Un anno fa se ne andava Paolo Benvegnù, il Don Chisciotte della musica

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Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Il cantautore milanese è  morto improvvisamente il 31 dicembre 2024, aveva 59 anni. Sono da poco stati pubblicati due suoi brani inediti sul Natale, in uno c'è la voce di sua figlia Anna. IL RICORDO

Un anno fa esattamente. Era il 31 dicembre 2024 quando, in procinto di spegnere il computer e avviarmi a celebrare l'entrata nel 2025, è giunta la notizia che Paolo Benvegnù, il Don Chisciotte del cantautorato, se n'era andato. Un morte improvvisa, un malore la sera prima alla fine di un concerto, il rientro a casa e poi il nulla. Si sono spenti il tuo sorriso e la tua poesia. E dire che solo poche settimane prima ti era stata consegnata la Targa Tenco per il miglior album in assoluto con È Inutile Parlare d’Amore, un disco che racconta l’essenza di una ricerca infinita. C'ero io sul palco dell'Ariston con te, io ti ho consegnato quel riconoscimento e tutt'oggi, se chiudo gli occhi, sento il calore di quell'abbraccio. Pochi istanti dopo ci siamo ritrovati su una scala antincendio a chiacchierare: il fumo del mio sigaro toscano ad accompagnare i nostri discorsi sotto quella pioggia obliqua tipica della Liguria quando decide di essere ruvida e fastidiosa. È Inutile Parlare d’Amore trattava l'irrazionalità come forma di libertà ed è stato un attimo entrare nei tuoi tanti mondi paralleli. Ma dei molti che mi hai elencato, su due ti sei soffermato definendoli fondamentali: la realtà di percezione e un altrove celeste. Ma di entrambi non coglievi l’essenza, mi hai detto che ti sentivi come un bimbo delle elementari curioso che si accinge a una ricerca infinita.

DUE BRANI INEDITI SUL NATALE, UNO CANTATO DALLA FIGLIA ANNA

Il mondo percettivo lo hai lasciato qui ma quell'altrove celeste non sarà più fonte di dubbio. Ti ci vedo a disquisire col più grande rivoluzionario della storia, quel Signore con la barba che poco più di duemila anni fa ha segnato e delineato la storia dell'umanità. Tu che sei sempre stato un crociato dello stupore hai sempre saputo quando era necessario arrendersi alla vita e a quello che succede ma ogni istante che potevi preferivi indossare i panni di Don Chisciotte non per stare al riparo dalla realtà ma perché ti piaceva assai di più vivere nell’immaginazione. A proposito di immaginazione e di stupore. Ma che bel regalo mi, ci hai fatto per queste feste. Babbo Natale ha giocato d'anticipo sul calendario e ha distribuito due tuoi progetti inediti, due canzoni di Natale firmate da te che raccontano la magia del Natale, l’amore e la gioia dei bambini con leggerezza e poesia. Buon Natale anche per Te è il primo inedito che ospita la tua voce insieme al Piccolo Coro dell’Antoniano; poi c'è Un Natale Infinito, brano cantato ancora dal Piccolo Coro dell’Antoniano insieme a tua figlia Anna. Mi hai spesso detto che avevi imparato a piangere seppur lacrime di pietra ma che eri capace di lacrime vere e copiose al cospetto della gioia altrui. Le tue canzoni natalizie mi hanno commosso. Mi hanno aiutato a essere, come tu amavi dire, "più contemplante". Ma sappi che il tuo concetto di sparizione dalla realtà ancora mi è ostico da accettare. Anche perché in sogno mai sei venuto a sorridermi dunque ti aspetto. Ciao amico mio, fragile cantore della buona gente.

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