Alvaro Soler, l'album El Camìno: "Tra famiglia e lavoro sono in pace con me stesso"

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Il nuovo progetto discografico dell'artista catalano uscirà il prossimo 10 ottobre. E un progetto maturo di un uomo che ha trovato il suo equilibrio tra essere marito e padre e la musica. L'INTERVISTA

Con El Camino Alvaro Soler apre un nuovo entusiasmante capitolo della sua carriera, mostrando la sua visione personale, evoluta e moderna del pop latino. Per altro l'album segna un anniversario importante nella carriera di questo artista 34enne: nell’aprile 2015, poco più di dieci anni fa, veniva pubblicato il suo singolo di debutto

El Mismo Sol che è diventato subito un successo mondiale e lo ha consacrato come musicista e star di fama internazionale.

Alvaro partiamo dalla cover del singolo Apàgame: ci sono tre libri, uno è il saggio di Geografia di Tim Marshall, poi ce ne è uno di Amanda Ortiga, Natural Chef e fondatrice della Scuola di Cucina Salutare The Green Fuel, mentre il terzo non sono riuscito a identificarlo: mi puoi dire tu di cosa si tratta e perché hai scelto questi tre?

Potrei mentirti e dare una spiegazione alla tua domanda ma sono sincero, non li ho scelti io, dobbiamo attribuirli a chi ha costruito quella scenografia. Però ti posso dire che il terzo mi piacerebbe fosse sull'Homo Sapiens!

Il mio brano preferito è Jardìn de Los Recuordos: che rapporto hai coi ricordi?

E' anche una delle mie preferite ed è nata proprio dal titolo che mi piaceva a tal punto che quasi ho pensato potesse diventare il titolo dell'album ma suonava troppo al passato. Rispetto agli altri brani ha un sound più classico con la chitarra e una batteria registrata dal vivo come per altro avviene in tutto l'album ma qui si sente di più. Dieci anni fa ero super timido, ero un poverino Alvaro lanciato in una piscina fredda. Oggi ti dico che portare la musica fuori dal circolo degli amici mi ha portato ad avere più fiducia in me, all'inizio ero molto insicuro.


Tante cose sono cambiate rispetto a un decennio fa.

Dieci anni fa da single ero qui a Milano con l'album Eterno Agosto e volevo solo fare musica: oggi porto mia figlia a scuola e ho una bella routine famigliare, mi sto godendo dei momenti belli della vita e della musica. Mi piace la normalita e mi piace che con l'Intelligenza Artificiale vorrebbero creare una alternativa al cellulare, un sistema senza schermo con la missione di evitare l'invasione degli schermi nelle nostre vite.

 

All'inizio della tua carriera eri quello del tormentone: ti ha disturbato non essere compreso per le qualità e la maturità da autore?

El Mismo Sol la ho scritta non come canzone dell'estate, c'erano dentro tanti sentimenti diversi. Solo per la lingua quando si pensa alla Spagna vengono in mente o il Barcellona o le spiagge e l'estate. Non posso esigere cose che la gente non è capace di sentire perché la concezione che ha della musica spagnola talvolta è limitata. In un album c'è molto di più che nelle sole canzoni che passano le radio.

El Camìno denota anche una notevole crescita testuale.
Con i primi tre album ho usato sempre parole simili, stavolta mi sono obbligato a non cedere alla rima e seguire un altro percorso. Ho fatto molta ricerca di strumenti, sono stato da un privato che ha un museo con mille strumenti vecchi tra cui un albero indonesiano di circa 800 anni fa. La parte del sound è quella dove sono in crescita. E' impegnativo ma pure super figo.


Come è cambiato l'Alvaro papà?

Essere un padre di famiglia mi ha dato più leggerezza sulla musica, prima mi prendevo troppo sul serio, essere libero nella vita personale fa fare cose più belle anche nella musica. Ho un equilibrio bello anche se la logistica tra famiglia e lavoro non è facile da gestire. Ma sono in pace con me stesso.


Quindi non è vero che è la tristezza a fare nascere le belle canzoni!

Se ti senti bene nascono canzoni fantastiche..

 

Come andrebbe ascoltato El Camìno?
In due modi. Al buio con le cuffie e concentrato solo sul sound che poi è quello che facevo io da piccolo: così la mente inizia a crearsi domande. Oppure in macchina durante un bel road trip.
 

Come di vedi nel 2035?

Fra dieci anni succederanno cose stupende e io spero di fare ancora musica anche fosse solo per me che poi è come ho cominciato. E vorrei ancora essere marito e avere figli. Ed essere felice.

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