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Stevie Wonder compie 70 anni: le 5 cose da sapere sul genio del soul

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©Getty

Non vedente dalla nascita, a 12 anni ha pubblicato i primi album e a 13 è diventato l’artista più giovane in vetta alla classifica Billboard. Negli anni ’70 il suo periodo d’oro. Ha cantato anche alcuni brani in italiano

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Grande esponente di soul e R’n’b, cantore della black music e talento precocissimo e pluripremiato: Stevie Wonder compie 70 anni. Nato il 13 maggio 1950 a Saginaw, in Michigan, con il nome di Stevland Hardaway Judkins, poi cambiato in Stevland Hardaway Morris dopo il secondo matrimonio della madre, il cantautore, compositore e produttore statunitense è uno degli artisti musicali più influenti del 20esimo secolo. Ecco 5 cose da sapere sulla sua figura (WONDER E LA PROTESTA ANTI-TRUMP - GLI ARTISTI CHE HANNO VINTO PIÙ GRAMMY).

Non vedente dalla nascita

Wonder è non vedente dalla nascita. Alcune difficoltà sorte durante il parto prematuro della madre gli provocarono una patologia alla retina, peggiorata poi da un’eccessiva quantità di ossigeno ricevuto nell’incubatrice. Nel 1966, ritirando un dottorato in musica ad honorem all’università dell’Alabama, raccontò un aneddoto: “Molti anni fa c’era chi mi diceva: ‘Hai tre punti a tuo sfavore: sei nero, cieco e povero’. Ma Dio mi disse: ‘Ti farò ricco nello spirito, per ispirare gli altri e creare musica che incoraggi il mondo a essere un luogo di unità, speranza e positività'. Ho creduto a lui e non a loro”. Wonder negli anni si è speso in diverse campagne a favore dei non vedenti, come quella che ha portato alla firma del trattato di Marrakech del 2013, che ha introdotto eccezioni al diritto d’autore per i testi destinati a persone con disabilità visiva.

Un talento molto precoce

Il talento musicale di Stevie Wonder emerse in fretta. A 4 anni anni iniziò a cantare nel coro della chiesa di Detroit, dove si era trasferito con la famiglia. A 9 anni suonava già piano, armonica e batteria. Due anni dopo faceva il suo esordio in sala di registrazione e nel 1962, a 12 anni, pubblicava i suoi due primi dischi: The Jazz Soul of Little Stevie Wonder, diventato il suo nome d’arte, e Tribute to Uncle Ray, raccolta di cover di Ray Charles. Con il suo primo singolo, Fingertips - Pt 2, a 13 anni, divenne l’artista più giovane ad aver raggiunto la vetta della classifica Billboard.

Legato alla sua etichetta discografica 

Wonder ha legato il suo nome all’etichetta discografica Motown Records di Detroit, con la quale ha esordito. Tuttavia, dopo i primi dischi e una breve pausa di riflessione, tornato sul mercato con il nome definitivo di Stevie Wonder, alla fine degli anni Sessanta l'artista decise di fondare una propria casa discografica, la Black Bull Music. Rimase comunque principalmente legato alla Motown, con cui negli anni Settanta iniziò a sfornare un successo dopo l'altro. Quello è considerato il suo periodo d’oro: sono gli anni dei capolavori - Music of my mind (1972), Talking book (1972), Innervisions (1973), Songs in the key of life (1976) - in cui si mescolano folk, blues, jazz, reggae, funk, soul, R’n’b e arrangiamenti orchestrali. Alla fine del decennio Wonder è tornato a sonorità più pop, diradando anche le uscite.

protagonista del rinnovamento della black music

L’artista è un cantore della black music, che ha contribuito a rinnovare profondamente al pari di artisti come Marvin Gaye e Sly & the Family Stone. Con i successi degli anni Settanta ha infatti rivoluzionato questo tipo di musica, attraverso l’utilizzo di sintetizzatori, la mescolanza di generi diversi e l’abbinamento di testi introspettivi e socialmente impegnati a musicalità orecchiabili. Nella vita privata Wonder si è battuto per i diritti degli afroamericani contro razzismo e discriminazioni: ha partecipato a manifestazioni contro l’apartheid e si è speso per far diventare il compleanno di Martin Luther King festa nazionale.

ha cantato in italiano

Negli anni Sessanta, decennio di grandi successi per la musica italiana, anche un giovane Stevie Wonder si trovò a cantare nella nostra lingua. Nel 1968 il suo brano A Place in the Sun è stato tradotto in italiano con il titolo Il sole è di tutti, e poi ancora Solo te, solo me, solo noi (cover di Yester me, yester you, yesterday), Non sono un angelo (rifacimento di I’m wondering) e Dove vai? (da Travelin’ man). L’artista ha partecipato anche al Festival di Sanremo nel 1969, quando ha gareggiato in coppia con Gabriella Ferri con la canzone Se tu ragazzo mio.

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