Francesco Guccini racconta l'Italia del Dopoguerra nel romanzo Romeo e Giulietta 1949

In principio fu Cròniche Epafàniche. Era il 1989 quando Francesco Guccini, ancora ben lontano dall'addio alla musica ribattezzato L'Ultima Thule , si affacciò sul mondo dell'editoria. La sua Pavana, il fiume Limentra, l'Appennino pistoiese era già entrato nelle nostre vite attraverso i testi di alcune sue canzoni adesso quei luoghi sono diventate, oltreché note, inchiostro. Cronìche Epafaniche non era una biografia ma lo diventa nell'afflato di Guccini di volersi riappropriare delle proprie radici. Le vicende narrate sono storie di montagna e montanari, di una cultura contadina che da qualche decennio non esiste più. Tra l'appennino pavanese, il già citato fiume Limentra e il mulino di famiglia Guccini si snodano tante vicende umane. La rievocazione non cede alla melanconia, i personaggi raccontano aneddoti e storie di vita quotidiana con toni commoventi e struggenti, a tratti ironici. Ed eccoci al nuovo romanzo di Francesco Guccini che si intitola Romeo e Giulietta 1949. Il romanzo di Francesco Guccini Romeo e Giulietta 1949 che è anche l'anno in cui è ambientato. La guerra è finita da poco, l'Italia sta uscendo dalle macerie, il boom economico dista ancora qualche anno. E' tempo di vendette, in montagna e in città, gli eserciti tacciono ma la caccia ai fascisti o a quelli che nei giorni della Liberazione si sono schierati dall'altra pare non conosce tregua. Il 2 giugno 1946 è nata la Repubblica Italiana attraverso un referendum popolare: una percentuale del 54,3 spinge la monarchia verso l'esilio. Eccoci nel 1949 quando Francesco, terminata la scuola elementare, viene sradicato dal buon ritiro pavanese per scendere con la madre in pianura, dove vivono gli zii: il viaggio viene fatto in treno, la linea è la Modena-Suzzara-Mantova: lui che è cresciuto tra i boschi si ritrova in una pianura dove lo sguardo di perde all'infinito. A Carpi, destinata a diventare un importante polo manifatturiero, scopre la vita di condominio, conosce la politica che divide le famiglie ma soprattutto conosce un cugino, Alberto Prandi, mancato improvvisamente nel 2017, col quale condivide pensieri, filosofie e chitarre e poi negli anni a venire gli donerà racconti che Guccini ha poi trasformato in canzoni, su tutte la bellissima Bisanzio. Un condominio carpigiano è l'incipit del racconto, di questo viaggio di formazione. Il giovane Francesco si ritrova tra due mondi, entrambi lo incuriosiscono, ognuno a suo modo: al piano di sotto si trasferisce una famiglia che non ha mai davvero rinnegato il suo passato fascista, nel sottotetto agiscono due misteriosi inquilini che svolgono una attività sovversive. Al fianco di Francesco c'è poi lo zio Camillo, democristiano e sostenitore di Alcide De Gasperi che guarda con diffidenza i comunisti. Già da questi spunti è possibile comprendere quanto Romeo e Giulietta 1949 sia un esercizio di memoria. Ma mentre frusciano le pagine del romanzo, Francesco Guccini sta già riflettendo su una nuova storia che parte da un racconto della sua bisnonna, che di cognome faceva Fornaciari ed era parente di Enzo Biagi. Quei suoi parenti erano contrabbandieri di sale e nel racconto confluiscono dazi, dogane, briganti e inganni. Romeo e Giulietta 1949, come molti altri romanzi di Francesco Guccini sono lavori che restituiscono alla memoria collettiva un'epoca in cui ogni gesto quotidiano, ogni parola, ogni scelta politica diventavano racconto. E' grazie a questa genuinità che un romanzo si trasforma in letteratura.

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Francesco Guccini racconta l'Italia del Dopoguerra nel romanzo Romeo e Giulietta 1949

Fabrizio Basso