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Laurie Anderson compie 75 anni, dalla musica all’arte: le tappe della sua carriera

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©Getty

Artista sperimentale per eccellenza, è nata vicino Chicago il 5 giugno 1947. Nella sua lunga carriera ha spaziato dalle performance d’avanguardia al successo musicale, dalla spoken poetry al cinema. È stata premiata con un Grammy ed è stata per 21 anni la compagna di vita di Lou Reed 

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“Non so quello che cerco, non metto limiti né frontiere alla mia creatività”, ha detto una volta Laurie Anderson. E questo suo vulcanico approccio alla vita, tra sperimentazioni e progetti sempre diversi tra loro, l’ha resa una delle artiste più impossibili da catalogare. La musica, certo, ma declinata in infinite sfaccettature, dalle performance multimediali alla spoken poetry, dal teatro alle installazioni museali. La visionaria artista originaria dell’Illinois, nata il 5 giugno 1947, compie 75 anni. Dagli esordi al successo, dalle collaborazioni storiche all’amore lungo una vita con Lou Reed: ecco le cose da sapere su di lei.

Gli esordi

Laurie Anderson (all’anagrafe Laura Phillips Anderson) è nata in un sobborgo di Chicago e sin da piccola ha studiato pittura e musica, in particolare il violino, che rimarrà uno dei suoi strumenti caratteristici. Si è trasferita a New York nel 1966 e ha proseguito gli studi in storia dell’arte per poi ottenere un M.F.A. in scultura alla Columbia University. Si dedica alla performance-art e tra i primi progetti ci sono il un concerto per automobili ribattezzato Automotive e il bizzarro Duets on ice, in cui l’artista suonava un violino in strada e lo strumento, con un registratore nascosto all'interno, produceva dei loop di suoni sovrapposti alla musica. Durante l'esibizione Laurie indossava dei pattini con le lame immerse nel ghiaccio che si scioglieva fino a che non era più in grado di reggerla. In questi anni ha lavorato anche come disegnatrice, illustratrice per libri dell’infanzia istruttrice e critica d’arte.

Gli anni ’70

Anderson inizia a incidere musica e alcuni brani finiscono in diverse compilation con altri artisti. Molte delle sue prime registrazioni sono rimaste inedite o pubblicate in tiratura limitata come la canzone It's Not the Bullet that Kills You (It's the Hole), originariamente registrata per essere utilizzata in un'installazione artistica che consisteva in un jukebox che suonava le diverse composizioni della Anderson, alla Holly Solomon Gallery di New York. Verso la fine del decennio conosce e talvolta collabora con una serie di grandi nomi delle avanguardie: da John Giorno a William S. Burroughs, da Philip Glass a John Cage, fino a Brian Eno. In questa fase lavora anche con l’amico comico Andy Kaufman.

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Il successo musicale

A inizio anni ’80, Laurie Anderson scrive lo spettacolo United States che qualche anno dopo diventerà una tournée e poi un album in quattro parti. Si tratta di un’opera musicale lunga circa 5 ore con brani cantati e assoli strumentali e recitativi, in cui si mescolano episodi personali, considerazioni politiche e sketch umoristici. L’artista suona anche strumenti originali creati da lei come il tape bow violin, un violino con una testina da registratore al posto delle corde e un nastro magnetico inciso, teso sull’archetto. Nel 1981 pubblica l’album You are the Guy I Want to Share My Money With con William S. Burroughs e John Giorno. Ma il grande successo arriva con la pubblicazione del singolo O Superman, che raggiunge il numero due nelle classifiche britanniche e la porta a firmare un contratto di sette album con la Warner Bros. Records. La canzone viene quindi inclusa nel primo disco dell’artista, Big Science. E in Italia sarà poi ricordata qualche anno dopo per essere stata usata negli spot del Ministero della Sanità per la prevenzione contro l’Aids. Big Science la impone alla ribalta grazie a un uso rivoluzionario della vocalità in continua trasformazione. In questi anni poi collabora tra gli altri con Peter Gabriel, Nona Hendryx e Jean Michel Jarre.

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Un carriera in bilico tra musica e arte

Negli anni ’80 incide altri 3 dischi: Mister Heartbreak del 1984, Home of the Brave del 1986, derivato in gran parte della colonna sonora dell’omonimo film, in cui ha recitato, e nel quale c’è il brano Language Is A Virus, prodotto da Nile Rogers, e infine Strange Angels del 1989. Intanto nel 1986, presenta la sua performance Natural History, da cui trae qualche anno dopo il libro Empty Places. A inizio anni ’90 appare in The Human Face, un documentario artistico diretto da Nichola Bruce e Michael Coulson per la Bbc. Nel 1994 crea un cd-rom interattivo della durata di 12 ore intitolato Puppet Motel, a cui segue l’album Bright Red, coprodotto da Brian Eno. Nel 1995 pubblica l’album di spoken word The Ugly One with the Jewels. Dai primi anni ’90 inizia una relazione sentimentale e professionale con Lou Reed, con cui starà insieme 21 anni, fino alla sua morte del 2013. Verso la fine del decennio, Laurie Anderson crea Song and Stories from Moby Dick, uno spettacolo imponente ispirato al romanzo di Melville, esplorando gli effetti della tecnologia sulle relazioni umane e sulla comunicazione. In questo lavoro suona un altro strumento di sua invenzione, il Talking stick, una sbarra metallica riempita di circuiti elettronici che riproduce suoni in base a come viene mossa o toccata. Sempre in questo decennio si deve ricordare la sua retrospettiva Stories from the Nerve Bible, un volume in cui ripercorre vent’anni di opere. Il tour diventa a sua volta una grande performance multimediale in cui Anderson unisce letture, musica, recitazione, danza, video.

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Il nuovo millennio

Gli ultimi album di Laurie Anderson sono stati Life on a String, nel 2001 e Homeland nel 2010, una forte presa di posizione contro la politica degli Usa e il sistema finanziario occidentale. Una denuncia della fine del sogno americano. La sua sperimentazione costante la porta a realizzare video, a comporre colonne sonore (per Wim Wenders tra gli altri), per balletti di Trisha Brown e Molissa Fenley. Registra un audiolibro per The Body Artist di Don DeLillo. Nel 2003 diventa la prima artista ufficiale della Nasa, un incarico che ha ispirato la sua performance The End of the Moon e l’ha portata a visitare il programma spaziale russo. Nel 2008 si è sposata con lo storico compagno Lou Reed in Colorado. Il marito è morto nel 2013 e lei l’ha commemorato con una toccante lettera. Proprio il tema della perdita è al centro del documentario Heart of a Dog, da lei diretto nel 2015. Da questo lavoro, premiato in numerosi festival internazionali, ha tratto anche un album parlato. Ne esiste anche una versione italiana, narrata dalla stessa Anderson. E un altro evento tragico, come l’uragano Sandy, che nel 2012 colpisce anche la sua abitazione di New York, è diventato lo spunto per il processo creativo dell’album di spoken word Landfall, in collaborazione con il Kronos Quartet, uscito nel 2018 e che ha vinto anche un Grammy. Si tratta di uno dei suoi ultimi lavori, in parallelo all’autobiografia artistica All The Things I Lost In The Flood.

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