Emis Killa, l'album Musica Triste: "E' giunto il momento di raccontare le mie insicurezze"

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Credit Adriano Alia

Il disco, tredicesimo progetto discografico dell’artista, tra album, EP e Mixtape, è composto da 15 tracce. Coinvolti nei feat. Salmo e Tedua, Tony Effe e Capo Plaza, Baby Gang, Papa V, Nerissima Serpe, Flaco G, Ele A e Promessa. L'INTERVISTA 

Musica Triste è il nuovo album di Emis Killa, ma è tutt'altro che triste: è un disco in cui sonorità, linguaggio e stile rappresentano la quintessenza del rap.
Musica Triste è un album la cui identità ha attraversato più di una trasformazione nel corso della sua realizzazione. Durante la stesura, Emis Killa ha ragionato seguendo quello che gli dettava il cuore, pensando a cosa lo rappresentasse veramente, anche eventualmente a discapito di un’appetibilità più mainstream. È nato così un progetto che si distingue per un impianto rap solido, strofe estese, rime strutturate e ritornelli eterogenei, che spaziano da soluzioni più dirette e ritmate ad altre più melodiche, con una scrittura volutamente più immediata.

Emiliano partiamo dal titolo: perché Musica Triste?

Nasce dal titolo di un brano e lo spunto arriva dalla caption Instagram di un artista francese che si chiama Eric Christian, è un pianista e compositore che mi è capitato più volte di ascoltare. Scrisse che lui non era triste ma lo era la musica. Quella frase mi ha portato a una riflessione e mi sono detto: beato te perché io faccio musica triste e forse un pochino triste lo sono anch’io.

Da lì è dunque scaturito il titolo?

Quando ho scritto la canzone mi è tornata in mente quella frase e il ritornello è diventato, spontaneamente, "faccio ancora musica triste, nonostante tutto”.

È così che la pensi?
Io credo che si possa essere di successo al di là dei numeri. Le sonorità non sono allegre, ma va sottolineato che è un periodo storto a prescindere dalla musica. Sono nato come rapper vent’anni fa e tante cose sono cambiate.

A proposito di cambiamenti: la musica può aiutare il mondo a essere migliore?

Non credo che la musica cambi il mondo, se no non parleremmo di fallimenti e disillusioni ma solo di amore. La musica è una conseguenza della realtà. Io faccio il mio e mi diverto: la musica, anche se melanconica, deve fare stare bene. Quando il rapper era un nerd, non ci si interrogava troppo: lavoravi per te e per i quattro amici che ti ascoltavano.

Il tuo rapporto con la musica?
La musica ti rende immortale: io mi sento ventenne per il Rap ma sul resto, anagraficamente, ho un modo diverso di ragionare.

Complicato oggi restare un rapper di riferimento?
A fare rap genuino ed estremo resisterò ancora massimo due dischi e ti dico che sono invidioso di chi è riuscito a reinventarsi come Jovanotti e Coez. Saprò io farlo, ne avrò la capacità?

Il tuo rapporto con Sanremo? Al di là della rinuncia all'edizione 2025? Ci hai ritentato per il 2026?
La vita è fatta di sfide. Arrivare su quel palco, che non era semplice, mi ero detto che alla peggio chi non mi conosce penserà che la mia musica è brutta, ma in quel momento ero fiducioso. Carlo Conti è stato un signore con me, mi ha difeso, ha speso buone parole. Se mi fossi riproposto sarebbe stato forse contento, ma non ci abbiamo voluto provare: il disco va in un'altra direzione. Ho capito tante cose, ora prendo il bello da quello che succede. In relazione a quello che è successo ti dico che valuto le persone per come si comportano con me, sono fiero di tutti i miei amici".

Cosa distingue Musica Triste dai lavori precedenti?

Nella mia musica mancavano le verità nel mostrare le fragilità. È arrivato il momento di raccontare le mie insicurezze.

Ti senti più sicuro?

Ci sono più consapevolezza e meno superficialità nel modo in cui ci si approccia a questo mondo.

La cover è al femminile.
Le donne mi hanno ispirato tanto nella mia carriera e poi mi piaceva l'idea di non apparire.

Sembri più consapevole.
Il successo è come salire a una festa che agognavi all’ultimo piano di un grattacielo e, man mano che sali, cambia tutto: musica, persone, atmosfera. Quando arrivi, comprendi che non è la festa che sognavi".

Parliamo di tour?
Ti assicuro che non abbiamo ancora stabilito nulla. Intanto mi dedico agli instore. Quando ci sarà un progetto live sarai il primo a saperlo.

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