The Undoing, 5 motivi per cui vedere la serie tv con Nicole Kidman e Hugh Grant
'The Undoing - Le verità non dette' è in onda su Sky Atlantic il venerdì sera alle 21.15 ed è interamente disponibile on demand e in streaming su NOW TV
Kidman e Grant alla guida di un cast in gran forma
Partiamo dall’aspetto più ovvio, e non potrebbe essere altrimenti con due interpreti del calibro di Nicole Kidman e Hugh Grant: il vero gioiello di The Undoing – Le verità non dette, infatti, è proprio il cast. L’attrice australiana nella miniserie tratta dal libro You Should Have Known (in italiano Una famiglia felice) di Jean Hanff Korelitz uscito nel 2014 è Grace Fraser, terapeuta newyorkese dalla vita apparentemente perfetta, mentre l’attore inglese è suo marito Jonathan, uno stimato oncologo pediatrico. Da un giorno all’altro, Grace si ritrova scaraventata al centro di un vero e proprio incubo: sembra infatti che Jonathan sia implicato nel brutale assassinio di Elena Alves, la madre di uno studente della stessa scuola privata che frequenta suo figlio.
Dopo l’ottimo lavoro fatto in Big Little Lies (tra lei e David E. Kelley il richiamo all’altro titolo di HBO è inevitabile), Kidman, che ormai non ha veramente più niente da provare a nessuno, porta in scena un personaggio mai esplosivo, mai esagerato, mai sopra le righe, eppure ricchissimo di sfumature. Grant non è da meno, al punto che si può affermare con certezza di trovarsi di fronte a una delle sue interpretazioni migliori. Il resto del cast principale convince pienamente, ma su tutti spiccano il giovane Noah Jupe (che interpreta Henry, il figlio di Grace e Jonathan; Lily Rabe (già apprezzata in varie stagioni di American Horror Story), che interpreta Sylvia Steinetz, l'amica e "complice" di Grace; la “nostra” Matilda de Angelis (clicca qui per vedere le sue foto più belle), che interpreta la povera Elena Alves e che in versione originale parla un inglese americano veramente invidiabile; e infine quel “vecchio volpone” di Donald Sutherland, che interpreta Franklin Reinhardt, il padre di Grace, un vero e proprio colosso di Hollywood, un’aggiunta assai gustosa a un ensemble già ricco e in gran forma.
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Una (mini)maratona obbligatoria
Sei episodi da circa un’ora ciascuno: dire che The Undoing – Le verità non dette è “bingiabilissima” è un vero e proprio understatement. La miniserie – ancora in onda su Sky Atlantic il venerdì sera alle 21.15, per gli amanti dello stillicidio – è interamente disponibile on demand e in streaming su NOW TV, però ogni tanto fate qualche minuto di pausa per sgranchirvi le gambe!
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Qualcuno ha detto “colpo di scena?”
Se vi piacciono le storie tese (no pun intended) dall’inizio alla fine e pieni di colpi di scena, allora The Undoing fa assolutamente al caso vostro. Guardando la serie non si può fare a meno di chiedersi “E’ stato lui (cioè Jonathan) o non è stato lui?” svariate volte durante ogni singolo episodio, cosa peraltro comprensibile grazie all’ottima interpretazione di Hugh Grant, sempre sul filo. A metà tra il whodunit e il thriller psicologico, la miniserie scritta da David E. Kelley e diretta da Susanne Bier tutto sommato è quanto di più classico ci possa essere, eppure riesce a stupire fino all’ultimo. Guardare per credere!
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Ansia, dubbi a fiumi e angoscia, ma con stile
Online se n’è parlato praticamente ovunque, e in effetti è difficile non farci caso: ma che guardaroba super ha Grace Fraser?? Tra cappotti chic, bluse in seta dai colori raffinatissimi, e trench dal retrogusto Seventies, il personaggio interpretato da Nicole Kidman è un vero e proprio concentrato di charme. Il suo mondo sarà anche crollato a pezzi, ma i suoi look sono tutti a dir poco impeccabili!
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Una regia poetica che cattura
La sceneggiatura di David E. Kelley funziona egregiamente, e, colpo di scena dopo colpo di scena, grazie al supporto di un ottimo cast porta a un finale decisamente azzeccato. Nonostante la sua sobrietà, è però la regia di Susanne Bier a catturare, letteralmente, l’attenzione, con quel continuo soffermarsi quasi con insistenza sui volti di Kidman e di Grant, mettendoci di fronte a scene in cui è impossibile non fissarsi sui dettagli e sulle (micro)espressioni dei due protagonisti. Splendido anche il modo in cui la regista sceglie di mostrare una Manhattan a dir poco rarefatta, che c’è ma non c’è, proprio come le pozzanghere in cui si riflettono i grattacieli, come a suggerire agli spettatori che ciò che si vede in superficie non è altro che un riflesso, perché la vera essenza di un luogo, ma anche, soprattutto, di una persona, è ben altra.