Il brano racconta come il senso di comunità rappresenti l’argine più resistente al degrado e alla violenza
IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ORIGINALE DELLA BAND
DescargaLab chi?
Da decenni siamo già fortunati se chi ci presenta dice correttamente il nostro nome, figuriamoci il resto. Però non possiamo lamentarci, perché ci siamo chiamati così di proposito. Quello che conta infatti sono le storie di (r)esistenza civile che raccontiamo da sempre e non certo il protagonismo degli artisti. Comunque, per la precisione: Descarga come la Jam Session percussiva cubana perché amiamo il mondo dei ritmi, Lab come laboratorio perché se ci fossimo chiamati collettivo, come avremmo voluto, rischiavamo di suonare solo alle feste de l’Unità.
Succede che mentre finivamo di registrare il nostro ultimo disco Tarumbò Caribeño, omaggio in chiave caraibica a Pino Daniele realizzato con lo storico produttore Claudio Poggi, è volato via improvvisamente Davide, fratello del Giambellino con il ciuffo bianco e compagno di mille battaglie. Saperlo nel vento ha fatto riaffiorare in noi il trasporto emotivo verso il nostro posto nel mondo, il barrio. Così abbiamo deciso che era il momento di scrivere questo brano sulle periferie in cui siamo cresciuti e che incontriamo ogni giorno nei nostri percorsi musicali e sociali. Lo abbiamo fatto rimanendo ancorati al nostro viaggio degli ultimi anni attraverso i luoghi dell’anima accompagnati dal ritmo delle murghe del Carnevale Sociale di Scampia capitanate dalla meravigliosa Mirella alla grancassa, che per noi diventa ancora una volta la Donna Cuncè del grande Pino, la “Madre Dolore” di Daniele Sanzone. In quel rito collettivo ritroviamo il grido di rabbia della balineue espresso con la potenza ironica di cui sono capaci le comunità che riscrivono la storia dei territori.
Partendo da queste tinte intense abbiamo voluto raccontare ad un ascolto diffuso di come sia proprio il senso di comunità a rappresentare l’argine più resistente al degrado e alla violenza. Di come la risposta alle fragilità, soprattutto delle nuove generazioni, passi per la rigenerazione dell’ambiente in cui viviamo ogni giorno e non dalla militarizzazione delle frontiere urbane. Insomma, da vecchi maranza di periferia non potevamo non schierarci con i nuovi maranza sui quali oggi pesa ancora più forte lo stigma razziale di questa definizione. Così, confrontandoci con Luca e Freddy che hanno curato il video abbiamo deciso di intrecciare i corpi che ballano al ritmo della grancassa di Mirella con la dignità dello sguardo di Arcangelo, ospite fragile della Nuova Cucina Organizzata di Casal di Principe, simbolo del riscatto possibile. Abbiamo collocato in mezzo a tutto questo casino organizzato la marcia del Quarto Stato Descargo della copertina del singolo che attraversa simbolicamente un po’ tutti i rioni del Sud (non solo geografico) da Napoli a Cuba. E infine, el comandante mechòn blanco sempre alla consolle: bello, arrogante, estemporaneo e sopra le righe come solo un giovane maranza sa essere.
Muy bonito se pone è un messaggio che lanciamo oltre i tradizionali steccati del torto e della ragione. Ai Salseri delle balere, a chi ha voglia di mettere “un po’ di musica leggera perché ha voglia di niente”, a chi ha voglia di divertirsi, a chi sa emozionarsi, a chi, in tutto questo, vuole provare anche a riflettere.