Euroclub, la super band di 8 elementi scardina e rilegge l'elettronica
Musica
Sono otto i membri di questa speciale ensemble e si tratta di MILES, camoufly, Greg Willen, Lenny Delicious, msft, Automhate, Domm e runo. L'INTERVISTA
Euroclub è l’esclusivo gruppo di musica dance/elettronica composto da MILES, camoufly, Greg Willen, Lenny Delicious, msft, Automhate, Domm e runo, che pubblica il disco eponomo e scardina i principi del clubbing. Fondato nel 2024, ma i germogli sono precedenti, Euroclub nasce dalla connessione spontanea tra artisti con l’obiettivo di unire musica elettronica, moda ed eventi non convenzionali in un’unica piattaforma creativa. Il progetto si distingue per un approccio collaborativo e sperimentale, in cui ogni membro contribuisce con la propria identità artistica alla costruzione di un linguaggio comune. Attraverso una visione condivisa e priva di schemi predefiniti, Euroclub promuove un’estetica e un suono riconoscibile, espressione di un autentico mood destinato a imporsi nella scena underground europea. Il gruppo, fin dalla sua nascita, ha riscosso grande successo tra il pubblico con i singoli Desiderio, Pump The Stereo e Move Me e sono stati supportati da nomi importanti della scena elettronica internazionale come, tra gli altri, Fred again.., Skin On Skin e Porter Robinson. L’album, prodotto tra l’Italia e l’Olanda, combina elementi dance ed elettronici canalizzando la loro personale interpretazione in un mix di stili e influenze che rispecchiano pienamente la filosofia del collettivo: libertà artistica, energia e ricerca sonora. Attraverso ritmi appassionati, ogni componente del gruppo aggiunge un proprio tocco personale ad ogni pezzo, creando un sound unico e originale in grado di richiamare ricordi malinconici e annunciare un futuro luminoso.
Partiamo dal 2024 ovvero da quando è nato il progetto Euroclub: cosa vi ha spinto a unire le vostre creatività?
E' successo molto naturalmente, ci siamo ritrovati in un gruppo WhatsApp che è diventato una sorta di forum. Dopo un po' di messaggi con varie tracce abbiamo valutato di fare qualcosa. La decisione primigenia risale a metà 2023.
L’obiettivo è unire musica elettronica, moda e cultura contemporanea in una factory 2.0 che fa della libertà la sua bandiera: in cosa vi sentite unici?
Nella comunicazione di quello che facciamo, siamo un gruppo di otto persone, siamo una big band di elettronica e già questo è unico; poi abbiamo cercato e preso sonorità che esistono da trent'anni e le abbiamo rigirate in chiave moderna.
E in cosa vi sentite eretici in un mondo musicale dove si sta studiando un algoritmo che crei solo brani di successo?
In tutto, a partire dalla creazione. Tutti scarseggiamo sui social e siamo in toto assenti dall'algoritmo. Non devi pensare ai brani perché funzionino in generale ma perché funzionare nel club.
L'album contiene nove brani: come sono nati? C'è condivisione totale oppure ognuno ha un ruolo come in una orchestra lirica?
Condivisione totale, i brani partono da piccoli gruppi e poi lo lavoriamo in collettività, in un pezzo ci abbiamo messo mano in cinque. Vedremo poi cosa ci riserverà il futuro.
Ascoltandolo ho avuto la sensazione del viaggio: si parte con Inizio e si chiude con Euroclub, come se tutto quello che c'è in mezzo fossero tappe di un viaggio per portare al pezzo che vi rappresenta perfettamente?
Sì il viaggio ci sta, anche perché noi portiamo chi ci ascolta nel viaggio di un club. Si sentono l'esperienza di ognuno e il suo gusto, per chi ha 18 anni e si approccia al genere trova tutto. Ognuno viene da background diversi e se anche talvolta uno traina resta il filo conduttore comune.
Tempo è un brano che al contrario del titolo trasporta in un universo parallelo dove non c'è un meridiano di Greenwich a scandire le giornate. E' la vostra visione dell'arte?
Interessante come lettura. La dimensione atemporale deriva dal fatto che siamo ispirati dalle nostre infanzie che si collocano anagraficamente tra gli anni Novanta e i primi Duemila: quelle origini si mischiano a quello che ascoltiamo oggi. Tempo accoglie molti elementi con i quali siamo cresciuti. La traccia moderna è più timeless.
I Dubplate da una parte sono un controllo in fase di masterizzazione ma dall'altra sono utilizzati per testare remix o versioni alternative della traccia originale: la seconda accezione sono una componente della vostra idea di sperimentazione? Mi riferisco ovviamente alla vostra Give me a Dubplate.
Per noi è più semplice sperimentare non ricorrendo ai vinili dunque nei club possiamo fare dei test. Il concetto è quello della musica inedita che è un concetto molto UK. Noi abbiamo reinterpretato diversamente, per noi sono remix.
La cover è piena di citazioni e allegorie: ognuno ha scelto un elemento che lo rappresentasse oppure è un lavoro di squadra?
Più di squadra. Abbiamo preso ispirazione dalle locandine e dai poster degli Anni Novanta, c'è raffigurato quello che è parte del nostro quotidiano. Non sappiamo quanti lo capiranno ma è un mix caotico del nostro immaginario, col rimando alla nostra infanzia, anche come estetica e come vestiario.
Il viaggio termina con la speranza di un futuro luminoso: essendo voi molto giovani...avete apprensione per il futuro visto come va il mondo?
Per certe cose non ci interessa più niente almeno a livello professionale. Nella musica elettronica e club vediamo un netto miglioramento, le discoteche hanno sempre meno tavoli e sono sempre più piene. Molte persone casual vengono a sentirci e chi prima ascoltava il rap adesso si avvicina a noi. A livello generale saremmo più preoccupati con un figlio piccolo poiché quelle che una volta erano situazioni classiche oggi non esistono più. Finché riusciremo a fare quello che ci piace abbiamo qualche apprensione in meno e inoltre essere amici ridimensiona la preoccupazione.
Vi vedremo in tour?
Ci stiamo pensando ma per ora portiamo il format live curando la line-up dall'inizio alla fine solo con artisti Euroclub, una cosa randomica che ogni volta che va in scena cambia: ognuno fa il suo poi arriva il momento tutti insieme. Affrontiamo il mondo clubbing usando la consolle ma c'è l'idea di fare qualcosa con gli strumenti. Vorremmo curare 5, 6 ore di musica e non è detto che saremmo sempre al completo. Inoltre nei percorsi individuali non entrano le cose di Euroclub perché Euroclub è una entità unica.