Selton, album Gringo Vol. 2: "Essere oggi artigiani della musica è un'esperienza sfidante"
Musica Credit Simone BiavatiIl trio italo-brasiliano (ma che si è formato a Barcellona) torna con un progetto che lancia messaggi nello spazio. Hanno partecipato al disco Giulia Mei, Emma Nolde, Gaia, Francesco Bianconi e Rachele Bastreghi. Ora faranno tre concerti in Brasile e il 22 gennaio è in programma una grande festa all'Alcatraz di Milano. L'INTERVISTA
Dopo aver aperto il cammino con Gringo Vol.1, i Selton completano il loro doppio progetto discografico con l’uscita di Gringo Vol.2: il nuovo capitolo amplia lo sguardo e invita l’ascoltatore a esplorare nuove prospettive sonore ed emotive. La band porta avanti il proprio lavoro artigianale, fatto di sperimentazione continua, prove instancabili alla ricerca di un suono autentico, lontano dalle modalità contemporanee più veloci e standardizzate. Gringo Vol.2 è un disco che desidera lanciare messaggi nello spazio, come bottiglie con lettere scritte a mano. I Selton guardano a un tempo molto antico, quando si viveva solo per il presente e il futuro non era ancora nei piani. Questo sguardo al passato diventa così, per assurdo, un invito a costruire qualcosa di nuovo. I Selton sono Ramiro Levy, Daniel Plentz ed Eduardo Stein Dechtiar.
Ragazzi, ovviamente partiamo dalla storia del Volume 2 di Gringo: so che quando siete andati a Londra a prepararlo avevate già materiale che non era entrato nel Volume 1, ma anche cose nuove. Come è cambiato rispetto all'idea originaria?
In realtà abbiamo registrato i pezzi insieme la prima volta, poi lo abbiamo rifinito. La prima fase è stata in Puglia e avevamo venti brani, e poi siamo andati a Londra, negli studi di Damon Albarn. Ovviamente, per il Volume 2 abbiamo replicato.
Come è cambiato ed evoluto, umanamente e simbolicamente, il Gringo 2 rispetto al suo predecessore?
C'è più contrasto, ma è successo naturalmente. Abbiamo scelto la coerenza nell’1, mentre il 2 è più estremo, anche introspettivamente.
Guardate al passato per costruire un mondo nuovo, ma tra passato e futuro c'è il presente: come vivete la quotidianità?
Vivere nel presente con quello che ci circonda è difficile, culturalmente parlando. Ma musicalmente è sfidante. Se ci pensi, nella fotografia in origine serviva un hardware per contenere le immagini; col telefono oggi siamo tutti fotografi. L'ascolto della musica è più fluido, chiunque adesso può fare musica, ma dobbiamo essere consci che sovente chi fa musica non è musicista. Certo, poi c'è un rubinetto dal quale esce la musica. Tutto questo è sfidante, ci sono tanti stimoli.
Cosa significa, nella stagione dell’intelligenza artificiale, essere artigiani della musica?
È sfidante pure questo. Siamo nel mondo delle sfide e noi facciamo musica in modo anacronistico, ma è un nostro piacere. Questa è la preistoria dell’intelligenza artificiale: il nostro essere artigiani è essere contemporanei. Un giorno faremo ridere quelli del futuro.
Uno dei grandi assenti di questa epoca è la collettività: siamo talmente devoti al nostro ego che non riusciamo a fare collettività. Voi siete nati come collettivo e lo siete tuttora. Cosa può fare la musica?
Facciamo musica più che per la collettività, che per fare musica in senso tradizionale. Per noi la musica è una scusa per stare insieme. Da un po’ non facevamo una cosa nella vita reale, questo disco è stato un sollievo, ora tutto ha un senso.
Che differenza c’è tra mettere un messaggio in una bottiglia e affidarlo al mare, oppure fare la stessa cosa ma affidarlo allo spazio?
Il tempo. Occorrerà più tempo per trovarlo: il mare, per quanto remoto, ha delle sponde e per intercettare quella bottiglia non serviranno milioni di anni. Nello spazio c’è silenzio e ci si aspetta che un giorno, in un altro momento, qualcosa di speciale nella bottiglia verrà recapitato.
Ventura, brano che apre l’album, è una sfida al cedere all’effimerità. In cosa vi sentite portatori di pensieri destinati a muovere riflessioni e a radicarsi nelle coscienze?
Cerchiamo di farlo. Con la musica trasmettiamo gioia. Caetano Veloso diceva che il carnevale lo fai perché è catarsi ed è esorcizzare la tristezza: la nostra festa è legata a provare a dire cose importanti. Ma non devi essere pesante per definire questioni pesanti, deve arrivare leggero.
In El Sexo vi accompagnate a Giulia Mei, che col suo Bandiera ha scardinato parecchi retaggi. Perché nel 2025 parlare di sesso fa ancora paura?
Da un lato è stato banalizzato e strumentalizzato. Mai è stato affrontato con serietà. L’educazione sessuale andrebbe fatta a scuola; inoltre, oggi un bambino ha accesso a qualsiasi cosa, dunque è assurdo che pure chi forma il suo carattere non sia guidato né tutelato.
PANDA 2013, che fate con Emma Nolde, parla di una vita da liberi professionisti, da dipendenti, da classe media, costantemente insoddisfatti. Guccini nel 1974 cantava “son sempre qui a vivermi addosso, ho dai miei giorni quanto basta, ho dalla gloria quel che posso, cioè qualcosa che andrà presto, quasi come i soldi in tasca”: in 50 anni non è cambiato nulla? Anzi, è peggiorato?
Il senso di insoddisfazione è legato alla Rivoluzione Industriale: la necessità di produrre in larga scala ha portato a monetizzare. Oggi l’essere umano è stressato e mai come prima siamo bombardati da offerte economiche.
Me and my skate parla del mondo dell’informazione: voi seguite i telegiornali oppure avete canali di informazione alternativi?
Ci informiamo con i podcast. Alcuni ci arrivano la mattina, neanche si sceglie.
Tropicaliente oscilla tra memoria e sogno: cosa avete più paura di perdere?
Entrambi. Forse di più i sogni, perché la memoria è compressa. Ma l’idea di non avere ricordi accende tante paure. E poi, senza sogni, dove si va?
Quando pensate ai giovani Selton di Banana à Milanesa provate tenerezza o più semplicemente è un momento del vostro passato?
Affetto ce n’è sempre, all’epoca c’era più ingenuità. Rifaremmo tutto, ma dandoci ogni tanto un paio di schiaffi. Quest’anno sono già vent’anni che esistiamo, e il disco che hai citato è del 2008, quando ci siamo conosciuti per altro!
Cosa potete anticiparmi del tour e del vostro futuro musicale?
In cantiere una sorpresa c’è, e nel nostro archivio i brani non mancano. Stiamo per andare in Brasile in tour: faremo Porto Alegre, Rio e San Paolo. Anche col Volume 1 era andata più o meno così: prima il MiAmi a Milano e poi le date in Brasile. I nostri pianeti si allineano sempre.