In un'epoca di fiducia collettiva e di fermenti culturali si innesta un racconto costruito come un viaggio simbolico tra passato e presente
IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ORIGINALE DELLA BAND
Ciao a tutti siamo i Fuoricentro e siamo felici di presentarvi il videoclip del nostro nuovo singolo Amanda Lear. Con questo progetto abbiamo voluto rendere omaggio a una artista straordinaria e figura simbolo di un’epoca caratterizzata da innovazione, eleganza e audacia creativa. La sua presenza scenica e la sua capacità di reinventarsi nel tempo rappresentano un punto di riferimento per intere generazioni. Richiamare la sua immagine significa evocare un periodo storico, quello della Milano da bere, in cui l’Italia e l’Europa guardavano al domani con ottimismo, stupore e una forte spinta verso la modernità.
Insomma erano anni di sogni condivisi, fiducia collettiva e un fermento culturale che sembrava inarrestabile. Su questo sfondo si innesta il racconto del video, costruito come un viaggio simbolico tra passato e presente. Il filo conduttore è un televisore d’epoca sintonizzato sull’immaginaria “TV FUTURE”, un canale che idealmente trasmette frammenti del futuro già dagli anni ’80. Attraverso questo espediente narrativo, l’Amanda Lear interpretata dall’attrice Tiziana Ferlazzo osserva ciò che il tempo ha riservato al mondo. Al suo fianco, Maurizio Camuti, con i baffi che richiamano Salvador Dalí ,diventa una sorta di guida visionaria, un accompagnatore che le mostra, con un misto di stupore e malinconia, gli scenari del presente. Le immagini che scorrono sullo schermo rivelano un mondo radicalmente diverso da quello immaginato decenni fa: conflitti armati sempre più vicini, notizie di guerra che invadono quotidianamente radio e televisioni, tensioni che sembrano aver riportato
l’umanità indietro nel tempo. A questi elementi si aggiunge il cambiamento climatico, una crisi globale che continua a manifestarsi con sempre maggiore evidenza, nonostante se ne parli meno proprio mentre gli effetti diventano più gravi. Si incontrano anche il tema della povertà crescente e quello della solitudine che caratterizza milioni di persone, soprattutto nelle grandi metropoli moderne. Uno degli aspetti più forti dell’opera riguarda l’iperconnessione.
La tecnologia, nata per avvicinare, ha finito spesso per allontanare, generando relazioni più rapide ma meno profonde. La facilità con cui si comunica ha reso i legami più fragili, trasformando la socialità in un gesto istantaneo che può
svanire con un semplice clic. In questo contesto, l’arte stessa ha dovuto confrontarsi con un cambiamento radicale: la creatività che un tempo nasceva dall’incontro e dall’esperienza condivisa appare oggi minacciata da ritmi accelerati, da contenuti effimeri e dalla perdita di attenzione. Il video invita a riflettere sul “giardino dell’universo”, una metafora del nostro pianeta, meraviglioso ma costantemente maltrattato. È un richiamo alla responsabilità individuale e collettiva, un’esortazione a riconoscere il valore di ciò che ci circonda e che troppo spesso diamo per scontato. La rappresentazione dei conflitti e delle fragilità sociali non vuole essere un messaggio pessimista, bensì un invito a prendere coscienza del presente per costruire un futuro più equilibrato. In questo dialogo ideale tra ciò che eravamo e ciò che siamo diventati, la figura di Amanda Lear assume un ruolo simbolico: rappresenta la forza dell’arte, la capacità di trasformarsi e di illuminare anche i momenti più
complessi. L’opera si conclude con un auspicio di rinnovata armonia, un invito a recuperare autenticità, solidarietà e un rapporto più consapevole con il mondo
che abitiamo.