Giovanni Ti Amo presenta l'album Coyote! con una playlist esclusiva

Musica

L'album affonda le sue radici nella ricerca dell'identità e nella lotta interiore tra autenticità e compiacenza. Come l'animale da cui prende il nome, il coyote, il cantautore racconta la capacità e il rischio intrinseco di adattarsi a ogni ambiente, di cambiare forma per piacere agli altri, fino a smarrire se stessi. Da questa tensione nasce un album profondo e vulnerabile, un viaggio introspettivo che esplora il desiderio di appartenere senza perdere la propria voce

WalkOn The Moon – Asobi Seksu
Una delle canzoni più struggenti che conosca. Gli Asobi Seksu hanno sempre avuto unmodo unico di far convivere delicatezza e rumore, e questo brano ne è l’esempioperfetto. La voce di Yuki, così eterea e al tempo stesso determinata, sembra davveroguidarti in una camminata sospesa, come se il mondo perdesse peso per qualcheminuto. È un pezzo che non ascolti soltanto: ci entri dentro, lasciandoti trasportare daquella malinconia luminosa che ti resta addosso molto dopo la fine.

Sometimes – My Bloody Valentine
Non servirebbero presentazioni: i paladini irlandesi dello shoegaze hanno scritto quiquello che per me è l’inno assoluto del genere. “Sometimes” è una vertigine soffice, unluogo in cui le parole non sono più solo significato ma parte stessa del suono. Dietroquelle chitarre sognanti e distorte senti quasi respirare tutto ciò che non viene detto, eche per questo arriva ancora più profondamente. È il tipo di brano che ti fa capireperché lo shoegaze esiste.

Kaleidoscope – Ringo Deathstarr
Sono molto legato a questa canzone anche per il modo in cui mi ha suggestionatodurante la scrittura del mio brano Virgola. È da qui che è nata l’idea di inserire untambourine: inizialmente volevo fosse presente ovunque, poi hodeciso di lasciarlo solonel finale, come una piccola ricompensa per chi arriva fino in fondo. Kaleidoscope èun esempio di come i Ringo Deathstarr riescano a far girare il suono su sé stesso,creando colori e sensazioni che cambiano a ogni ascolto

Lochness – JulieI
I Julie dimostrano che anche da TikTok può diffondersi musica più che valida. Loro sonotra i protagonisti della nuova rinascita dello shoegaze ed è bello vedere che questaondata parta proprio da ragazzi della nostra età, innamorati del genere e capaci direinterpretarlo con spontaneità. “Lochness” alterna fragilità e furia con unadisinvoltura incredibile, ed è uno di quei brani che ti fa pensare che lo shoegaze abbiaancora tantissimo da dire.

Slime – Glintshake
Di questa band non so assolutamente nulla, e sinceramente non ricordo nemmenocome sia arrivato a scoprire questa canzone. Ma forse va bene così: “Slime” è uno diquei brani che accadono, che entrano nella tua playlist senza chiedere permesso e cirestano. Ha una freschezza ruvida, un modo tutto suo di muoversi tra ritmo e texture,ed è proprio questo mistero che la rende affascinante.

Hunned Bandz – Tanukichan
Non è propriamente shoegaze, ma è un perfetto esempio di ibridazione sonora. Qui labatteria usa suonimoderni, caldi, quasi patinati, che si mescolano a  chitarre chiaramente figlie dello shoegaze. Il risultato è un brano che respira in modo diverso,più contemporaneo, più fluido. È stato per me d’ispirazione, soprattutto nel definire ladirezione sonora di Coyote!, che vive proprio di questo incontro tra radici sognanti epulsazioni attuali.

 

Uhy Yuoi Yoi – No Joy
Un brano semplicemente stupendo. Anche se è del 2013, racchiude praticamente tuttociò che si può trovare nella discografia dei Cocteau Twins: arpeggi liquidi, voce-strumento, atmosfere che sembrano appese a mezz’aria. I No Joy hanno una capacitàrara di evocare immagini, come se ogni suono fosse un dettaglio visivo. “Uhy Yuoi Yoi” èun piccolo universo da attraversare con calma.

Piombo – Chiaroscuro
Italiani, giovanissimi e promettenti. “Piombo” è un brano che mi fa sperare in unascena nostrana più accogliente nei confronti dello shoegaze, che al momento non vivecerto il suo periodo più semplice. Il loro suono è già molto definito, e spero possanodavvero emergere. So che uno di loro è di Caserta come me: magari prima o poi ci siincrocia, sarebbe bello vedere crescere queste realtà anche qui.

Townies – Wednesday
Da mesi la mia band preferita. La critica li definisce i capostipitidel “countrygaze”,grazie alla loro capacità di fondere una scrittura profondamente americana consonorità sporche, taglienti, irruente. “Townies” è uno dei brani più intensi dell’album:racconta e graffia allo stesso tempo, unisce poesia e rabbia, dolcezza e ruggine. È undisco che consiglio davvero a tutti, pieno di parole importanti e di un’identità sonorafortissima.

Kick The Tragedy – Drop Nineteens
Questo brano mi ha colpito sin da subito. La copertina del disco, che sembra scattataieri, contribuisce a creare quel senso di intimità sospesa che permea tutto il pezzo. Èquasi interamente strumentale e dura otto minuti, ma non pesa mai: anzi, sembra parlare con sincerità, come una lunga confessione musicale. Viva i brani lunghissimi—e viva anche quelli cortissimi—quando riescono a dire esattamente ciò che devono.

Spettacolo: Per te