Leggi la recensione del nono e del decimo episodio di The Outsider. - SPOILER PER CHI NON HA ANCORA VISTO IL FINALE DELLA SERIE - The Outsider, scopri tutto nello speciale sulla serie
The Outsider, episodio 9
Il nono e penultimo episodio di The Outsider si apre con due fratelli che corrono nel bosco per visitare una grotta. No, non una grotta, bensì proprio quella grotta, cioè la “Bear Cave,” la grotta dell’orso, il posto dove El Cuco ha tentato di portare il piccolo Sam. La grotta in cui è rintanato insieme a Jack. Il padre dei bambini li chiama, ma non ottiene risposta, così si avventura anche lui tra gli alberi. Intanto i ragazzini, senza soldi, hanno scovato un ingresso “alternativo” e gratuito alla caverna, un’attrazione turistica locale al costo di soli 25 centesimi di dollaro. 25 cents? Così poco?
Sì, così poco perché siamo nel passato, indicativamente negli anni Sessanta, forse anche prima. Lo scopriremo più avanti grazie a Seale, che racconterà a Ralph e compagni come alcuni dei suoi familiari sono morti. Murati vivi dentro dentro le viscere della Terra. Il padre dei due bambini, infatti, conosce bene i suo i suoi figli, e dopo essere entrato nella grotta dall’ingresso principale inizia a chiamarli. Dopo un finalmente iceve risposta. Solo che i ragazzini si sono persi in quel dedalo di cunicoli. Sono vicini, ma non riescono a trovarsi. Viene così organizzato un gruppo di ricerca…ma gli uomini rimangono intrappolati a causa di una frana.
Nel presente, precisamente a casa Bolton, Ralph e Yunis tengono a bada i due detective che si sono presentati per ammanettare Claude, e addirittura riescono, ovviamente senza stare a raccontare troppi dettagli, a farsi dare il permesso per interrogare Sam e il nonno. Intanto Holly mette in chiaro una cosa, e il messaggio è indirizzato particolarmente a Seale: Claude non dovrà sapere niente di quello che stanno facendo, perché la sua mente è collegata direttamente a quella di El Cuco. Non possono perdere quel prezioso vantaggio. Ovviamente lo perderanno, e per colpa di chi? Proprio di Seale. Ma torniamo ai nostri.
Mentre Howard viene incaricato di fare da “babysitter” a Claude, gli altri discutono sulle prossime mosse. Holly e Andy vanno in cerca di potenziali indizi presso un cimitero lì vicino (El Cuco ama i posti intrisi di tristezza, possibile che sia nascosto da quelle parti), mentre Ralph, Yunis e Alec vanno al commissariato. Prima di partire, però, il detective Anderson chiama la moglie e la mette al corrente di quanto accaduto: forse hanno trovato l'entità, e proveranno a fermarla. Jeannie è così sconvolta che per poco non investe una podista: non vuole che suo marito corra un pericolo del genere, ma ormai lui – che non usa più il condizionale, il tempo dell’incertezza e della possibilità, bensì il presente, il tempo della certezza – non può non credere, e, soprattutto, non può stare con le mani in mano.
Lungo la via verso il posto dove si trova il pollo fritto più buono di tutti gli Stati Uniti, Claude è assalito dall’angoscia. Dopo aver recuperato il lauto bottino, Howard vuole giustamente assaggiare quella delizia, e a quel punto Bolton gli dice: “Tu non ti ricordi di me, vero?” Anni prima, Solomon fu l’avvocato di Claude, colpevole di aver pestato a sangue qualcuno in un locale. La risposta del legale è ironica ma allo stesso tempo seria: “Ringrazia il cielo che non mi ricordo di te, significa che ho avuto a che far con gente peggiore!”
L’interrogatorio a Sam e al nonno conferma i dubbi di Ralph e degli altri: El Cuco ha quasi completato la sua trasformazione, ed è affamatissimo…e anche disperato, dunque poco cauto, a quanto pare. Ad ogni modo, il bambino non è stato graffiato, e il nonno neppure, per fortuna! Intanto Andy e Holly sono sul luogo del tentato rapimento. Prendono una cartina delle grotte visitabili, e Holly, sulla mappa intagliata nel legno vista nel precedente episodio, trova gli evidenti segni materiali dell’entità.
A casa Bolton, i nostri scoprono l’esistenza della famigerata grotta grazie al racconto di Seale, e alla fine, in base agli indizi raccolti, si convincono che sia proprio lì, nella Bear Cave, che si nasconda il nemico. Lo incastreranno, chiameranno “la cavalleria” e proveranno a toglierlo di mezzo una volta per tutte. Ma un essere del genere può morire? E’ la domanda, assolutamente sensata, che si pone Ralph, in macchina con Yunis e Alec, ed è proprio quest’ultimo a dargli un consiglio su come gestire questa sconvolgente situazione: un morsettino alla volta.
Mentre la Scooby Gang è in viaggio, Seale, convinto che sia un errore tenere suo fratello all’oscuro di tutto, decide di cantare. Errore enorme: ora El Cuco sa che stanno venendo per lui. Ordina a Jack di appostarsi nel bosco e di tenere d’occhio il parcheggio che si trova vicino all’ingresso della caverna, cosa che Jack, ormai completamente sottomesso, fa. Howard prova a chiamare Ralph e gli altri, ma non c’è campo. Allora non resta altro da fare che armarsi, saltare in macchina e sperare di raggiungerli in tempo.
Dal mirino del fucile di precisione di Hoskins vediamo arrivare due vetture. I nostri scendono. Jack per primo vuole fare fuori Ralph. Lo segue mentre si sposta, ce l’ha sotto tiro. Spara. Ma il proiettile esplode nel cranio di Alec, che nel muoversi si è messo tra la morte e il Detective Anderson. Non c’è più tempo per fare dei morsettini: bisogna ingoiare tutto e subito, altrimenti nessuno ne uscirà vivo. Lo schermo va a nero, e intanto sentiamo altri spari: chi è morto?
Tigers and Bears è sostanzialmente un (ottimo) episodio preparatorio. La storia dei ragazzini e della caverna narrata in flashback non è funzionale solo allo sviluppo della narrazione, ma è anche un presagio: anche i nostri stanno per entrare nelle viscere del male, e non è detto che a loro andrà meglio. Non necessaria, invece, per l’avanzamento della trama ma molto toccante la sequenza che vede protagoniste Glory e Jeannie, con la prima che si reca a casa della seconda perché, semplicemente, si sente sola come mai prima d’ora, e non vuole perdere l’unica persona che le è stata emotivamente vicina. Dolce, senza risultare stucchevole, la storia d’amore tra Andy, un uomo che più normale di così non potrebbe essere, e Holly, una donna che più particolare di così non potrebbe essere. Veramente carico di emozione quel bacio che si scambiano prima di lanciarsi nell’antro del nemico. Sì, insomma, siamo #teamhondy, se non si fosse capito!
The Outsider, le foto più belle di Cynthia Erivo, che nella serie è Holly Gibney. FOTO
The Outsider, episodio 10, FINALE DI STAGIONE
Dopo 9 episodi di angoscia, è tempo di affrontare faccia a faccia il Male: The Outsider ci lascia con un finale forse meno movimentato e adrenalinico del previsto, ma non per questo meno efficace. In realtà, l’ultimo capitolo è diviso in due parti: la prima si svolge fuori e dentro la caverna dove si nasconde El Cuco, la seconda è quella in cui i nostri – o meglio, ciò che resta dei nostri… – mettono insieme la loro versione dei fatti, e poi, seppur cambiati per sempre, tornano alle proprie vite. Ma facciamo un passo indietro.
Torniamo a quel parcheggio di fronte all’ingresso dismesso della Caverna dell’Orso. Alec è morto, gli altri sono sotto tiro. Arrivano Howard, Seale e Claude, ma ormai è troppo tardi. Il primo a cadere è Seale, un altro Bolton che andrà a nutrire “spiritualmente” l’entità. Yunis viene ferito a un braccio, ma riesce a nascondersi. Holly è terrorizzata, Ralph cerca di capire cosa sta succedendo, e Andy prova a raggiungere un pick up per spostarsi da lì, dove non c’è ricezione, e chiamare i rinforzi. Sono pochi metri, ma sono pericolosissimi. Riesce a salire sull’auto, comincia a fare manovra…ma Jack, cecchino mancato, lo centra dal finestrino. Poi, inebriato dall’alcol e soggiogato al volere del suo padrone, spara al serbatoio. Basta un altro proiettile che colpisce la pozza di benzina formatasi a terra: Andy, che forse ancora respirava, muore tra le fiamme.
Sono momenti terribili. Holly, impotente e disperata, tenta di correre verso di lui per tirarlo fuori da quella trappola mortale, ma viene, fortunatamente fermata da Howard, eroe inconsapevole che fino a pochissimo tempo prima pensava solo a quanto fosse buono il pollo fritto di quel baracchino sperduto nel nulla. Anche lui, infatti, muore a causa dell’esplosione e delle fiamme. Jack ha sotto tiro Holly…ma non riesce a premere il grilletto. Si rifiuta con tutte le forze di uccidere colei che ha tentato di aiutarlo, anche se quella stessa persona gli ha appena detto di andare all’inferno.
A salvare i nostri è, inconsapevolmente, un serpente a sonagli, lo stesso visto nel finale del precedente episodio. Jack dapprima lo sposta con un forcone, ma poi capisce: meglio lasciarsi mordere. Meglio finirla lì. Hoskins urla di dolore, El Cuco ruggisce. Poi torna il silenzio. Ralph, Yunis e Holly tirano il fiato. Dagli alberi ricompare il cecchino del Male, zoppicante e con la faccia gonfia. Prima di farsi saltare il cevello, Jack, con un filo di voce li implora: uccidetelo!
Yunis è fuori gioco e Claude è bene che stia fermo dov’è a causa della sua connessione mentale con la creatura, ma Ralph e Holly decidono di entrare nella caverna: devono fermare quell’essere, ormai non c’è altra possibilità. Trovano El Cuco seduto di spalle, nella camera principale della grotta. Non ha ancora completato la sua trasformazione in Claude al cento per cento, ma è vicino. Holly inizia a tempestarlo di domande: qual è il suo nome, cos’è, da dove viene, quanti anni ha, ce ne sono altri come lui. E ovviamente perché. Lui è quasi infastidito, ma a una domanda risponde: fa ciò che fa solo per sopravvivere. L’ultimo quesito è quello che fa veramente venire i brividi, per quanto elementare. Perché proprio i bambini? Perché la loro carne è quella più dolce.
Ralph ha la pistola in pugno, ma El Cuco gli fa notare che, se sparerà, farà cadere le enormi stalattiti di cui è coperta la volta. Ma a Claude, che nel frattempo si è risvegliato, ha afferrato il fucile del fratello ed è entrato nella grotta, non interessa: questa storia deve finire qui. L’ultimo Bolton, quello vero, spara…e la volta crolla. Anderson afferra Gibney e la trae in salvo, Claude rimane lievemente ferito a un piede, mentre El Cuco finisce impalato da una grossa stalattite. E’ la fine di un incubo.
Mentre stanno uscendo dalla caverna, Ralph però ha una visione: suo figlio Derek e Frankie Peterson. Non gli dicono nulla, semplicemente lo osservano con gli occhi sbarrati. La visione è reale, o il suo cervello gli sta facendo qualche scherzo a causa della tensione? Poco importa: Ralph torna dentro, e si rende conto che El Cuco non è per niente morto. Gli pianta il coltello nella mano sinistra bloccandogliela a terra. Pensa di lasciarlo lì per il resto dei suoi giorni (che potrebbero essere o molto pochi o infiniti), solo, debole e ormai incapace di nuocere. Ma poi, quando l’entità comincia sprezzante a mutare la sua faccia, passando velocemente per tutte le persone a cui ha rubato l’identità, tra cui Terry, Ralph capisce: deve veramente mettere fine a questa cosa, altrimenti non avrà mai pace. Prende un masso e, senza tante cerimonie, spappola la testa di El Cuco. Fine dei giochi, questa volta per sempre.
Resta però un’ultima cosa da fare: mettersi tutti d’accordo su cosa raccontare alle forze dell’ordine, perché è evidente che non potranno dire la verità. Yunis, Holly, Ralph e Claude si coordinano, ma c'è un’altra persona da avvisare: Glory. A chiederle, per favore, di non rivelare a nessuno quanto emerso dalla prima riunione di gruppo con Holly è Jeannie. Glory fa un cenno con la testa: non parlerà, per rispetto di questa amica trovata in un momento così terribile. Tornata a casa, Jeannie brucia la sedia su cui si era seduto El Cuco: anche per lei è la fine di un incubo.
Grazie alla storia inventata dai nostri, e grazie, purtroppo, al ritrovamento del cadavere di un altro ragazzino nei boschi della Georgia, il Procuratore Distrettuale decide di riaprire il caso, scagionando di fatto Terry Maitland. Molto toccante la scena in cui va a parlare con Glory per avvisarla degli ultimi sviluppi, e ancora più commovente quell’abbraccio tra madre e figlie: non dimenticheranno mai il dolore per la perdita del papà e del marito, ma almeno il mondo adesso saprà che è morto da innocente.
E’ poi il momento dei saluti. Fatte le valigie, Holly saluta Ralph, che le dice che in futuro non gli dispiacerebbe lavorare di nuovo con lei, magari a qualcosa di meno intenso! Lei, però, gli fa capire che, anche se è stato bello lavorare con lui, è improbabile che ciò accada nuovamente. Lui è un po' deluso, ma annuisce. D’altronde, “a man knows a man,” e “an outsider knows an outsider.” Insomma, tra simili ci si riconosce.
L’episodio si chiude con gli Anderson al cimitero insieme, di fronte alla tomba del figlio. Lui non è che adesso è diventato il fan numero uno del sovrannaturale, però ecco…un pochino ci crede. Ma intanto, per andare avanti veramente, è arrivato il momento di “lasciare andare” Derek. Inutile dire che Ralph adesso è un altro uomo.
In realtà, c’è un’ultima sequenza che potrebbe essere reale ma che potrebbe anche essere un incubo. Cosa vuole dirci HBO con questo finale aperto? Che ci sarà una seconda stagione? Per adesso non ci è dato saperlo, ma c’è da dire che The Outsider negli USA ha fatto numeri da capogiro, dunque non possiamo escludere un secondo capitolo negli anni a venire.
Ma torniamo a questi ultimi momenti. Holly è in bagno. Ha la sensazione che ci sia qualcosa di strano. Nello specchio vede il riflesso di Jack. Terrorizzata, si controlla il collo: niente bolle, per fortuna! Rassicurata, si siede sul letto e si aggiorna online sugli ultimi sviluppi del caso Maitland: Terry è stato ufficialmente scagionato. Intanto la radio diffonde nella sua stanza le note di una canzone già citata nell’ottavo episodio (la preferita della madre di Ralph, Washington Square). Mentre la nostra investigatrice del paranormale preferita fa scorrere le pagine, sul suo braccio scorgiamo qualcosa: un graffio…
Si chiude così, con questa nota di assoluta incertezza, l’ultimo episodio di The Outsider, riuscitissimo adattamento dell’omonimo romanzo del 2018 del maestro del brivido Stephen King. Ci restano quintali di ansia, inquietudine, disagio, tristezza e malinconia, una storia avvincente, e ovviamente le ottime performance del cast, specialmente quelle di Mendelsohn e Erivo, un’accoppiata tanto inedita quando efficace.