Marco Mengoni comprende la decisione della Spagna sul boicottaggio di Eurovision 2026
MusicaIl cantante interviene nel dibattito sul boicottaggio di Eurovision 2026 in un’intervista al portale spagnolo Jenesaispop, a Madrid. “Come essere umano sto con la Spagna”, ha detto sostenendo la scelta della televisione pubblica iberica RTVE di ritirarsi dal contest dopo la conferma di Israele in gara
Nel pieno della tempesta che scuote Eurovision, interviene anche Marco Mengoni. In un’intervista al portale spagnolo Jenesaispop, il cantautore ha detto: “Come essere umano, sto con la Spagna. È un messaggio molto forte e necessario, perché la situazione è assurda”. E ancora: “Proprio come Eurovision, anche la musica ha una parte politica”. Parole che si collocano nel dibattito sulla presenza di Israele al festival e sul ritiro annunciato della televisione pubblica spagnola RTVE.
Il sostegno e il ringraziamento
L’uscita di Mengoni arriva a poche ore dal suo concerto al Palacio Vistalegre e segue la decisione della tv pubblica spagnola di non partecipare né trasmettere Eurovision 2026. Radiotelevisión Española (RTVE) è l’ente radiotelevisivo pubblico della Spagna, equivalente alla nostra RAI: gestisce i principali canali nazionali ed è membro dell’EBU, l’organismo che organizza il contest. Il presidente di RTVE ha pubblicamente ringraziato l’artista per il sostegno alla posizione spagnola, segnalando quanto il messaggio abbia pesato nel dibattito nazionale.
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Una frattura europea
Dopo l’assemblea dell’European Broadcasting Union (EBU) dello scorso 4 dicembre, che ha confermato la partecipazione di Israele nonostante le richieste di esclusione, la tensione è molto alta. La decisione ha spinto la Spagna, attraverso la sua emittente pubblica RTVE, ad annunciare il ritiro immediato, seguita a ruota da Irlanda e Paesi Bassi, che hanno comunicato il boicottaggio ufficiale. In queste ore anche l' Islanda ha deciso per il boicottaggio, Slovenia e Belgio stanno valutando la stessa scelta mentre altre emittenti pubbliche hanno chiesto un incontro straordinario per rivedere le regole del contest.
Il fronte europeo appare diviso: da un lato chi invoca il principio “United by Music” per mantenere la competizione inclusiva, dall’altro chi ritiene che la presenza di Israele, in pieno conflitto sia incompatibile con i valori del festival. È la crisi più profonda degli ultimi anni per Eurovision, che rischia di perdere pezzi importanti in vista dell'evento che dal 12 al 16 maggio a Vienna, dovrebbe celebrare la musica come linguaggio universale.