Nel presente il personaggio di Kelly Reilly confessa a quello di Cole Hauser di non poter avere figli, ma non rivela mai la completa verità, cioè che il test di gravidanza aveva dato un esito ben diverso. Questo dettaglio di non poco conto salterà fuori più avanti? Sarà un problema per la coppia più bella del selvaggio ovest? Taylor Sheridan, continuiamo a tenerti d’occhio!
Il personaggio di Kayce fa un bel salto in avanti grazie all’investitura come nuovo commissario del bestiame. Che Dutton Junior fosse particolarmente sensibile alle ingiustizie era già cosa nota, ma finalmente adesso potrebbe davvero fare la differenza, quantomeno per gli allevatori e le loro famiglie. Molto bella l’ultimissima parte dell’episodio 5, quando John e Kayce restano in disparte mentre gli altri, compresi Rip e Beth, fanno festa nella baracca. “Andiamo anche noi?” chiede il personaggio di Luke Grimes, e quello di Kevin Costner risponde “Io no. Non sono mai riuscito a essere un cowboy e a essere un amico. Magari per te sarà diverso…” lasciandoci chiaramente intendere che non sarà così. La solitudine di chi è al comando è la solitudine di chi sa che domani, dopodomani, e il giorno dopo ancora dovrà fare delle scelte. Scelte a volte rischiose. Scelte di cui, in ogni caso, dovrà prendersi la responsabilità.
In questa coppia di episodi, Sheridan mette in scena una tematica già affrontata nei suoi lavori precedenti (vedere alla voce Wind River, film del 2017), quella della violenza sulle donne native. Violenza che può assumere svariate forme, che può essere sia fisica che psicologica, che può portare alla morte o all’impossibilità di avere figli. Stupro e sterilizzazione forzata, in fondo, non sono che due lati della stessa terribile medaglia: del corpo della donna si può disporre a proprio piacimento, non serve il consenso della diretta interessata, e poco importa che si tratti del misogino di turno o dello Stato. Quello della sterilizzazione forzatadelle donne indigene è uno dei capitoli più bui della storia americana contemporanea, ma il problema è che non è ancora chiaro se sia un capitolo quantomeno chiuso per sempre, oppure no. Vi invitiamo ad andare qui se volete saperne di più in merito.
Sempre interessante, anche se spesso sottoutilizzato, il personaggio di Gil Birmingham. Thomas è un uomo profondamente coerente, ma, allo stesso tempo, è anche un uomo che non esita a discostarsi quanto basta dalla strada maestra se ciò significa raggiungere un obiettivo importante. Stupendo il monologo dell’episodio 6, quando Rainwater parla con Monica (tornata da sola nel luogo dov’è stato trovato il corpo della ragazza scomparsa), una vera e propria dichiarazione d’intenti: “Non è giusto, non lo è affatto, ma il progetto era questo, dall’inizio. Noi non dovremmo essere qui. Le riserve sono nate come provvisorie. Dovevamo imparare a essere bianchi, per trasferirci in città, così avrebbero venduto la terra. Ma non abbiamo mai imparato. Non abbiamo voluto…e così, eccoci qua. Il Governo non ha intenzione di aiutarci, ci vuole tutti morti. Ci vuole eliminare, perché vuole la terra, gli interessa solo quella. Ed ecco perché cerco di riprendermela. La rivoglio tutta, per costruire cose che non possono portarci via.”
Infine un dettaglio piuttosto importante: John è convinto che Tate resterà solo…ma non sa che Christina è incinta di Jamie…