Steve Vai compie 60 anni, da Frank Zappa al G3: 10 cose da sapere sul chitarrista

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Nato il 6 giugno del 1960, l’artista americano di origini italiane è tra i riferimenti del rock contemporaneo. Con Joe Satriani, che è stato il suo maestro, ha suonato nel supergruppo nato con l’intento di mettere insieme i tre più grandi chitarristi del mondo

Dalle lezioni di Joe Satriani alle prime apparizioni con Frank Zappa fino ai 3 Grammy Awards e ai concerti con il G3, il gotha della chitarra Steve Vai il 6 giugno 2020 compie 60 anni e parlare solo di talento ormai è riduttivo. Il giovanotto, di origini italiane, ha mantenuto le promesse, diventando un artista di riferimento del rock grazie alla sua abilità con la sei corde riconosciuta non solo dagli addetti ai lavori, ma anche dalla critica e dal pubblico. Non solo riff, dischi e successi. Dalle radici lombarde all’apparizione in un film, mitica per i cultori del genere. Ecco quali sono le cose da sapere su Steve Vai.

Le origini italiane

Steven Siro Vai, questo il nome completo dell’artista, nasce il 6 giugno 1960 a Carle Place, nello stato di New York. L’albero genealogico da parte paterna è ben piantato nel Pavese, in Lomellina per l’esattezza. Nella Pianura Padana, il chitarrista è tornato nel luglio 2012, quando ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Dorno, il comune del nonno Siro, presente nella carta d’identita di Steve Vai anche alla voce secondo nome. Le origini italiane saranno una costante nella vita e, dunque anche, nella carriera di Steve Vai.

 

Il maestro Joe Satriani

Il primo incontro fondamentale di Vai, con il Belpaese sempre sullo sfondo, è quello con un maestro di chitarra di Westbury, villaggio di Long Island attaccato a Carle Place. Quel giovanissimo insegnante si chiama Joseph Satriani, detto Joe, anche lui chiaramente con sangue italiano. Negli anni Settanta, Satriani inizia a dare lezioni per mantenersi: sfornerà una serie di chitarristi da leccarsi i baffi. Tra questi ovviamente c’è Steve Vai. I due si ritroveranno insieme nei tour del G3.

 

Nella band di Frank Zappa

Un altro italo-americano cruciale nel percorso artistico di Steve Vai è Frank Zappa, nato a Baltimora ma di origini siciliane. Mentre frequenta il Berklee College of Music di Boston, Vai invia a Zappa una registrazione della sua band del college, i Morning Thunder, e una trascrizione di “The Black Page”, opera di Zappa nota per la sua complessità. Il genio di Baltimora non si lascia sfuggire l’occasione e ingaggia Vai come trascrittore di partiture. Poi alla fine del 1980 Vai entra a far parte della band di Frank Zappa, con la quale va in tour. L’influenza di Zappa è notevole in molti dei lavori di Vai.

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Steve Vai e Frank Zappa in un concerto al Palladium di New York nel 1981 - ©Getty

Stile e artisti di riferimento

Steven, da bambino, è influenzato dalla musica che i suoi genitori ascoltano. Vai ricorda in particolare la colonna sonora del film-musical del 1961 West Side Story e il suo approccio, all’età di 12 anni, al rock contemporaneo con l’ascolto dell'assolo di chitarra di "Heartbreaker" dei Led Zeppelin. Dopo aver iniziato a studiare chitarra dal maestro Satriani, Vai cita Jimi Hendrix, Eddie Van Halen, Allan Holdsworth, Jeff Beck tra i suoi artisti preferiti. Chitarrista dalla tecnica straordinaria, di Vai spesso fan e critica riconoscono l’unicità nell’espressività degli assoli, nell’utilizzo della leva del tremolo e nella tecnica del tapping.

 

La discografia: da Flex-Able a Modern Primitive

Nel 1984 esce il primo disco solista, si chiama “Flex-Able” ed è una specie di culto per i fan di Vai. L’ultima opera è “Modern Primitive” del 2016, una raccolta di brani prodotti tra il 1984 e il 1990 ma mai pubblicati. Il suo album di maggior successo è “Passion and Warfare” del 1990, disco d’oro negli Stati Uniti e in Canada e disco d’argento nel Regno Unito. Gli ultimi due lavori (oltre a “Modern Primitive”, “The Story of Light” del 2012) sono usciti con l’etichetta Favored Nations, fondata nel 1999 e di proprietà dello stesso Vai.

 

Con Alcatrazz, David Lee Roth e Whitesnake

Dopo gli esordi con la band di Frank Zappa e il suo primo album, Vai nel 1985 è la chitarra degli Alcatrazz, il gruppo heavy metal, in sostituzione di Yngwie Malmsteen. Graham Bonnet, voce degli Alcatrazz, rimane impressionato dalla bravura di Vai. Tra il 1986 e il 1989, Vai suona per David Lee Roth, ex frontman dei Van Halen. Una collaborazione proficua che porterà all’uscita di due album rock parecchio apprezzati: “Eat’Em and Smile” nel 1986 e “Skyscraper” nel 1987. Tra il 1989 e il 1990, Steve Vai, chiamato a sostituire l’infortunato Adrian Vandenberg, si ritrova in un tour di successo in giro per il mondo con i britannici “Whitesnake”.

 

I tre Grammy Awards

Zappa fa capolino nella biografia di Vai nuovamente nel 1994, quando l’artista di Carl Place si aggiudica il primo Grammy della sua carriera per la migliore performance strumentale rock. Il premio gli viene attribuito per “Sofa”, pezzo di Zappa eseguito da Vai nell’album tributo “Zappa’s Universe” di artisti vari, uscito nel 1993. Vai replica nella stessa categoria nel 2008 con il brano “Peaches en Regalia” eseguita con i Zappa Plays Zappa e Napoleon Murphy Brock. Nel 2002, invece, Vai, da tecnico del suono e produttore, si aggiudica il Grammy per il miglior album strumentale pop con “No Substitutions: Live in Osaka” di Larry Carlton e Steve Lukather.

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Joe Satriani e Steve Vai durante il tour europeo del G3 nel 2004 - ©Getty

Le esibizioni col G3

Con Joe Satriani, Vai si ritroverà nel G3, progetto musicale con l’obiettivo di riunire i tre più grandi chitarristi del mondo. Il primo G3 è del 1996: oltre a Satriani e Vai, c’è anche Eric Johnson. Coi G3, la discografia di Vai si arricchisce di altri 4 album: “G3: Live in Concerto” (1997), “G3: Live in Denver” (2003), “G3: Rockin’ in the Free World” (2003) e “G3: Live in Tokyo” (2005), in cui con Satriani e Vai, il terzo gustar hero è un altro italo-americano: John Petrucci dei Dream Theater.

 

La collezione di chitarre

Vai possiede oltre 300 chitarre ed è endorser per la Ibanez dal 1986. Lo strumento più bizzarro da lui impugnato è una tre manici a forma di cuore utilizzata anche nel video di David Lee Roth “Just Like Paradise”. Sono probabilmente le JEM però le chitarre simbolo della carriera di Vai. Ma l’artista è parecchio legato anche alle Stratocaster, soprattutto a una in particolare: la Sticker Strat, che acquistò da giovanissimo e che lo accompagnò agli inizi, dal periodo di studio fino agli esordi nella band di Frank Zappa.

 

La sfida al cinema con Ralph Macchio

La chitarra di Vai fa capolino anche al cinema. Nel 1986 l’eclettico artista viene chiamato a interpretare il ruolo di Jack Butler, un chitarrista ispirato dal demonio, nel film “Mississippi Adventure” (“Crossroads” il nome originale della pellicola) di Walter Hill. In molti ricordano la scena in cui Vai sfida in una battaglia di chitarre “Talent Boy”, interpretato da Ralph Macchio, che aspira a diventare un bluesman di successo.

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