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Caterina la Grande, il cast: 5 domande al regista Philip Martin

Serie TV
Helen Mirren e Jason Clarke in Caterina la Grande

Da venerdì 1 novembre alle 21.15 va in onda in prima tv su Sky Atlantic la miniserie con Helen Mirren nei panni di Caterina II, uno dei più importanti sovrani di Russia. Ecco come il regista ha parlato di questa produzione originale Sky e HBO. - Caterina la Grande, scopri lo speciale sulla serie

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Pochi sovrani hanno lasciato un’impronta così significativa sulla storia russa (e quindi, per forza di cose, su quelle tanto dell’Europa che dell’Asia) quanto Caterina II, che regnò alternando conquiste militari e tentativi di innovare l’Impero, nel contempo reprimendo nel sangue qualsiasi forma di ribellione. A raccontare la sua grandiosa vicenda ci pensa ora Caterina la Grande (guarda le foto), miniserie-evento in onda in prima tv su Sky Atlantic da venerdì 1° novembre alle 21.15.

A interpretare Caterina è una delle attrici più apprezzate del grande schermo, la britannica Helen Mirren, che già aveva vinto un Oscar nei panni di un’altra regina, ovvero Elisabetta II d’Inghilterra, in The Queen, e un Golden Globe per aver interpretato la sua augusta omonima nella serie tv Elizabeth I. Con lei nel cast altri bravissimi interpreti come Jason Clarke, Rory Kinnear e Gina McKee.

Regista di Caterina la Grande è Philip Martin, che ha all’attivo numerose regie televisive, fra le quali alcuni episodi di The Crown e di Poirot. Ecco come il cineasta ha parlato della sua impresa, del cast e dei personaggi della miniserie.

 

Come definirebbe Caterina la Grande?
Era una regnante incredibilmente intelligente, sofisticata e di ampie vedute, molto influenzata dal pensiero illuminista. Ha trasformato la Russia espandendone i confini attraverso una serie di guerre e alleanze strategiche, ad esempio annettendo la Crimea, il che non ha solo incrementato le dimensioni del territorio russo, ma anche la sua capacità di avere un’influenza militare e navale a livello mondiale. La nostra storia comincia con il colpo di stato che la porta al potere, esplora la sua relazione con il generale Grigory Potemkin e il processo attraverso il quale lei stessa si trasforma nella quintessenza del regnante russo… oltre a trasformare la Russia in una potenza globale.

Perché Caterina la Grande, perché adesso?
Ci sono tantissimi paralleli fra questa storia e il mondo in cui viviamo oggi. Molte delle questioni affrontate da Caterina come regnante hanno una risonanza tutt’oggi: come bilanciare il nazionalismo e l’espansionismo con il liberalismo e il cambiamento sociale; la tensione fra la vita privata e il ruolo pubblico di un leader; le pressioni particolari a cui sono sottoposte le donne in posizioni di potere.

Cosa ci può dire del modo in cui Helen Mirren ha affrontato questo ruolo?
Helen, molto semplicemente, è una delle attrici più grandi. Ha portato con sé tanta preparazione, intelligenza e una visione personale per un ruolo come questo, eppure sul set le piace lavorare in maniera rapida e istintiva: è una combinazione fenomenale di disciplina e libertà. Quello di Caterina è un ruolo su cui ha meditato per anni, anche per via delle sue radici russe, e qui credo che sia riuscita a creare qualcosa di nuovo. Il viaggio che Helen compie nei panni di Caterina – dall’idealismo iniziale fino a un pragmatico e talvolta brutale consolidamento del potere – è qualcosa di molto toccante.

Per quanto riguarda Potemkin (interpretato da Jason Clarke), con cui Caterina ha avuto una lunga relazione, quanto è stato significativo lui nella sua vita?
Ho sempre adorato il lavoro di Jason, soprattutto in film come Zero Dark Thirty o Lawless, in cui è in grado di esplorare dei personaggi maschili così complicati, e Potemkin è l’incarnazione definitiva del concetto di mascolinità complessa. Affascinante, generoso e idealista, così come terribilmente ambizioso, è al contempo insicuro e bisognoso di attenzioni. Sia come coppia che come partner politici, Caterina e Potemkin sfidano le tradizionali aspettative di genere, per creare una relazione personale e politica unica che sia in grado di sopravvivere alle difficoltà che si trovano a fronteggiare.

È per questo che ha scelto il ballo en travesti come una delle sequenze chiave della serie: per dimostrare questo rovesciamento di ruoli fra uomini e donne?
Feste di questo tipo non erano rare all’epoca. Una delle ragioni per cui piacevano a Caterina, è che lei stava molto bene in abiti maschili e apprezzava vedere gli uomini in quelli femminili! Al momento del ballo nella nostra storia, Caterina si sta innamorando di Potemkin, il suo attuale amante Grigroy Orlov sta lottando per mantenere la sua influenza in calo, il conflitto coi turchi sta montando. Per cui il ballo è un’espressione di queste trasformazioni politiche e tensioni emotive.

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