La canzone parla di lucidità, di sensibilità e del coraggio di stare nel silenzio quando tutto fa rumore
IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ORIGINALE DELL'ARTISTA
Bad Instinct nasce da un mio impulso viscerale, da quella voce che sento emergere quando tutto il resto tace. È il momento in cui il mio intuito diventa più forte della ragione, in cui il corpo e il cuore sanno già ciò che la mente rifiuta di accettare. È la mia riflessione sull’istinto, quello che spesso definiamo “cattivo” solo perché non possiamo controllarlo, ma che invece ci salva, ci protegge, ci riporta a noi stessi. Nel testo canto “yYou’re great in something that you can’t do/you feed the world what isn’t fair". È una frase che parla di disillusione e consapevolezza. Riconosce la falsità che a volte ci circonda e la capacità di vedere oltre l’apparenza. Bad Instinct è una forma di resistenza interiore, un modo per affermare la propria verità senza doverla spiegare. È una canzone che parla di lucidità, di sensibilità e del coraggio di stare nel silenzio quando tutto fa rumore.
Dal punto di vista sonoro, il brano è costruito su una dimensione ampia e cinematica. Le chitarre e i synth si stratificano in modo progressivo, creando un’atmosfera sospesa e ipnotica. La voce si muove dentro lo spazio come un’eco che nasce lontano e ritorna amplificata, fragile e potente allo stesso tempo. Ho voluto che la produzione fosse piena, avvolgente, capace di restituire l’intensità e la vulnerabilità di quel dialogo interiore. Bad Instinct vive di contrasti: luce e buio, calma e impeto, sussurro e distorsione.
Il videoclip, diretto da Marco Pellegrino e con la direzione della fotografia di Stefano Grilli, trasforma in immagini il nucleo emotivo del brano. Girato in bianco e nero nella Valle della Luna, in Sardegna, il video racconta un attraversamento interiore attraverso un paesaggio primordiale e sospeso. Inizialmente pensavamo di girare nel deserto dell’Arizona, ma la Valle della Luna, con le sue rocce levigate dal vento e la luce spettrale, si è rivelata perfetta per esprimere la stessa forza simbolica. Cammino tra pietre e vento, come dentro un rito di passaggio. Non c’è una narrazione lineare, ma un flusso visivo che racconta la solitudine, la consapevolezza e la liberazione. Ogni inquadratura è un respiro, ogni movimento una scelta. Il bianco e nero elimina il superfluo e restituisce solo l’essenza: la luce, l’ombra, la materia.
Con Bad Instinct ho sentito il bisogno di tornare a un linguaggio più diretto e sincero, dove la musica e l’immagine si fondono per raccontare un’unica verità. È il primo passo di un nuovo capitolo, l’inizio di un viaggio più profondo, più nudo, più autentico. Tra le rocce e il vento, ho imparato che l’istinto non mente mai. Anche quando spaventa, è sempre lui a mostrarmi la via di casa.