Fabrizio Consoli racconta in un album genio, umanità e bontà di Pier Paolo Pasolini

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Credit Massimo Soldati

Il progetto si chiama "Il coraggio - Canzoni e ballate tratte dalla poetica di Pasolini" ed è il momento in cui la canzone d’autore, contaminata da sfumature jazz, incontra l'intellettuale più coraggioso e anticonformista del Novecento. l'INTERVISTA

Il musicista e cantautore Fabrizio Consoli omaggia Pier Paolo Pasolini col progetto Il coraggio - canzoni e ballate tratte dalla poetica di Pasolini (etichetta Aereostella). 

Negli spettacoli Fabrizio sarà accompagnato, così come nell’album, dal grande fisarmonicista Fausto Beccalossi. L'album nasce da un concerto perché è stato ideato per prendere vita dal vivo e precisamente per una serata-omaggio a Pasolini, all’interno del Roma jazz festival di qualche tempo fa. Il grande consenso di pubblico e addetti ai lavori e la voglia artistica di non perderne traccia ha indotto Fabrizio Consoli a creare qualcosa che rimanesse, quindi un cd o meglio ancora un vinile affinché tutto restasse immortalati nei suoi miscrosolchi. Consoli definisce Pasolini il più jazz tra gli intellettuali del 900 italiano, dalle molteplici capacità di lettura della società, capace di raccontare il suo tempo senza omologarsi all’ortodossia del pensiero comune, e senza mai temere di essere controcorrente.

Fabrizio partiamo ovviamente da Il coraggio - Canzoni e ballate tratte dalla poetica di Pasolini: come è nato e come ci hai lavorato?

Nasce quasi per caso. Poi c'è un amore forte per il protagonista comune a tanta gente che ora è pure di più: io sono della schiatta che lo ha amato fin da ragazzo. L'idea in realtà arriva per il centenario della nascita, ad aprile del 2022; mi lamentavo che dopo il covid la vita lavorativa era diventata un disastro vero e il direttore del Roma Jazz Festival Mari Ciampà mi ha accennato a un omaggio a Pasolini. Ti confesso che ero perplesso perché il tempo disponibile era poco per fare quello che piace a me. Ho chiamato Fausto Beccalossi, che è jazzista vero, che mi ha dato la sua disponibilità a collaborare. Il coraggio - canzoni e ballate tratte dalla poetica di Pasolini è un lavoro a cerchi concentrici e sono andato avanti finché ho trovato quello che nel piccolo mondo finito di un disco poteva riassumere il mondo infinito di Pasolini.

 

Pier Paolo Pasolini ha girato Il Vangelo Secondo Matteo, tu hai messo in musica in 10 i dieci comandamenti: in cosa coincide la vostra idea di Fede? Se combacia ovviamente. La Chiesa è poi centrale in Senza Occhi per il Cielo.

La verità è che ha avuto molti figli e questo in qualche manieri da fiato a ogni tipo di tromba determinando il tipo di approccio a lui della gente. Lui era uomo e un essere umano e faccio fatica a interpretare chi era e cosa pensava. L'album 10 lo ho scritto riferendomi al Decalogo di Krzysztof Kieślowski e lì c'è molto del cinema di Pasolini, è un lavoro scarno e minimale. C'è l'idea del sacrale che è necessario e presente in ognuno di noi e spesso si scontra col dogma che è una statua muta alla quale ti rapporti con deferenza senza sapere perché.

 

Per altro con 10 se non erro sei stato per la prima volta in tour in Russia: che accoglienza hai trovato? Oggi, con la situazione che c'è, ci andresti?

Mi è stato chiesto di tornarci, ma in generale nessuno ha il sedere pulito, non c'è il buono e il cattivo ma ragioni da entrambe le parti che non c'è stata voglia di ascoltare. Non ci sono tornato ma non per questioni ideologiche, non ci vado perché la situazione è poco chiara e pericolosa.

 

Il Nuovo Mondo è quello che la politica e la società vorrebbero schiacciare: dove sono finiti gli insegnamenti di Don Andrea Gallo e le storie degli ultimi di Fabrizio de André?

Non so dove siamo finiti ma sicuramente è chiaro che il mondo che verrà germoglia da un mondo che oggi fa paura. Da una parte resta sempre la redenzione nel mondo dei reietti che è quella che cercava Don Gallo. Quella poesia racconta proprio che dai margini dalla società nasce speranza.

 

Nella Ballata delle Madri si parla del "selvaggio dolore di esser uomini": è la conseguenza dell'incapacità non più di dare risposte ma di trovarle?

Temo che sia la conseguenza del non riuscire più neanche a farsi domande. Temo che il problema del contemporaneo, come anche all'epoca di Pasolini, sia l'incapacità di porsi domande giuste. Erano sessanta strofe di poesia ne ho tenute sei ma il senso sta lì. E' un attacco a testa bassa verso il mondo femminile, per altro lui era molto legato a sua madre e ciò fa strano: lui è sempre stato attaccato...è come se avesse affidato a quei versi la mancanza di un certo tipo di amore che è dunque diventato invidioso e astioso.

 

"Finché sorriderò tu non sarai perduta": è questo l'amore che viene soffiato dal cielo sull'umanità?

E' la sola cover del disco, quello è un bel punto della canzone: mi hai derubato, io sorrido e si innesta un qualcosa di estremamente sacro che è il perdono, il porgi l'altra guancia. Pasolini era una persona estremamente buona, guardava i suoi contemporanei come loro non sarebbero mai riusciti a vedersi.

 

Esiste ancora la "Trastevere è odore di paglia di stalle di vuote osterie e ancora non dorme"? Oppure è una immagine poetica "come ai tempi belli che Pinelli immortalò"?

Non sono romano ma non potevo dimenticare la sua gratitudine per la città. Quella volta, nella poesia, era veramente così anche se ho qualche amico che ci vive e mi dice che qualcosa è rimasto. Il mio studio a Milano sui Navigli è una piccola Trastevere, ci conosciamo tutti, ci sono oasi: chi le vive si conosce a distanza, si annusa, c'è un filo invisibile che lega una piccola comunità.

 

Il titolo è Profezia ma quello che racconta è tristemente reale: farla sul palco è emotivamente disturbante?

Cerco di fermare un attimo il pubblico su una poesia così incredibile. Ma hai ragione ci sono rime inquietanti.

 

Perché hai definito Pasolini come lo scrittore e il poeta più Jazz del Novecento?

Secondo me Pasolini, e penso al testo di Preghiera su Commissione, è stato uno dei pochi veri geni del Novecento Italiano, come Mozart, Leonardo da Vinci e Michelangelo seppur in arti e momenti diversi della storia. Non è un semplice poeta o scrittore ma è filologo, studioso, giornalista, scenografo, regista, pittore...fu talmente un innovatore che quelle che oggi sarebbero svariate professioni le ha fatte tutte: traduceva Dante in greco bevendo un caffè, per citare un esempio. Era talmente avanti insomma e io dico che un jazzista arriva ovunque in maniera fantastica e lui era così.

 

Per i 50 anni della scomparsa si moltiplicano le celebrazioni: sei d'accordo su questo proliferare? Oppure vedi una buona dose di speculazione senza nulla togliere a chi contribuisce concretamente a tenere viva la sua memoria?

Sono tutti a dire che lui era questo o quello mentre per me è fondamentale non mettermi in posizione di chi non la sa lunga. Parlando di lui dire una boiata è un attimo, io nell'approcciarmi a questo progetto mi sono consultato con un paio di persone che hanno studiato la sua opera che per altro è ancora ben lontana da essere compresa a fondo. Io ci ho lavorato tre anni cercando il consenso degli eredi ed ero pronto a rinunciare a tutto: io Il coraggio - canzoni e ballate tratte dalla poetica di Pasolini voglio continuare a farlo tutta la vita, nelle scuole, nelle biblioteche perché non è un tributo bensì un momento in cui lui ci parla attraverso la mia indegna musica.

 

Che accadrà nelle prossime settimane?

Lo spettacolo ha ambiti commoventi ed emozionanti, quelli che non sono stati carnali li ha ritrovati nello spirito. Vorrei farlo diventare uno spettacolo che va a braccio, dove lui parla non io, poi si instaura un dialogo col pubblico che porta al racconto. E infatti vorrei trovare qualcuno che scriva per farlo diventare un racconto, come Fausto Beccalossi ha fatto con Ennio Morricone. Vorrei donargli una forma più matura e più fruibile.

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