Beatrice Antolini, l'album Iperborea: "Le persone temono la bellezza che io perseguo"
Musica Credit Michele Piazza
Il sesto album di questa arrangiatrice e produttrice è un lavoro cantautorale che ci porta oltre il vento del Nord, in una terra sacra e spirituale. Il prossimo appuntamento live con lei è domenica 26 ottobre a Reggio Emilia nell'ambito de Il Rumore del Lutto, rassegna giunta alla diciannovesima edizione e che ha scelto di abitare il tema de L'Invisibile. L'INTERVISTA
In primis arrangiatrice e produttrice poi cantautrice, compositrice e polistrumentista. Beatrice Antolini è una delle artiste più complete che l'Italia abbia avuto in questo primo quarto di secolo. Con sei album all’attivo e vent’anni di carriera alle spalle, ha saputo sperimentare quando sposare Jazz e Indie con una sottolineatura di contrabbasso era blasfemia. Oggi, quasi vent'anni dopo, quell'album che si intitola Big Saloon resta una pietra angolare della musica italiana. Sempre assecondando il suo essere identitaria adesso che tutti si divertono a contaminare lei si fa essenziale e pubblica un album cantautorale, Iperborea, intimo, crudo, a tratti disturbante, ma sempre speranzoso. La storia è dalla sua parte, lei è parte della storia. Quello che ha fatto in vent'anni conta ma conta di più quello che lei è. Beatrice Antolini presenta dal vivo Iperborea domenica 26 ottobre alle ore 21 al Teatro Cavallerizza di Reggio Emilia nell'ambito della rassegna Il Rumore del Lutto. Iperborea è un album interamente composto, arrangiato e prodotto da lei, che per la prima volta ha utilizzato l’italiano nei testi, è un album caleidoscopico che unisce pop, elettronica, classica, etnica, urban e sperimentazione, coniugando il bisogno di riscoperta della propria interiorità con la frenesia della vita moderna. Ancora una volta visionaria e illuminata.
Beatrice partiamo dalla storia di Iperborea e dalla scelta di ricorrere alla lingua italiana.
Già avevo pubblicato un brano nel 2022, Il Grande Minimo Solare, che è un po' un prequel di Iperborea anche se non lo ho messo nell'album, non ci stava a livello tematico. Però mi ha portato ad affrontare Iperborea: Il Grande Minimo Solare lo ho prodotto durante il Covid evitando di uscire dal mio studio mentre Iperborea nasce in studio ma germoglia fuori. Iperborea è un album più cantautorale rispetto al passato, nasce da una mia esigenza espressiva, avevo cose da dire, avevo l'esigenza interiore di esprimere dei concetti e hanno trovato nell'italiano la forma migliore con una tessitura musicale meno schizofrenica.
Iperborea è una terra leggendaria e perfetta dove il sole splendeva sei mesi l'anno: usi la mitologia per edulcorare la realtà? Per altro in Il Timore canti "le antiche civiltà conoscevano le stelle facevano città imparando da quelle noi oggi non vediamo più fratelli e sorelle".
L'ultima è una citazione molto personale, ho fratelli e sorelle con cui non ho rapporti, pur non avendo colpe, per vicissitudini famigliari. Il concetto parte per parlare del mio privato. L'etimo è oltre il vento, oltre il vento del Nord, è una terra sacra e un centro spirituale. Per i latini significa paradiso. In questa epoca siamo costantemente condizionati, subiamo le propagande: oggi la verità solo chi va contro il mondo può ambire a ricercarla e raggiungerla. Chi la dice è escluso, diffamato, è considerato pericoloso per la società oppure è etichettato come un cretino. E lo dice una che è positiva.
Sempre ne Il Timore dici "amare è ritornare sulla nostra strada poterci camminare come la prima volta" poi c'è L'Arte dell'Abbandono con "noi andiamo sulle strade che sono già tracciate". Il tema del viaggio torna spesso nei tuoi testi. E' il tuo nostos interiore a indicarti il sentiero o i sentieri della vita?
Fino a un certo punto ho seguito una voce interiore che mi ha fatto fare cose un po' da ninja. Fare la solista che si arrangia tutto non è stato semplice, ho dato tutto per questa cosa poi mi sono arenata perché al di fuori di me non c'era quello che mi prefiguravo ci fosse. La felicità è una comunicazione che corrisponde a una relazione con qualcun altro e a me a volte sembra una relazione onanistica con me stessa. Faccio il produttore, suono con altri, ho altre risorse e non mi areno ma il cantautore non esiste più.
I padri del deserto che vivevano sotto il cielo e non avevano niente ricordano il richiamo alla povertà del Cristianesimo delle origini. Sei credente? Citi anche Gautama per altro.
Sono credente, nella vita mi sono capitate vicende che me lo hanno palesato. Non sono cattolica ma mi piace la figura del Cristo, è bellissima, i suoi insegnamenti cerco di applicarli, mi ci ritrovo in questa ricerca della verità. Sono i fondamenti della bontà: mi considero una buona e non mi vergogno a dirlo anche se a volte mi sono sentita stupida perché i buoni si schiantano in questa società nella quale i principi cardine sono potere e denaro e per raggiungerli scavalchi chi è meno furbo ecco perché la furbizia porta a tradimenti e al non rispetto.
Realizzare e creare la realtà è quello che l'umanità è ormai incapace di fare? Un po' come il benessere sociale e la guarigione spirituale?
L'Idea del Tutto è un brano cui tengo molto. Parto dalla teoria del tutto e dalla fisica quantistica cioè dal tutto interconnesso. E' uno sguardo lucido verso la società attraverso il quale ho espresso punti vista estremi ed estremisti. Ho commentato i nuovi miti come i giovani che hanno una idea sbagliata di successo, pensano che una sola canzone azzeccata sia sinonimo di successo. Io da vent'anni parlo della mia musica e questo per me è una grande successo. E' il raggiungimento di un benessere e di una serenità: la bellezza che inseguo dà fastidio, le persone ne hanno paura. In passato sono stata combattiva per i diritti delle donne, ho vissuto cose brutte nel mio lavoro e vorrei che l'emancipazione femminile fosse sentirsi se stesse.
Sei tu l'imperatore che procede un passo alla volta e non chiude gli occhi sul pensiero logico? Questa tua tenacia intellettuale nel medio evo sarebbe stata una eresia da bruciare sul rogo?
Sarei già morta nel Medio Evo. Per un certo tipo di pubblico lo sono morta e lo dico con serenità, se non riesci a comunicare non esisti. Non ho un percorso di vera continuità, ne sono consapevole, ma c'è pure chi cerca di svilirlo.
A proposito di eresie: in Iperborea ci sono tracce di latino oltre a una parola in inglese, un po' come il movimento dei dolciniani che mescolavano gli idiomi per sfuggire all'Inquisizione: cosa rappresenta il tuo non nobis domine e perché se nomini tuo da gloriam e non ad gloriam?
E' il motto dei templari, non a noi Signore ma al tuo nome dai gloria. In passato feci una cosa in un pessimo francese. Mi piacciono i suoni e mi piace mischiarli e a volte i testi, tipo quello di Pensiero Laterale, nascono in cinque minuti. In passato non ne ero consapevole. Un album come A Due oggi non saprei più scriverlo, da giovane avevo più canali, oggi ho le mie pause.
Restare nel Sogno è salvifico oppure è abdicare a blocchi immaginari e paure artificiali?
In questo caso il sogno è lo spavento di questa realtà ma la paura va vinta. Superare la paura è il buttarsi nell'ignoto di cui parlo ne Il Timore. Se voglio farò un altro disco nonostante questo non sia arrivato alle persone come speravo a causa di un mercato saturo, manipolato e dopato. I social sono a senso unico, lì si dicono le stesse cose; poi c'è l'algoritmo ci vuole tutti videomaker.
Quando hai dei dubbi, dei pensieri per venirne a capo sei istintiva o ricorri sempre al pensiero laterale?
Sono una esperta di finanza e di geopolitica, mi interessano gli indici di borsa. Se sei esperto di certe cose capisci dove va la realtà. Ho un pensiero critico geopolitico. Nel web trovo gente preparata che mi piace seguire soprattutto su youtube senza interruzioni. Ultimamente mi sono appassionata al caso di Garlasco e seguo dieci podcast: così capisci come cambiano le prospettive rispetto ai racconti delle tivù.
Domenica sarai a Reggio Emilia nell'ambito del Festival Il Rumore del Lutto che a come tema l'invisibile inteso non come assenza ma come forma diversa di presenza, sottile e interiore. E' anche la tua idea interiore di invisibile?
Tutti citano San Tommaso e il suo se non vedo non credo ma io credo di più a quello che non vedo. Gli uomini è come non volessero vedere il lato dell'altrove che invece esiste, Generazione Cosmico parla dei risvegliati che hanno un pensiero critico sulla società ma vedendo loro oltre vanno incontro a una vita complicata. Se ci pensi Iperborea è altrove. Credo nelle energie sottili e nelle vibrazioni tra le persone. Già chiamarlo Il Rumore del Lutto è coraggioso, chi lo ha inventato è il mio mito perché non temi a parlare della morte che è una risorsa e devi farci pace in vita. Siamo già morti 20mila volte e ogni volta o scompariamo o creiamo una esistenza anche migliore per noi stessi. E' fondamentale: che obiettivi avremmo senza la morte? Franco Battiato in Attraversando il Bardo si era preparato alla morte. La quarta via di Petr Uspenskij oggi va interpretata ma rimodellandola ai giorni nostri.
Nel 2026 compie vent'anni Big Saloon: lo festeggerai? Verrà ristampato? Fu un disco di contaminazioni, con influenze jazz e indie, hai usato i synth degli anni Ottanta e il contrabbasso: a ripensarci oggi hai la percezione di quanto quel progetto ancora oggi sia un punto di riferimento?
Ti ringrazio. Sai a volte entro in un pensiero non positivo che esula dal concetto di famoso o non famoso: la mia depressione è legata al fatto che non ci siano più spazi e interesse per diffondere la musica di qualità. Big Saloon è un viaggio in un non luogo. Io vorrei fare tutto ma se non c'è l'esigenza che giunge da una realtà esterna...non possiamo, noi artisti, solo spendere soldi. Chi ha deciso che la musica è a carico del musicista? Fai cose con entusiasmo se c'è un terreno fertile che genera vibrazioni.
Infine che concerto vedremo a Reggio e che accadrà nei prossimi mesi della tua vita artistica?
Il concerto rientra nel tour di Iperborea e l'album lo faccio tutto in sequenza per una sacralità che va rispetta. Poi il live diventa un revival che va a ritrovo fino a Funky Show. Suono con i miei musicisti che sono Paolo Valli, Luca Nicolasi, Amudi Safa, Nicola Manzan e poi c'è Claudio Adamo che è il fonico. Sto ragionando sul fatto che questo disco mi ha impegnato parecchio, io sono arrangiatrice-produttrice e non polistrumentista-performer. Non viene valorizzato il mio ruolo da produttore. Mi piacerebbe vincere un premio da produttore. O anche sentirmi dire che non sono brava. Ma vorrei essere riconosciuta per quel ruolo.