Cristiano De André: "Stanno tornando l'umanità e i principi etici"

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Credit Virginia Bettoja

Cinque date invernali per il De André canta De André Best of Tour Teatrale. Si parte l'1 dicembre dal Teatro Regio di Parma. L'INTERVISTA

Il progetto De André canta De André si arricchisce di un nuovo tassello, dopo il successo dei quattro album De André canta De André – Vol. 1 (2009), De André canta De André – Vol. 2 (2010), De André canta De André – Vol. 3 (2017) e De André canta De André – Storia di un impiegato (2023), e i vari tour sold out dedicati ognuno a

una parte del repertorio di Fabrizio e dopo il tutto esaurito in ogni tappa del De André canta De André Best of Tour Teatrale” e del De André Canta De André Best Of Estate. Con De André canta De André Best of Tour Teatrale Cristiano De André, unico vero erede del patrimonio musicale deandreiano, porterà sul palco il meglio del repertorio finora affrontato, accompagnato dagli insperabili musicisti Osvaldo di Dio alle chitarre e Davide Pezzin al basso. Alle tastiere torna Luciano Luisi, che arrangiò i primi due volumi, e alla batteria arriva Ivano Zanotti. Cristiano stesso, non solo cantautore ma anche polistrumentista, suonerà la chitarra acustica e classica, il bouzouki, il pianoforte e il violino, accompagnando lo spettatore in un percorso che affronta la grande opera di Fabrizio.

cristiano de andre
Credit Virginia Bettoja

Cristiano partiamo da questa nuova parte del tour con le prime date annunciate: cambia qualcosa?

Il tour è sempre il the best of con qualche aggiunta, magari aggiungerò qualcosa da solo con la chitarra, insomma qualche chicca potrebbe esserci.

 

Il debutto sarà l'1 dicembre al Teatro Regio di Parma: da un punto di vista emotivo quanto il luogo fa la differenza?

E' immergersi nella storia, è un teatro meraviglioso, credo sia la quarta volta che suono lì ed è sempre un grande piacere. Si potrebbe pure evitare l'impianto audio poiché in ogni anfratto si sente benissimo.

 

Tuo padre ha fatto parte di quella generazione che credeva che la musica avrebbe reso il mondo un posto migliore: l'attualità ci dice che non è andata così. Credi che siano state vittime di una illusione?

Ci credevano davvero, lui era convinto di cambiare il mondo in meglio e farlo ancora in vita. Io dico che se ne è andato in tempo per non vedere la tristezza di questa epoca. Quello che ci ha lasciato sarà un grande aiuto per il futuro.

 

Quando tu guardi un telegiornale e vedi la situazione politica del nostro paese, le guerre che abbiamo intorno...credi che esista ancora il concetto di umanità?

Anche se non si vede, in maniera sotterranea c'è. Siamo a un punto di rottura e inaccettabilità di un sistema marcio. Ci sarà un cambiamento verso l'umanità e l'etica. E non credo sia lontano quel momento.

 

Oggi molti giovani si isolano, vivono dietro gli schermi di un computer e non guardano più il cielo o il mare. Una volta il concetto di solitudine era sinonimo di crescita interiore, oggi è isolamento. Tu che messaggio porti?

Quello di ascoltare i suoni della natura, di affidarsi a un respiro più ampio. Ma bisogna arrivarci a stare con se stessi. Io ho scelto di vivere in Sardegna e ho amici qui sull'isola ma ho anche la mia vita in solitudine: si aspira alla pace pure se qualche mostriciattolo viene fuori ogni tanto. Ma molto meglio qui di Milano.

 

Tuo padre ha raccontato storie di uomini, ha denunciato ipocrisie e ingiustizie: quando canti Amico Fragile o Storia di un Impiegato e poi ti guardi intorno ti senti un predicatore nel deserto?

Non proprio, c'è tanta gente che la pensa diversamente e i giovani stanno andando verso un altro modo di vivere. Amico Fragile la sento mia perché lo sono stato e Storia di un Impiegato fu un album di rottura verso la politica. Racconta l'insopportabilità di vivere così che porta all'alienazione e distrugge l'arte.

 

Quanto il tuo essere polistrumentista ti aiuta e agevola nelle scelte e negli arrangiamenti?

Gioco con gli strumenti, i polistrumentisti sono altri. Ho il senso degli strumenti di come usarli. Ho i mie gusti musicali, mi affido agli anni Settanta e Ottanta; quello oggi che non c'è più oggi è la conoscenza della storia della musica.

 

Uno dei grandi problemi della musica oggi è l'aspetto autoriale: da ascoltatore hai questa percezione?

Per come che è oggi mi padre non avrebbe fatto più un disco, come per altro non fa Francesco De Gregori. Il loro linguaggio era difficile già allora figurarsi oggi. 

 

Sono molti i giovani che scelgono di partecipare ai tuoi concerti: in cosa sta la fascinazione dei testi di tuo padre?

La grande umanità ed etica, le risposte alle domande esistenziali. Ti fa sentire meno solo. Conoscere mio padre è sfogliare un Bignami mondiale.

 

Olly e Bresh hanno portato a Sanremo Faber: quanto è importante il messaggio che arriva dall'Ariston ed è possibile che con Bresh nasca qualcosa di condiviso?

Parlano a nuove generazione e incentivano i giovani ad ascoltarlo. Ho buon rapporto co Bresh, in alcune canzoni ha testi interessanti. E' un po' lontano dal mio mondo ma ha un suo modo originale di esprimersi.

 

Temi la pressione della discografia? Pensare che oggi scouting si fa sui social è per te un elemento di tristezza?

Oggi la discografia spreme. Ma temo soprattutto la tristezza dell'intelligenza artificiale che studia algoritmi per fare solo canzoni di successo, è un trumpismo della musica inquietante.

 

Infine ti chiedo se il Cristiano cantautore sta lavorando a qualcosa di suo.

Ci vorrà ancora un po' di tempo, punto a uscire con un mio progetto nel 2027. In origine pensavo al 2026, ho un po' di pezzi da parte ma poi ho optato per un altro un anno.

Approfondimento

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