Esordio sul palco di Sanremo 2021 per Gio Evan, che canta la sua “Arnica”. Ecco il testo del brano
La verve artista di Gio Evan, nome d’arte di Giovanni Giancaspro, si è espressa negli anni in svariati modi, dalla poesia alla filosofia, fino alla musica. Un percorso che lo ha condotto sul palco di Sanremo 2021 con la sua “Arnica”.
Il suo esordio avviene a 20 anni con un testo autoprodotto, “Il florilegio passato”. Si tratta di una raccolta dei versi scritti nel corso del suo viaggio in India. L’approccio al mondo della musiva avviene nel 2013, quando pubblica “Cranioterapia”, disco autoprodotto. Torna alla poesia e firma un contratto con una casa editrice, che pubblica il suo primo romanzo, “La bella maniera”.
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Svariati i testi proposti negli anni, da “Teorema di un salto” a “Passa a sorprendermi”. Nel 2018 viene pubblicato il suo primo album, “Biglietto di solo ritorno”, seguito da “Natura molta”. Nel 2020 torna al suo primo amore, la scrittura, proponendo al suo pubblico, parallelamente, due singoli, “Regali fatti a mano” e “Glenn Miller”.
Il testo di Arnica
E sbaglio ancora a vivere e non imparo la lezione
Prendere in tempo il treno, e poi sbagliare le persone
E sbaglio ancora a fidarmi a regalare il cuore agli altri
Che poi ritorna a pezzi curarsi con i cocktail e fare mezzanotte e non risolvere mai niente
Cerco un amico per un buon tramonto insieme
Voglio arrivare all’alba e dire dai di nuovo
E voglio farmi scivolare il mondo addosso
E non scivolare sempre io
E volo con la testa tra le nuvole
Ma vedessi il cuore quanto va più in alto
E non voglio dimenticare niente
Però fa male ricordarsi tutto quanto
Le corse lungomare
Nuotare fino a non toccare
L’ansia di non fare in tempo
Coi regali di Natale
Lo sguardo di mia madre, quando pensava che questa volta non ce la potessi fare
Le partite sulla strada
Fare i pali con la maglia
Restare accanto
A chi non ce l’ha fatta
Le prime cicatrici
Gli amori mai finiti
Le nottate a casa soli o ubriachi con gli amici
Per poi dire cosa quanto ha fatto male
Eppure non riesco a rinunciare
Per poi dire cosa quanto ha fatto male
Eppure lo voglio rifare
E portami una primavera prima che appassisca
Davanti all’estate di tutti
Così esile che la tormenta
Mi confonde con un panno steso al vento
E cerco un posto dove poter fare il debole
Amici buoni per smezzare una tempesta
‘Che’ l’amore si scopre solo in mezzo al temporale, ammiro i vostri punti fermi ma ho bisogno di viaggiare
E volo con la testa tra le nuvole
Ma vedessi il cuore quanto va più in alto
E non voglio dimenticare niente
Però fa male ricordarsi tutto quanto
Le corse lungomare
Nuotare fino a non toccare
L’ansia di non fare in tempo
Coi regali di Natale
Lo sguardo di mia madre, quando pensava che questa volta non ce la potessi fare
Le partite sulla strada
Fare i pali con la maglia
Restare accanto
A chi non ce l’ha fatta
Le prime cicatrici
Gli amori mai finiti
Le nottate a casa soli o ubriachi con gli amici
Le corse di mia madre per fare in tempo a scuola
Sognare ad occhi aperti
L’estate senza soldi
L’ansia degli esami
Ma che festa il giorno dopo
La faccia di mio padre
Quando andava a lavoro
Le volte in cui pensiamo che andrà tutto male
I viaggi con chi ami
Sì ma i sogni a puttane
Le prime delusioni
Perché i baci finiscono
Le nottate a casa con gli amici
A dire resteremo uniti
E poi dire cosa quanto ha fatto male
Eppure non riesco a rinunciare
Per poi dire cosa quanto ha fatto male
Eppure lo voglio rifare.