Premio Tenco, Tosca premiata: “La vita è ciò che lascio. Senza giovani, non c'è futuro"

Musica
Matteo  Rossini

Matteo Rossini

Crediti foto: Fabio Lovino

Tosca ci ha raccontato: “Da vent’anni mi dedico alla ricerca musicale come facevano i mercanti che portavano pietre preziose e stoffe”. L'artista ha poi posto l’accento sull’importanza di supportare la nuova generazione: “La soddisfazione più grande è piantare semi e aspettare che fioriscano”. La nostra intervista prima dell'esibizione sul palco del Teatro Ariston di Sanremo

Una carriera monumentale che ha attraversato diverse arti con lo sguardo sempre rivolto al futuro con l’obiettivo di tramandare l’amore per la musica alle nuove generazioni. Dopo aver calcato il palco più volte e aver vinto numerosi premi divenendo una delle poche artiste ad aver ottenuto due Targhe Tenco nella stessa edizione, sabato 25 ottobre Tosca è tornata al Teatro Ariston di Sanremo per ritirare il Premio alla Carriera. Abbiamo intervistato l’artista poco prima della sua esibizione al Premio Tenco 2025.

PREMIO TENCO, TOSCA: "I miei dischi danno senso al mio essere artista"

Si è paragonata ai mercanti di stoffe e pietre preziose che girano il mondo per portare tessuti sconosciuti e zaffiri scintillanti nel proprio Paese. Sabato 25 ottobre Tosca è stata insignita del Premio alla Carriera nel corso della terza e ultima serata dell'edizione 2025 della rassegna dedicata alla canzone d’autore. Da brani che hanno fatto la storia della musica italiana all’impegno profuso nella direzione di Officina Pasolini per supportare la nuova generazione attingendo anche nuove conoscenze. Un’artista istrionica messasi al servizio dell’arte, ecco la nostra intervista a Tosca.

 

Un ritorno al Premio Tenco

Al Premio Tenco ci sono stata tante volte, nel 2020 ho anche vinto due Targhe che purtroppo non ho potuto ritirare di persona poiché in piena pandemia. Per me si tratta sempre di un ritorno a casa. Il Premio Tenco è sinonimo di star bene.

 

La prima vittoria è arrivata nel 1997 con la Targa come Migliore interprete. Che ricordo hai di quel periodo?

Sicuramente è passata tanta acqua sotto ai ponti. Posso dire che rifarei tutto ciò che ho fatto. Provo molta tenerezza per quella ragazza, già determinata nella sua strada. La mia prima volta qui fu molto emozionante. Prima del 1997, ci ero già stata due volte: nel 1994 e due anni dopo. Avevo già preso un po’ di confidenza con questo palco, ma ovviamente tornare come vincitrice di una Targa fu speciale.

 

Ed eri anche reduce dal Festival di Sanremo

Devo dire che la cosa bella è che quando ho vinto una Targa Tenco venivo proprio da un Festival di Sanremo, mi è capitato due volte: nel 1997 e nel 2020 quando ho addirittura vinto due riconoscimenti. Per me il Premio Tenco e il Festival di Sanremo sono collegati da un filo, sono riuscita a coniugare le due cose.

 

Il tema di quest’anno è ‘Con la memoria’. Per te che valore ha la memoria?

È fondamentale perché se non sai chi sei stato, non sai chi sarai. Da vent’anni mi dedico alla ricerca musicale come facevano i mercanti che portavano pietre preziose e stoffe. La cosa che mi diverte di più è trovare canzoni bellissime da portare nel mio Paese per poterle contaminare insieme ad artiste e artisti. Mi piace far nascere progetti che siano abbracci musicali, vivo la musica come una continua evoluzione attingendo da repertori di altre lingue: dal portoghese al francese.

 

Tra i tantissimi progetti a cui ti sei dedicata, ce n’è uno che senti particolarmente vicino?

Il mio progetto più importante non ha che a fare con la mia parte artistica diretta, ma indiretta, ovvero Officina Pasolini. È il laboratorio di alta formazione della Regione Lazio che dirigo da dieci anni. Officina Pasolini mi ha permesso di dare la possibilità a tantissimi ragazzi di studiare gratuitamente l’arte della musica, del teatro e della multimedialità.

 

Un sostegno molto importante

È il progetto che amo di più perché consegna una strada alle persone che domani faranno il mio mestiere. La soddisfazione più grande è piantare semi e aspettare che fioriscano. La loro crescita è il mio benessere. Se c’è un mondo fatto di cose belle, stiamo tutti meglio.

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Qual è la situazione del cantautorato oggi?

In questo momento la situazione è ottima, nonostante continui a sentir dire che non ci siano più i cantautori. Tralasciando che ancora i cantautori come quelli di quarant’anni fa ci sono, però oggi non può esserci un cantautorato legato a quello che conoscevamo noi. C’è un cantautorato diverso perché ha a che fare con la vita, le emozioni e le abitudini dei ragazzi di oggi. È normale che non possano raccontare ciò che abbiamo vissuto noi quarant’anni fa. Finché non capiremo che la lingua cantautorale è cambiata, non ce ne accorgeremo. Ma prima o poi ne verremo travolti. Personalmente, grazie a Officina Pasolini, ho capito di dover essere io a cercare di comprendere una nuova lingua. Le composizioni musicali, la struttura di un brano e il modo di assemblare una canzone sono differenti perché sono figli di un altro tempo. 

 

Sono cambiati anche i mezzi per veicolare la musica

Certamente, parliamo di un altro mondo. Non c’è più un mondo come quello di De André, all’avanguardia a suo tempo, ma magari accolto con difficoltà da chi ascoltava Nilla Pizzi. Non dobbiamo essere i dinosauri che credono soltanto all’esistenza di un mondo. Inoltre, è necessario valutare un artista per la sua bravura, non per i guadagni e gli streaming perché sarebbe irrispettoso per lui e per noi. Se non c’è il loro futuro, non ci sarà neanche il nostro.

 

Un tuo progetto recente è D’Altro Canto, com’è nato?

È nato quando l’Auditorium Parco della Musica di Roma mi ha chiesto di essere artista residente. Ho pensato, con Giorgio Cappozzo, Valentina Romano, Alessandro Greggia e Joe Barbieri alla direzione musicale, di provare a portare in Italia il sarau brasiliano. Sono raduni in cui le persone si incontrano per parlare di un argomento, sono momenti fantastici perché magari ti ritrovi fino alle due di notte a declamare poesie. Abbiamo provato a testarlo invitando alcuni amici ed è stato bellissimo. Ora ci fermiamo, ma non è detto che la cosa non ritorni. Adesso devo fare il disco nuovo, quindi devo concentrarmi su questo progetto molto faticoso. Per il momento ci sospendiamo, ma poi vedremo. Già ci manca.

 

Quindi è in arrivo un nuovo disco?

Sì, ci sto lavorando. Credo che uscirà in primavera, circa sette anni dopo l’ultimo, io ci metto molto.

 

Ti sei presa il tempo necessario

I miei dischi danno senso al mio essere artista. La vita è quello che lascio, quindi voglio lasciare un’eredità artistica di cui non mi debba mai pentire.

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