Emanuele Colandrea, l'album Due: "E' un viaggio fuori dal tempo aspettando il Tre"
Musica
Il disco è cinque testi ma dieci brani, ogni testo due canzoni differenti. Se il precedente Uno voleva essere in qualche modo tutta la vita davanti, questo nuovo capitolo vuole essere tutta la vita di fianco, un modo per non sentirsi schiavi, nemmeno delle canzoni. L'INTERVISTA
Due è il nuovo album di inediti di Emanuele Colandrea. Come in Uno (l’album di pubblicato ad aprile 2025), anche queste dieci canzoni sono scritte, suonate, arrangiate, registrate, mixate e masterizzate dal cantautore. In appena sei mesi, Emanuele Colandrea torna con un nuovo capitolo musicale che testimonia l’intensa fase creativa che sta attraversando. Il percorso artistico di Emanuele Colandrea è quello di chi vuole continuare a costruire, passo dopo passo, la propria identità tra studio e palcoscenico. Con questo quinto disco, il secondo da viaggiatore solitario, ci accompagna in un viaggio folk per attitudine fuori dal tempo. Ogni canzone con due anime, ogni testo con due vite differenti. É questo bipolarismo la vera novità di Due.
Emanuele partiamo dalla storia di Due: come hai lavorato a questo disco che parla di condivisione e di tempo con franchezza attraverso scorci di umanità e che si confronta col doppio?
E' una idea che avevo già ai tempi di Uno anche se confusa, mi sono sempre voluto cimentare col mio modo di vedere gli esercizi di stile. Il sogno e fare con un testo solo un disco intero, per liberarci dalla forma mentis degli standard della canzone, a partire da dividere testo da musica e arrangiamento e quindi porre il pensiero sul progetto finale.
Facciamo un attimo un passo indietro a Uno: per i pitagorici era il generatore di tutti i numeri perché la sua aggiunta trasformava un pari in un dispari e viceversa. Sfumature essenziali: è anche per questo che lo hai scelto oltreché perché lo hai definito il numero dell'istinto?
Se vogliamo sì ma anche perché è il primo che arriva. Il prossimo lo trasformerà in tre.
Sabbia e Cemento trasmette un senso dell'attesa attraverso strutture e consistenze diverse. Ma, a loro modo, sono entrambi forti. E' tra questi due poli che scorre la vita?
Praticamente sì, più che una figura retorica e la realtà avendo frequentato i cantieri; è soprattutto una canzone di ricordi.
Eccoci a Due. D'accordo stare attento ai limiti di velocità delle vanità, ma non credi che se mettessimo un freno all'amore e alla musica saremmo tutti un po' più poveri?
E' il rovescio della medaglia, ma in particolare gli stati d'animo cambiano il senso, come i proverbi in base al momento in cui gli ascolti: gira attorno ai falsi equilibri.
Chi è Leda dal corpo da uomo e un meraviglioso cervello da donna? E quale è la sola cosa che conta che le hai messo al fianco?
La ho inventata, è stato un trucco per portare tematiche pesanti sotto la penna. E' il secondo nome della mia compagna e la prima frase viene proprio da lì. Poi esprime l'idea di chi ha una vita ma ne vorrebbe un'altra, senza restringere il concetto al corpo.
Presenti settembre, in Bentornato Settembre, come una giostra di melanconia: per cosa devi chiedere scusa con un messaggio in segreteria?
Non per la melanconia, più per cosa non deve chiedere scusa. Sono nato a ottobre e l'autunno mi ha sempre affascinato, l'estate ho imparato ad apprezzarla grazie alle persone che mi stanno vicino.
"Settembre andiamo. E' tempo di migrare" scrisse Gabriele D'Annunzio: è così anche per te? Col desiderio di fuggire dalle ombre alla faccia di quella gente che si annoia e che rompe, che sorride e confonde"?
Gabriele D'Annunzio aveva ragione ma nella vita ci sono cose che portano altrove e danno la spinta, a volte basta partire da un taglio di capelli. E' l'esigenza di volersi vedere cambiati, per rinnovamento e non per il prima.
Quando hai scritto "non c’era niente che mi facesse pensare a una guerra tranne il nostro futuro sempre pronto a sparare" hai valutato di cambiare una vocale e parlare di un futuro sempre pronto a sperare?
Non ci ho pensato ma è un figata perché cambia totalmente il senso, quando mi esibirò dal vivo magari lo uso.
Né in Cielo né in Terra e Anime di Contrabbando hanno tanti inquietanti punti interrogativi: dove possiamo trovare una risposta e cosa la musica può fare affinché non ci voglia una guerra per avere la pace?
La musica può partecipare alla conversazione e tenere il passo di una comunicazione e di un dibattito decente fatto di argomentazioni. Ho inserito nel testo tante domande perché è complicata una risposta e io almeno instillo il dubbio.
Il proponimento per il 2026 è lasciare indietro e lasciare cadere i pensieri pesanti?
Sì. Ti rispondo con un semplice sì.
Infine ti chiedo che accadrà nei primi mesi del 2026: devo aspettarmi il proverbiale non c'è il due senza il...tre?
Cominciano i concerti a fine gennaio e saremo in trio. Parto da Bologna il 24 gennaio, appunto. Tendo a uniformare il live, non sono mai stati tanti diversi da me stesso, mi piace idee di un sound omogeno.