Amalfitano: "Per rinascere devi abbandonare bello e brutto della vita"

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Il titolo del progetto ha un afflato romanzesco ed è Sono morto x 15 giorni ma sono tornato perché l'amore è. L'INTERVISTA

Sono morto x 15 giorni ma sono tornato perché l'amore è  è il titolo imponente del nuovo progetto discografico del cantautore AmalfitanoUn viaggio emozionale di dodici tracce che racchiudono una molteplicità di pensieri e visioni, che spaziano da argomenti legati alla sfera sentimentale ad altri che si soffermano sulla concezione, attuale o legata al futuro, di un mondo sempre meno intellegibile e prevedibile. L’amore viene reinterpretato e analizzato da angolazioni diverse, a tratti anche opposte, come se l’artista volesse tratteggiarne anche e soprattutto gli aspetti più difficili, quelli più complicati da far capire al mondo.

Gabriele partiamo dall'album e da un titolo, Sono morto x 15 giorni ma sono tornato perché l'amore è, che sembra un romanzo picaresco: come ci hai lavorato? Quanto tempo ti ha impegnato?

E' la foto di una foto su un muro che girava in rete e mi è rimasta in mente, ho sempre sognato di utilizzarla e, aggiungo, non era stata fatta con una bomboletta ma incisa, dunque era violenta; e la E finale era scritta male, non capivo se con l'accento o senza. Insomma mi sfuggiva se il tizio era nato e poi morto e resuscitato. Per me l'amore è. Stop. Queste sono otto canzoni scritte in un mese in cui ho riscoperto l'amore dopo una specializzazione in dolore, dunque raccontare che è possibile la fine di un amore. Poi ci sono altre canzoni che creano un ambiente più vasto, quelle che chitarra e voce, una inglese, uno strumentale per dare a tutte respiro e colore.

 

Nel titolo dopo la parola amore non ci sono i tre puntini di sospensione quindi ne deduco che tu abbia una risposta fin dall'inizio sul concetto di amore come resurrezione.

Resto fedele alla scritta sul muro. Ho in odio i puntini di sospensione, li trovo melliflui, è bello dire cosa è dunque il solo dubbio era sull'accento. Mi andava di rimarcare che l'amore è, mi piace pensarlo come attenzione vitale.

 

"E non pensare più al passato che la cosa più bella è che non ritorna più": così però cancelli anche i ricordi belli: è la tua rilettura del mito di Orfeo ed Euridice? Ovvero mai voltarsi?

In questo caso è un abbandono del passato. Il collezionismo riguarda i ricordi del passato. Per rinascere serve una cesura totale col tutto, io qui racconto una rinascita coraggiosa e non cristiana, quindi devi sapere abbandonare il bello e il brutto della vita.

 

Il "brucia Troia" della tua L'Iliade ha qualche riferimento con la canzone Brucia Troia di Vinicio Capossela?

Molti di questi testi nascono da mie letture, il retaggio di non avere proseguito gli studi accademici in modo professionale e leggevo la visione dell'Iliade di Simone Weil e qui c'è il senso della fine di una civiltà. Quel disco di Vinicio mi ha segnato profondamente; Amen dei Baustelle e Ovunque Proteggi di Capossela sono due album per me fondamentali.

 

Nei quattro sogni che hai comprato uno è per un concerto di Elvis: perché proprio lui? Cosa rappresenta nella tua formazione umana e artistica?

In realtà sono sonniferi, vado in farmacia a comprare la melatonina. Negli ultimi anni Elvis è stato un faro, è l'ultimo che ho apprezzato. Ho ascoltato tanta musica americana e poi sono riapprodato al Rock'n'Roll con Elvis. Mi ha fatto rinascere la voglia di tornare sul palco, mi ha un po' salvato.

 

A proposito di citazione: "e cercare l'alba nel tramonto mistica egoistica" e la tua versione del trovare l'alba dentro l'imbrunire di Prospettiva Nevski di Franco Battiato?

E' una critica non alla canzone ma a un mondo radical chic di gente che vuole capire la vita con gli intellettualismi e poi perde l'empatia: quella è mistica egoistica.

 

Fai Come Vuoi è un'allegria melanconica, c'è il senso dell'addio ma ci sono anche un albergo su un vulcano e un bicchiere di Martini sempre pieno: che storia ha?

E' la versione allegra del ti faccio vedere chi sono io, io che faccio una vita incredibile; c'è un immaginario alla Corto Maltese con personaggi estremi ed esotici del primo Novecento. E' una canzone paradossale, una della prime nate, che porta nell'album quell'immaginario necessario a dare al disco i colori che gli servivano.

 

Per Charles Aznavour "i vent’anni sono zingari e nudi", per Francesco de Gregori "ti sembrano pochi e poi ti volti a guardali e non li trovi più": per te cosa rappresentano?

La musica, avere deciso di intraprendere questa vita, una scelta spericolata, non vengo da una famiglia di artisti, non ho amici artisti. Tutti mi prendevano seriamente perché mi ritenevano bravo ma poi vivere di musica è altro. Per sono gli anni della musica.

 

"Una canzone così triste non la canto più": quale è la tua canzone più triste? E la canti oppure no?

Ne ho un po' di tristi anche se ci metto il ritmo. Vado a periodi, Stare Lontani e Volerti Sempre Qui è una goccia amara del cuore. Ora avrò difficoltà a cantare Cosa Dolce.

 

Se la musica non vi ha cambiato mai, cosa ha cambiato voi due durante l'ultimo concerto? E quel "per sempre" nel finale è ricordo o eternità?

La musica lì è una confessione di fallimento, dico che mai sono riuscito ad amarti come volevo. So che è una visione fallimentare ma la vincita è che quell'amore anche se non ci ha cambiato rimarrà eterno.

 

Alla fine possiamo dire che "anche se piove è stupendo"?

Se cerco di vedere la vita come mi piace raccontarla...assolutamente se in preda a all'amore e con una tensione verso la vita. Sai, anche in guerra puoi innamorarti.

 

Cosa puoi anticiparmi del tour?

Vorrei offrire uno spettacolo pregno di emozioni, cercherò di urlare e cantare fino a svenire sperando che il pubblico mi segua. E' sempre un momento catartico cantare a squarciagola una frase nella quale ci si riconosce. Sarà un tour in full band e in alcune date ci sarà addirittura la full full band!

 

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