Premio Tenco 2025, Lamante: “La memoria come strumento per conoscersi”
Musica Crediti foto: Giorgia Dal Molin
Antonio Silva e Lorenzo Luporini hanno condotto la prima serata dell’edizione 2025 del Premio Tenco. Amante ha sorpreso il pubblico esibendosi con il brano inedito Dopo di te con Emma Nolde. Poco prima della performance sul palco del Teatro Ariston, la giovane cantautrice ci ha parlato dell’importanza della memoria
Giovedì 23 ottobre Lamante si è esibita nella serata di apertura del Premio Tenco 2025, in prgoramma al Teatro Ariston di Sanremo. La giovane cantautrice ha regalato un grande momento di musica e magia. Poco prima delle prove, l’abbiamo intervistata.
Lamante: “mi definiscono una ‘conservatrice di memoria’”
Nel corso della prima serata del Premio Tenco 2025, Lamante si è esibita sul palco del Teatro Ariston, alla conduzione Antonio Silva e Lorenzo Luporini. Duetto a sorpresa con Emma Nolde sulle note del brano Dopo di te. Abbiamo parlato con la cantante poco prima dell’inizio delle prove sul palco del Teatro Ariston. La cantautrice ci ha parlato della memoria come strumento per conoscersi meglio e dell’importanza della lettera scritta da sua zia Loredana nel 1972. Ecco la nostra intervista.
Che emozione ti suscita questo palco così importante?
Sicuramente tanta emozione! Sento anche una responsabilità perché il tema della rassegna di quest’anno è la memoria e il mio primo lavoro, con cui mi sono buttata, parla proprio di memoria. Una grande responsabilità e un grande onore.
Una rassegna che mette al centro il cantautorato
Credo che questo palco sia qualcosa a cui noi cantautrici aspiriamo dal momento in cui decidiamo di fare questo mestiere. Sono molto orgogliosa di tutto il lavoro fatto con il mio team per arrivare qui. Sono davvero felice.
Cosa diresti a quella ragazza che sognava di salire su questo palco?
Che ce l’abbiamo fatta!
Un ricordo legato a questo palco?
Quando vidi la prima performance di Carmen Consoli. Capelli cortissimi e chitarra elettrica, mi sono immaginata sul palco in quel modo. Poi inevitabilmente le cose non sono mai come te le immagini, ma finalmente posso dire che ce l’abbiamo fatta.
Un consiglio che daresti a quella ragazza sognatrice?
Mi hanno sempre definita una ‘conservatrice di memoria’ perché ho sempre dato tanta importanza al passato. La memoria come modo per conoscersi, ma ora sto imparando a guardare anche dall’altra parte del muro, cioè al futuro e al presente.
E come sta andando?
Al momento mi è un po’ difficile perché non ho tanti strumenti, quindi alla piccola me direi di concentrarsi sul presente e sul futuro perché anche quelli possono formare una persona, non soltanto il passato personale e quello degli antenati.
Che valore dai alla memoria?
Per me la memoria è importantissima perché è come se togliesse un velo a una persona e le desse maggior consapevolezza. Jodorowsky è uno dei miei grandi riferimenti, uno scrittore che mi ha cambiato totalmente la vita. Per raccontare di sé, lui ha scritto Quando Teresa si arrabbiò con Dio parlando degli antenati e della memoria familiare, ma il libro si interrompe nel momento della sua nascita come se la persona venisse formata da quanto accaduto precedentemente. Secondo me da un certo punto vista è così. La memoria riesce a tirarci via quel velo di Maya.
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Sei reduce da mesi pieni di live, un ricordo speciale?
Ricordo una data a Pisa. Io non parlo moltissimo sul palco, ma durante il live c’è un momento in cui leggo una lettera scritta da mia zia Loredana, una delle grandi muse ispiratrici dell’album. È una lettera bellissima scritta nel 1972 quando aveva 17 anni. Parla del mondo che vorrebbe. Nel corso dei live zia Loredana è diventata una persona conosciuta anche agli altri, così ricordo questo momento quando il pubblico ha iniziato a dire il suo nome facendo un grande applauso. Nonostante mia zia sia scomparsa all’inizio degli anni ’90 e io non l’abbia mai conosciuta, è stato sicuramente un momento davvero molto emozionante.
Il brano scelto per aprire l’esibizione sul palco del Teatro Ariston?
Il mio primo brano si intitola Ciao Cari, anticipato da questo lettera di mia zia. Le prime parole su quel palco saranno quelle di mia zia. Voglio fare questa grande dedica aprendo con la canzone che parla di lei. Credo sia il brano a cui sono più legata emotivamente.
Nel brano Non chiamarmi bella dici ‘Non voglio quello che merito’, è cambiata qualcosa?
No, no e no! Non credo al merito, non mi interessa!
Hai dichiarato di essere al lavoro al tuo nuovo album, qualche piccola anticipazione?
Posso dire che se il mio primo album ha trattato i temi della memoria e del passato, questo secondo lavoro guarderà al futuro.