Westworld 2: ecco come nasce un Drone Host, un androide-drone

Serie TV

Floriana Ferrando

La seconda stagione della serie HBO trasmessa ogni lunedì alle 21.15 su Sky Atlantic porta sullo schermo nuovi personaggi fra i robot residenti nel parco tematico. I creatori dello show raccontano come nascono queste strane creature, realizzate senza uso alcuno di effetti speciali o motion capture 

A Westworld si sta perdendo il controllo: mentre Dolores guida la rivolta dei residenti, nella seconda stagione della serie HBO trasmessa su Sky Atlantic ogni lunedì alle 21.15 compaiono nuovi personaggi dotati di intelligenza artificiale: sono i Drone Host, i residenti bianchi di cui ci aveva già dato un assaggio il trailer.

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Androidi-drone: chi sono?

Al quartier generale della Delos Destinations sta succedendo qualcosa di strano: nella seconda stagione di Westworld scopriamo che vengono raccolti dei dati sul DNA degli ospiti, a loro insaputa. L’incarico non poteva certo essere affidato ad un residente qualsiasi, così nasce un nuovo tipo di host: è la Charlotte con il volto di Tessa Thompson ad introdurre a Bernard (Jeffrey Wright) questi nuovi personaggi robotici che sono “privi di tratti di personalità o persino di qualsiasi capacità di conversazione”. Tuttavia, siamo proprio sicuri che i Drone Host non si riveleranno degli esseri senzienti?


Come nasce un Drone Host?

Per permettere ai fan della serie di conoscere meglio questo nuovo tipo di residenti, HBO ha rilasciato un video del dietro le quinte di Westworld 2, dove gli showrunner Jonathan Nolan e Lisa Joy rivelano come nascono i Drone Host. Gli host bianchi sono costruiti senza volto, a favore di un design molto inquietante, ed esistono davvero, in carne e latex: non sono creati attraverso degli effetti speciali, né costruiti digitalmente, ma il loro costume è stato creato materialmente, come una tuta in latex. Ad interpretarli, spiegano gli sceneggiatori, sono attori snelli e agili, uno è persino un ballerino professionista, che assicura al suo personaggio movenze rapide e delicate.



Nei panni di un Drone Host

Dietro alla maschera del Drone Host più importante della storia c’è Alexander Ward, che durante un’intervista con la webzine Vulture ha parlato della sua esperienza sul set nei panni di un personaggio "completamente privo di emozioni e umanità". Abituato ad interpretare mostri e creature dalle più strane sembianze, per Ward è stata quasi una passeggiata indossare la tuta di latex del suo host, che consisteva in un primo strato, coperto poi dalla tua vera e propria, sigillata persino sul volto. La parte più difficile? “Indossare un corsetto”. Gli sceneggiatori volevano che i Dorne Host apparissero alla vista dello spettatore privi di organi interni, dunque con una cassa toracica ampia e una vita molto sottile, Ward ha dovuto dunque indossare un corsetto ben stretto in vita ed eseguire una scansione in 3D del suo corpo per ottenere una tutina in latex realizzata perfettamente su misura.

 

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