Un momento preciso ha spinto l’attore a rivalutare la propria vita, decidendo di rallentare
I fan di “The Big Bang Theory” sanno bene come sia stato Jim Parsons a porre la parola fine alla celebre sitcom. Inizialmente l’attore aveva spiegato di non avere più quell’entusiasmo iniziale nell’interpretare il personaggio di Sheldon Cooper. Una visione accettata dai fan, che hanno apprezzato il fatto che uno dei protagonisti abbia preferito chiudere in bellezza lo show, piuttosto che prolungarlo soltanto per ottenere più soldi.
Nel corso di un’intervista rilasciata a “People” però Parsons ha modificato la propria versione dei fatti, spiegando in maniera completa le motivazioni che lo hanno spinto a dire addio a “The Big Bang Theory”. Un preciso episodio lo ha spinto lontano dallo show.
Il tutto ha avuto inizio durante un viaggio a New York. Al tempo doveva prendere parte a uno spettacolo a Broadway e girare uno spot. Di colpo però il suo cane ha accusato un malore: “Non aveva un bell’aspetto e io ero così stanco. Ho iniziato a piangere, pensando che sarebbe morto perché io sono sempre fuori a causa del mio lavoro. Mi sono sentito malissimo”.
Jim Parsons, l’addio a Sheldon Cooper
L’attore e suo marito Todd Spiewak hanno infine deciso di porre fine ai dolori del loro cane, il che ha spinto Parsons a isolarsi per due giorni. Si è reso conto che qualcosa non andava nella sua vita: “Posso dire che è stata un’estate davvero intensa. Il cane è deceduto e aveva 14 anni. Io e Todd stavamo insieme da 15. Posso dire che è stata la fine di un’era”. Ha inoltre pensato a suo padre, morto a 52 anni. Lui ne avrebbe compiuti 46 al tempo della dodicesima stagione, il che lo ha spinto a pensare a come avrebbe voluto trascorrere gli eventuali ultimi sei anni di vita.
Domande sul futuro che lo hanno costretto a ragionare sulla sua quotidianità, condizionata inevitabilmente dal lavoro sul set di “The Big Bang Theory”. Ecco dunque cosa lo ha spinto ad allontanarsi da quel mondo: “Ho avuto questo momento di chiarezza. Credo ci si debba sentire fortunati quando ciò accade. Mi sono detto che non dovevo accelerare ancora. Dovevo usare il tempo a disposizione per guardarmi intorno. Ho capito che dovevo darmi una mossa, e così ho fatto”.