Il 6 gennaio 2024 il cantutore compie 86 anni. È un simbolo della musica del nostro Paese, così come simbolici e senza tempo sono diventati i suoi brani. Da "il tuo bacio è come un rock" a "siamo la coppia più bella del mondo", ecco alcuni dei ritornelli più conosciuti di sempre
Ha pubblicato alcuni degli album più venduti nella storia in Italia e cantato brani diventati tra i più famosi in Italia e non solo. Adriano Celentano, che il 6 gennaio 2023 compie 85 anni, è un simbolo della musica del nostro Paese. Così come simboliche, iconiche, senza tempo, sono diventate le frasi delle canzoni che ha interpretato lungo tutto l'arco della sua carriera. Ecco una selezione delle più famose.
"Il tuo bacio è come un rock, che ti morde col suo swing"
Il tuo bacio è come un rock è un brano del 1959 che vinse il Festival di Ancona. Con musica e arrangiamento di Ezio Leoni, testi di Piero Vivarelli e Lucio Fulci, fu un grandissimo successo fin da subito. Anche grazie alla frase protagonista della canzone:
Il tuo bacio è come un rock,
che ti morde col suo swing
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"Con 24 mila baci oggi saprai perché l'amore vuole ogni istante mille baci"
A Sanremo 1961 Adriano Celentano e Little Tony proposero un pezzo che sarebbe passato alla storia della kermesse: 24 mila baci. La canzone si classificò al secondo posto, ma entrò nel cuore di tutti e lanciò definitivamente Celentano verso il successo. Questa la frase "icona" del brano:
Con ventiquattromila baci oggi saprai perché l'amore
Vuole ogni istante mille baci
Mille carezze vuole all'ora
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"Questa è la storia di uno di noi"
Non si può non parlare di Celentano senza citare il brano Il ragazzo della via Gluck, del 1966, firmato da Luciano Beretta, Miki Del Prete, con la musica dello stesso Celentano e l'arrangiamento di Detto Mariano. Testo biografico, parla della via Cristoforo Gluck del quartiere Greco della periferia di Milano, zona che nel dopoguerra conobbe una forte urbanizzazione. È questa la via dove il cantante era nato e viveva da ragazzo con la famiglia, al civico 14. Questa la parte più famosa dell’intero brano:
Questa è la storia
Di uno di noi
Anche lui nato per caso in via Gluck
In una casa, fuori città
Gente tranquilla, che lavorava
Là dove c'era l'erba ora c'è
Una città
E quella casa in mezzo al verde ormai
Dove sarà
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"Siamo la coppia più bella del mondo e ci dispiace per gli altri"
Pubblicata nel 1967, La coppia più bella del mondo è identificata come la canzone che descrive al meglio il rapporto tra Celentano e la moglie Claudia Mori. Anche questo brano divenne immediatamente un evergreen, anche grazie alla frase:
Siamo la coppia più bella del mondo
E ci dispiace per gli altri
Che sono tristi, che sono tristi
Perché non sanno più cos'è l'amor
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La lunga storia d'amore tra Adriano Celentano e Claudia Mori. FOTO
"AZZURRO, Il pomeriggio è troppo azzurro e lungo per me"
Nella storia della musica italiana entra sicuramente di diritto anche il brano Azzurro: scritto da Vito Pallavicini e Paolo Conte e inciso la prima volta da Adriano Celentano su 45 giri, inserito poi nell'album omonimo Azzurro/Una carezza in un pugno, è stato pubblicano nel maggio del 1968. Indimenticabile questo passaggio:
Azzurro,
il pomeriggio è troppo azzurro
e lungo per me.
Mi accorgo
di non avere più risorse,
senza di te,
e allora
io quasi quasi prendo il treno
e vengo, vengo da te,
ma il treno dei desideri
nei miei pensieri all'incontrario va.
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"Io non so parlar d'amore, l'emozione non ha voce"
Sicuramente tra i brani più famosi interpretati da Celentano c’è poi L’emozione non ha voce scritto da Mogol (testo) e Gianni Bella (musica), arrangiato da Fio Zanotti, pubblicato nel 1999 ed estratto dall'album Io non so parlar d’amore. Celebre questo passaggio:
Io non so parlar d'amore
l'emozione non ha voce
e mi manca un po' il respiro
se ci sei c'è troppa luce
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"Io son partito così, d'improvviso"
L'arcobaleno è a sua volta una canzone, scritta per la parte letteraria da Mogol su musica di Gianni Bella, inclusa nell'album Io non so parlar d'amore. Il brano è dedicato al musicista Lucio Battisti, scomparso circa quattro mesi prima dell'uscita dell'album (il 9 settembre 1998). Il testo si snoda come un discorso in prima persona fatto a una persona che se ne è andata troppo presto, come ricordano queste parole:
Io son partito poi così d'improvviso
Che non ho avuto il tempo di salutare
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Mogol, di Lucio Battisti ce n'è soltanto uno
"Per averti, farei di tutto"
Arrivano gli anni 2000 e, proprio nel 2000, debutta Per averti, brano frutto della collaborazione con Mogol e Gianni Bella, che ne sono gli autori. Ebbe un grandissimo successo alla radio, per via del suo ritmo incalzante e molto orecchiabile. Questa la frase “cult” della canzone:
Per averti
Farei di tutto
Tranne perdere la stima di me stesso