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Queen: 30 anni fa usciva "Innuendo", l'album d'addio di Freddie Mercury

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Il 4 febbraio 1991 veniva pubblicato nel Regno Unito l’ultimo lavoro della band con il frontman ancora in vita. Il 14esimo disco in studio del gruppo ebbe una gestazione lunga a causa del peggioramento della malattia di Mercury. Dalle curiosità della title track alle tematiche di “The Show Must Go On”, dai video all’omaggio della copertina: ecco tutto quello che c’è da sapere su questa pietra miliare

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Innuendo compie 30 anni. Il quattordicesimo lavoro in studio dei Queen uscì nel Regno Unito il 4 febbraio 1991, pubblicato dall’etichetta Parlophone. Si tratta di un disco entrato nella storia, perché è l’ultimo della band uscito con Freddie Mercury ancora in vita. Il frontman morì qualche mese dopo, il 24 novembre dello stesso anno.

La nascita del disco e la copertina

Nel 1989, terminate le sessioni del disco “The Miracle”, Mercury iniziò a incidere alcuni demo. In quei mesi la sua sieropositività si trasformò in Aids e il cantante rivelò per la prima volta agli altri membri della band le sue condizioni di salute ma la notizia venne tenuta nascosta ai mass media. I Queen passarono tutto il 1990 in studio (tra i Metropolis Studios di West London e i Mountain Studios di Montreux, in Svizzera) per registrare l’album, che nei piani iniziali sarebbe dovuto uscire per Natale. Invece il peggioramento della malattia di Mercury fece slittare tutto di qualche mese e l’album uscì solo a febbraio 1991. La cover del disco è ispirata all’illustrazione del 1884 “L'Autre Monde” di Grandville ed è stata disegnata dagli stessi Queen insieme a Richard Gray.

Le tematiche e la scaletta

Il disco è visibilmente influenzato dalla situazione del frontman. I testi sono impregnati della tematica della morte imminente, della paura e dei timori. La prima facciata dell’lp ha in ordine: Innuendo, I'm Going Slightly Mad, Headlong, I Can't Live With You, Ride the Wild Wind. Il lato B prosegue con All God's People, These Are The Days of Our Lives, Delilah, Don’t Try So Hard, The Hitman, Bijou, The Show Must Go On. Nonostante la malattia, Mercury in queso album raggiunse le quattro ottave di estensione e da un punto di vista vocale sembrò non aver risentito delle sue condizioni fisiche.

Il successo

L’album raggiunse la prima posizione nella UK Albums Chart (Regno Unito), rimanendovi per due settimane. Ma fu primo anche nelle classifiche per 3 settimane in Italia, 4 nei Paesi Bassi, 6 in Germania e 9 in Svizzera, tutti Paesi in cui è stato certificato disco di platino. È stato il primo disco dai tempi di “The Works” (1984) a essere certificato disco d’oro negli Usa. Nel 2006 è stato votato come il 94esimo miglior album di tutti i tempi, in un sondaggio della Bbc.

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La title track

Innuendo, la canzone che apre l’omonimo album, è considerata la “Bohemian Rhapsody degli anni ’90” per diverse analogie, a partire dalla lunga durata intorno ai 6 minuti. Mai eseguita dal vivo dalla band al completo (come tutti i brani pubblicati dal 1986 in poi), è stata scritta da Freddie Mercury e Roger Taylor come tributo ai Led Zeppelin. Il ritmo cita "Kashmir" a velocità rallentata. La musica è nata da una jam session di Brian May, Roger Taylor e John Deacon negli studi di Montreux. Il chitarrista degli Yes, Steve Howe, ha suonato il famoso assolo di chitarra a metà brano. Il video musicale è stato creato combinando l’animazione in stop motion con il rotoscoping e con figure in plastilina. I membri della band appaiono solo come illustrazioni e immagini e sono stilizzati.

The Show Must Go On

Innuendo si chiude con "The Show Must Go On", che erroneamente viene considerato il brano d’addio di Mercury al mondo. In realtà la canzone è scritta da Brian May e accreditata (come avveniva per tutte le canzoni dall'album The Miracle in poi) all'intera band. Secondo la leggenda, quando fu realizzata la prima demo del pezzo, Brian May era preoccupato che Mercury non riuscisse a intonare le parti in falsetto e voleva eliminarle. Ma in fase di registrazione il cantante stupì tutti ancora una volta e registrò il suo capolavoro finale.

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