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Das Boot 2, la recensione del sesto episodio, “Una nuova via di fuga”

Serie TV sky atlantic

Marco Agustoni

Leggi la recensione del sesto episodio di Das Boot 2, " Una nuova via di fuga”. La nuova stagione della serie tv targata Sky è in onda su Sky Atlantic il venerdì sera alle 21.15 (disponibile anche On Demand e in streaming su NOW TV). - OVVIAMENTE CI SONO SPOILER PER CHI NON HA ANCORA VISTO L'EPISODIO

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Das Boot 2, cos’è successo nel sesto episodio


Al termine del quinto episodio di Das Boot 2, la sorte di von Reinhartz (Clemens Schick) sembra segnata: il capo delle SS lo ha sotto tiro e sta per fare fuoco. Ma come diceva Anton Cechov, “se in un racconto compare una pistola, bisogna che prima o poi spari”. In questo caso magari non sparerà, ma si rivelerà in tutta la sua utilità: la pistola in questione è quella consegnata nella puntata precedente dallo stesso capitano a quello che è ormai il suo braccio destro, ovvero Frank (Leonard Schleicher).


Escono allo scoperto anche gli altri fedeli di vn Reinhartz, che ordina ai suoi di sorvegliare tutto il resto dell’equipaggio, pur consapevole che fra i prigionieri ci potrebbe essere qualcun altro disposto a seguire il suo piano. Ma, come si dice: fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. In ogni caso, l’ammutinamento dell’U-822 è ormai ufficiale.


Nonostante l’U-612 stia imbarcando acqua, Wrangel non è intenzionato ad arrendersi. Il capitano affronta il malessere di Pips (letteralmente) a schiaffoni, ma la misura di quanto il personaggio interpretato da Pit Bukowski sia ormai arrivato al capolinea ci viene data poco dopo, quando questi decide di farla finita sparandosi nel mento un razzo segnalatore. Dopo una breve agonia, se ne va un altro dei protagonisti di Das Boot.

A New York, Greenwood Senior, ormai ufficialmente candidato al Senato, deve affrontare durante una conferenza stampa gli attacchi di un giornalista che gli rinfaccia presunti legami con la Germania nazista. Visibilmente innervosito, il magnate risponde rivelando dettagli sulla tecnologia che la sua azienda sta sviluppando, in grado di far vincere la guerra contro i tedeschi.


Sul posto c’è anche Klaus Hoffmann (Rick Okon), che nota la presenza di McLeary in divisa da poliziotto. Al simpatizzante nazista non è passata inosservata l’uscita di Greenwood, né poco dopo l’evidente vicinanza fra Hoffmann e l’afroamericana Cassandra (Rochelle Neil). Questa si trova suo malgrado costretta a posare in foto con il candidato senatore, che vuole dimostrare all’elettorato la sua attitudine progressista. Scocciata, affronta Sam (Vincent Kartheiser), scodellandogli in faccia la verità: lei non lo ama, fine della questione. L’occhiataccia rivolta da Sam al suo amico Klaus segna un evidente punto di svolta nel loro rapporto.


Nel frattempo, in Francia Margot si è fatta degli amici: sarà una panettiera con visto utile ad aggirare il coprifuoco a offrirsi a portare in salvo, nel retro del suo furgoncino, David e sua figlia. Ma servono dei documenti per arrivare in Spagna: l’ormai ex infermiera riesce a convincere padre Étienne a falsificare due certificati di battesimo per i fuggitivi. Più tardi, arriverà il momento dell’addio, con un toccante abbraccio fra Margot e David.


L’ufficiale delle SS in visita da Hagen Forster (Tom Wlaschiha) condivide non senza un certo entusiasmo i piani per un nuovo campo di lavoro in Polonia, ribadendogli che a Berlino hanno pensato a lui per gestire la cosa e che ormai è troppo tardi per rifiutare la promozione. Non si capisce se convinto o meno, Forster annuisce, dopodiché si reca alla ferrovia per chiedere al capostazione di mettergli a disposizione un carro bestiame per il trasporto di prigioneri.

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Con lui ci sono anche Duval (Thierry Frémont) e il suo fidato Desjequier (Paul Bartel), quest’ultimo agghindato in abiti eleganti come richiesto dal suo nuovo “padrone”. Quando il commissario fa per allontanarsi per non meglio specificati affari, Forster chiede al suo scagnozzo di seguirlo.


Sull’U-612 Wrangel concede a Grothe (Joachim Foerster) un funerale per il suo amico Pips: per non perdere tempo con una sosta, sarà silurato nell’oceano, secondo l’usanza dei sommergibilisti. Intanto a New York McLeary incontra Berger (Thomas Kretschmann), che riceve un telegramma da Berlino in cui gli si chiede di eliminare Hoffmann. Proprio Klaus lo chiama però per organizzare un incontro, perché ha bisogno del suo aiuto. A bordo del sommergibile rivale, von Reinhartz ordina di fare rotta verso il fiume Hudson e tenta di tenere a bada i prigionieri.


Margo incontra Duval. Il commissario la avvisa che a Saint-Rémy c’è un informatore che ha chiamato in commissariato e le rivela che i prigionieri della zona stanno per essere spediti al campo di Drancy. I due sono d’accordo sul fatto che il convoglio vada fermato. Il poliziotto se ne va, senza accorgersi di essere stato pedinato da Desjequier, che affronta Margot. Questa però sfrutta le “debolezze maschili” del delatore e riesce a sfuggirgli.


Di ritorno a La Rochelle, Duval convince il capostazione a farlo entrare nel vagone per il bestiame e si mette ad armeggiare per sollevare un’asse e permettere la fuga ai prigionieri. I tedeschi arrivano sul posto, ma lui riesce a volatilizzarsi. Peccato che in commissariato ci siano Desjequier e soprattutto Forster ad aspettarlo: per l’anziano poliziotto si prefigurano così tempi durissimi.

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Al jazz club Sam trova Hoffmann e gli rinfaccia di aver pugnalato alle spalle un amico, dandogli ventiquattrore per sparire prima che lui chiami la polizia. Assistiamo a un nuovo flashback di Klaus, sulla scialuppa con Max. Il suo compagno di naufragio si lascia cadere in acqua, ma il capitano lo salva. Hoffmann si reca da Berger chiedendogli di accelerare i tempi. Questi gli svela dei tre agenti tedeschi in arrivo a New York e del sommergibile che potrebbe riportarlo a casa.


La notizia dei legami fra Greenwood e i nazisti è nel frattempo uscita sui giornali. Il miliardario, furibondo, incarica Sam di recarsi a notte fonda per recuperare il documento compromettente che attesta il pagamento del suo riscatto alla Germania. Peccato che in contemporanea arrivino sul posto, per rubare i progetti del nuovo radar, anche Hoffmann e Berger.


Il primo trova i documenti e il secondo sta per sparargli, ma quando si accorgono di Sam, Berger lo fredda con un colpo di pistola. Hoffmann è sconvolto, ma fugge con l’uomo che al momento rappresenta la sua unica speranza di salvezza. Una volta a casa i due litigano. Berger cerca di uccidere Klaus, che però si difende e riesce a liquidare l’avversario, pur rimanendo ferito. Dopodiché l’ufficiale fugge raccogliendo i documenti relativi alla missione segreta che coinvolge l’U-822.

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Archiviata la questione lasciata in sospeso sul finire del precedente episodio (ovvero: von Reinhartz se la cavera?), dopo i fuochi d’artificio della battaglia contro le corvette americane gli equipaggi dei due sommergibili si prendono una relativa pausa, pur avendo ognuno i propri problemi da affrontare, tra macchinisti ormai ben oltre il limite della follia e agenti delle SS intenzionati a riprendere il controllo.


Come previsto, ritorna invece protagonista Klaus Hoffmann, la cui situazione ormai è definitivamente compromessa. È evidente ormai che il già difficile ritorno a casa sia una questione, almeno per il momento, da archiviare, visto che il suo unico passaggio verso la Germania, l’uBoot di von Reinhartz, difficilmente tornerà indietro. Ma la questione è un’altra: come peraltro gli aveva già domandato Berger, Klaus vuole davvero essere riportato in Germania? Con il cuore stregato dalla fascinosa Cassandra, sembrerebbe decisamente più probabile di no.


Dai colloqui fra Forster e l’ufficiale delle SS traspare invece sempre più evidente l’orrore ormai imminente dei campi di sterminio e della cosiddetta Soluzione finale a quello che il secondo definisce come un “fastidioso problema organizzativo”, ovvero il problema posto dagli ormai troppo numerosi prigionieri ebrei (e non solo).


Siamo, all’interno di un conflitto e di una situazione peraltro già ben oltre il drammatico, a un vero e proprio punto di svolta morale. Non a caso assistiamo al definitivo cambio di fronte, probabilmente pagato a carissimo prezzo, del commissario Duval. E chissà che lo stesso Forster, che pur essendo un nazista convinto, oltretutto reso sadico dalla delusione amorosa ricevuta da Simone, ha già in passato mostrato degli sprazzi di umanità (ad esempio criticando il rilascio dei soldati tedeschi colpevoli dello stupro e dell’uccisione di Nathalie), non si trovi costretto a fare i conti con la propria coscienza di fronte all’orrore puro. Per il momento sembrerebbe sempre fedele alle direttive, ma chissà che gli ultimi due episodi di Das Boot 2 non ci riservino qualche sorpresa.

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