In Evidenza
altre sezioni
Altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

ZeroZeroZero, la recensione dell'episodio 8, il finale

Serie TV sky atlantic

Linda Avolio

Leggi la recensione dell'ottavo e ultimo episodio di ZeroZeroZero. - ATTENZIONE: OVVIAMENTE CI SONO SPOILER PER CHI NON HA ANCORA VISTO L'EPISODIO. - ZeroZeroZero, scopri tutto nello speciale sulla serie

Condividi:

 

- - - - -

ATTENZIONE:

NON PROSEGUIRE SE NON HAI ANCORA VISTO IL FINALE DI ZEROZEROZERO

- - - - - 

 

ZeroZeroZero, episodio 8: il recap

Vittime di guerra

L’ottavo e ultimo episodio di ZeroZeroZero ci riporta in Messico, precisamente in una spartana camera di un ospedale di Monterrey. Manuel ha in braccio la figlia del “fratello” che ha ucciso nel secondo episodio. La moglie della vittima, della sua vittima, gli dice che è un uomo buono, perché le è stato accanto, ma Contreras sa bene che non è così. E infatti confessa: ho ucciso io tuo marito. Lei è incredula, lui le dice che continuerà ad aiutarla economicamente, ma che non si vedranno mai più. Questa parentesi si chiude qui, perché adesso c’è una guerra da combattere.

Il Vampiro e i suoi hanno deciso: vendicheranno la morte di Indio. In silenzio, senza farsi notare, arrivano a casa di Jacinto Leyra. C’è in corso la festa di compleanno di uno dei suoi figli, l’occasione perfetta per lanciare un messaggio. Contreras e i suoi fanno fuori le guardie del corpo e gli scagnozzi. Fanno fuori anche Enrique Leyra, presente al party del nipote. E fanno fuori anche qualche innocente, ma d’altronde in guerra ci sono sempre delle vittime tra i civili. Jacinto e la sua famiglia vengono trovati nella spaziosa camera da letto matrimoniale della villa. Per la moglie e i figli ci sarà pietà, per lui no. Manuel gli fa chiamare Emma al telefono: la consegna è avvenuta, dunque a breve arriveranno i restanti 31 milioni di dollari. Ottimo, ora non c’è più bisogno dei Leyra. Dopo aver dato l’ordine a uno dei vampiri, il personaggio di Torres si guarda allo specchio per qualche secondo, e poi sferra un pugno: è diventato ciò disprezzava, e adesso non è facile guardarsi in faccia.

Un uomo di parola

Tornato in Calabria dopo la fallimentare sortita a Casablanca, Stefano viene costretto da Italo a mettersi in contatto con suo nonno…per ucciderlo… E il giovane La Piana non può sottrarsi: sua moglie e suo figlio sono in pericolo. Portato al cospetto di Don Minu, Stefano si prepara a sparare. Ma succede qualcosa di decisamente imprevisto: dall’antica casa in cui si sta nascondendo il capo dei capi della ‘ndrangheta esce Emma. Proprio lei. Quella femmina chiacchierona e sfrontata. Come negli altri episodi di ZeroZeroZero, da questo momento la narrazione si riavvolge su sé stessa, e in un lungo flashback andiamo a scoprire come l’unica Lynwood ancora in vita è riuscita ad arrivare fin lì.

Dopo la partenza del carico dal porto di Casablanca, Emma torna nell’appartamento in cui è alloggiata con suo fratello…e si accorge subito che c’è qualcosa che non va. Nel bagno, imbavagliata e legata al lavello, c’è Amina. Ma dov’è Chris?? “Sono stati degli italiani!!”, urla la ragazza, ancora sotto shock, e Emma capisce subito a chi si riferisce: Stefano La Piana. Il peggior incubo del personaggio di Andrea Riseborough purtroppo si avvera: dentro il deposito, per terra, in una pozza del suo stesso sangue, giace suo fratello. O meglio, il corpo di suo fratello, ucciso a mani nude. Prima suo padre, e ora, a distanza di pochissimo, Chris. A Emma non rimane che una cosa: la vendetta.

Per questo motivo si spinge fino in Calabria, dove viene recuperata da un fedelissimo di Don Minu alla fermata dell’autobus di uno sperduto paesino dell’entroterra. Di fronte al capo dei capi della ‘ndrangheta Emma è rispettosa, ma non intimorita. Dopo i saluti, rituali ma comunque sinceri, è il momento della confessione: Stefano l’ha tradito. Don Minu inizialmente non vuole crederci, non dopo essere stato salvato da un agguato proprio dal nipote, ma la giovane Lynwood è sicura: le cose purtroppo stanno proprio così, e a conferma di ciò c’è il racconto di quel primo incontro a New Orleans tra lei e suo fratello e l’erede del vecchio capo.

Emma fa leva sull’onore dell’uomo: per lui gli affari vengono veramente prima di tutto, come le ha sempre raccontato suo padre? A quanto pare sì: Don Minu ha bisogno di quel carico, disperatamente. L’avrà quando Chris avrà giustizia: la morte di un traditore e di un assassino in cambio del numero di un container pieno di futuro.

Quando Stefano vede Emma sulla soglia, capisce immediatamente cosa sta per succedere, infatti non fa resistenza quando gli viene sequestrata la pistola e accetta di entrare in casa col nonno. Don Minu lo abbraccia, e lui sa bene che sta per morire. Ha una sola richiesta: che la sua famiglia venga risparmiata e che sia tratta in salvo da Italo e compagni. Poi la coltellata, dritta al cuore. Stefano si accascia a terra, e muore. Con le mani ancora sporche del sangue del nipote, Don Minu afferra quelle di Emma: giustizia è stata fatta, e lui è stato fedele alla parola data. Lei gli consegna, finalmente, il numero del container, poi se ne va.

Di lì a poco, anche Italo e i suoi uomini faranno la stessa fine del giovane La Piana, freddati dagli scagnozzi del capo dei capi. Verranno invece risparmiati la moglie e il figlio di Stefano: Don Minu è stato, di nuovo, di parola. In Calabria, le danze si chiudono con l’arrivo del carico e la distribuzione tra i vari associati, nuovamente tutti fedeli a chi li sta per ricoprire di denaro. Tutti rispettano, e temono, ancora Don Minu. Eppure anche per questo uomo indurito dalla vita la famiglia è ancora importante: prima di andarsene, accarezza sulla testa il suo nipotino e gli dà un buffetto sulla guancia. Questa volta la Storia non farà in tempo a ripetersi.

Morto un fornitore, ci si accorda con un altro

Dopo essersi lasciata alle spalle la Calabria, Emma vola fino a Monterrey per incontrare i Leyra, ma quando raggiunge la villa di Jacinto davanti agli occhi le si para uno spettacolo piuttosto truce: cadaveri su cadaveri e un esercito di ragazzi coi fucili al collo. Viene accompagnata nello studio del defunto fratello minore e viene fatta accomodare sul divano, tra i cadaveri dei suoi due ormai ex soci in affari. Di fronte a lei, in poltrona, il suo nuovo socio. Emma non fa una piega: business is business. Le servono 2000 chili di roba per la settimana che viene. Per Manuel, così dice di chiamarsi il tipo con cui sta trattando, che ha appena intascato 31 milioni di dollari, nessun problema. Emma si alza, mette in tasca il foglietto con il numero di telefono dell’uomo, e torna alla macchina. Sul suo volto un sorriso beffardo: voleva dire addio a quella vita, e ora invece è diventata ufficialmente l’erede di suo padre. D’altronde, l’economia mondiale non può certo fermarsi per qualche morto.

ZeroZeroZero, le foto degli ultimi due episodi, il settimo e l'ottavo

ZeroZeroZero, episodio 8: la recensione

La Storia che, inevitabilmente, si ripete, l’onore, la trasformazione in ciò che più si disprezza, la famiglia: sono tante le cose di cui ci parla il finale di ZeroZeroZero, perché al di là dei fatti che compongono la trama e che ci vengono mostrati in successione c’è altro, molto altro. C’è, per esempio, l’eterno ritorno a cui sembra impossibile sottrarsi. Stefano, come il padre prima di lui, vuole togliere di mezzo Don Minu, ma, proprio come il padre, da Don Minu viene tolto di mezzo una volta per tutte. Il figlio, o il nipote, tentano di staccarsi dall’autorità, ma l’autorità si trova a ricoprire quella posizione per un motivo ben preciso. La ribellione è inutile, nonché letale.

Non è così semplice prendere il posto di qualcuno, così come non è così facile sottrarsi alla parola data e ai propri doveri, come sa bene Don Minu. Scelse la pace e gli affari anni addietro, quando si ritrovò a uccidere il suo stesso figlio traditore, e sceglie la pace e gli affari anche oggi, quando si ritrova a uccidere il nipote traditore. Alla famiglia non ci si può sottrarre, nel bene e nel male.

E’ poi interessante come sia stata sviluppata quella frase sul battesimo di Emma buttata lì dall’anziano capo dei capi nel terzo episodio. A quanto pare, il legame tra Don Minu e la famiglia Lynwood è veramente forte come lasciato intendere. Il personaggio di Chiaramida è veramente un uomo di parola. Impossibile rimanere impassibili nel momento in cui Stefano, novello Icaro, vede comparire Emma dal nulla: alla fine, e lui l’ha già capito, sarà lei, quella femmina che non voleva saperne di stare zitta, a firmare la sua condanna a morte. Giustizia, più o meno, è fatta.

Chris, però, non tornerà a casa insieme a sua sorella. O meglio, ci tornerà, ma in una bara. Emma vince contro Stefano, ma in realtà ha perso tutto. Lei, che non desiderava altro che abbandonare i traffici illeciti di famiglia, alla fine, rimasta ormai completamente sola, sceglierà deliberatamente di portare avanti il lavoro del padre. Lavoro per cui suo fratello ha dato la vita.

Anche Manuel in questo episodio ha completato la sua trasformazione. E’ diventato ciò che odiava, e non sarebbe potuto essere altrimenti. Quel breve incontro tra lui e Emma è la chiusa perfetta: entrambi ne sono usciti vincitori, ma entrambi sanno che, in fondo, in quel mondo nessuno vince mai veramente.