Tra hit, nuovi brani e tanti ospiti sul palco il duo composto da Brancar ed Eddy Veerus ha fatto cantare e ballare circa 8mila persone
di Matteo Carminati
La FOMO, acronimo di Fear of Missing Out – ovvero la paura di essere tagliati fuori – e titolo dell'ultimo album, ieri sera non ha trovato spazio al Carroponte di Sesto San Giovanni. Circa 8.000 persone hanno cantato e ballato insieme a Il Pagante durante l’evento Milano Forever, un live che ha ripercorso i 15 anni di carriera del duo milanese che lungo tutto questo tempo ha raccontato nei suoi brani la storia delle abitudini meneghine. Loro stessi in un brano dicono “il Pagante non una boyband” e forse è proprio questa leggerezza che li ha resi un fenomeno pop unico: capaci di raccontare il mood delle nuove generazioni ma sempre senza mai prendersi troppo sul serio.
2010-2015: 15 anni di musica
Il concerto è iniziato mentre molti fan erano ancora in coda, ma questo non ha fermato la festa all’interno che è proseguita per circa due ore e dove il duo – composto da Brancar (Roberta Branchini) ed Eddy Veerus (Edoardo Cremona) - ha attraversato la propria storia musicale: dall’ultimo album FOMO fino alle hit più amate dei quattro dischi pubblicati. Nonostante un video circolato sui social avesse fatto temere questo fosse l’ultimo concerto, Roberta Branchini ha rassicurato il pubblico dal palco: “Non ci fermiamo, siamo pronti per il tour invernale” che, come da tradizione, toccherà le località montanare di villeggiatura più care ai “paganti”.
Il segreto del successo
Cosa rende Il Pagante ancora così attuale? La risposta forse risiede proprio nel tono con cui raccontano la “bella vita” trasformandola in uno storytelling riconoscibile e mai banale. Non stupisce sapere che la canzone che i fan hanno voluto assolutamente per l’evento al Carroponte – scelta tramite un contest su Tiktok – sia dedicata alla figura della Radical Chic che vive in un mix di ambizioni culturali raccontato con ironia ma senza mai cadere nello snobismo. Al tempo stesso poi il sound unisce pop ed elettronica con continui richiami all’eurodance degli anni ’90 e 2000: un linguaggio che parla a chi ha vissuto i Festivalbar e ai giovanissimi che scoprono quei suoni per la prima volta. Brani come Settimana Bianca, che campiona Surrender dei The Soundlovers, dimostrano come la nostalgia possa sempre dialogare con le nuove generazioni.
La città di Milano come un fil rouge
Milano è il personaggio principale della discografia de Il Pagante. La città, con i suoi slang, i suoi stereotipi e le sue contraddizioni diventa il teatro perfetto per raccontare la vita dei suoi giovani. Nel nuovo album emerge la paura di sentirsi esclusi dalle conversazioni tra amici, un sentimento amplificato dai social, dove non essere aggiornati equivale quasi a perdere momenti fondamentali della vita. Dal vecchio (un evergreen) al nuovo (che è sperimentazione) Milano resta il filo conduttore che tiene insieme la loro narrativa.
Essere parte della realtà che si racconta
Il “pagante” è una figura precisa: il giovane milanese benestante che studia (magari alla Bocconi), paga bottiglie di Dom Perignon nei locali e vive la vita universitaria da “fuoricorso” perché fa troppe serate. Il duo racconta questo mondo con irriverenza e goliardia, senza mai prenderlo del tutto sul serio ma immergendosi al suo interno. Non voyeur distaccati, bensì parte integrante della realtà che descrivono, con uno stile riconoscibile a chiunque abbia vissuto la nightlife milanese.
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Tanti amici e ospiti sul palco
La festa al Carroponte è stata arricchita da numerosi ospiti. Tra i più attesi Myss Keta, con cui hanno cantato ADORO, ma anche Vegas Jones e Chadia Rodriguez in No va be. Sul palco sono comparsi inoltre Filippo Champagne e Nevio “lo stirato”, icone social di un certo politicamente scorretto e ospiti fissi de La Zanzara, i Gemelli Diversi con La triste storia dei ragazzi di provincia, MadMan per Dam2 Il ritorno e Samuel Heron con Dress Code. Un parterre che ha trasformato il concerto in un evento dove circondarsi, sul palco o “sottocassa”, di amici.
L’appello per i club che stanno chiudendo
Non è mancato anche un momento di riflessione sul tema del declino della scena clubbing milanese: la chiusura del Plastic ha colpito anche il duo e che ne ha parlato dal palco del Carroponte e che in questi 15 anni ha sempre riconosciuto alle discoteche un ruolo fondamentale di aggregazione. Sono stati i luoghi dove ci si incontrava, si stringevano nuove amicizie e si costruiva una comunità. Proprio nei club la nightlife milanese aveva trovato una dimensione quasi internazionale, tanto da provare a competere con città come Berlino e Londra. Ma le chiusure degli ultimi anni con culmine la chiusura del Plastic lo scorso 28 giugno non fanno ben sperare.
“Amo qui la situa è clamo”
Recita così CLAMO una delle canzoni dell’ultimo album che meglio racconta il linguaggio giovanile di oggi: “amo” è il modo con cui specialmente le ragazze si chiamano affettuosamente tra loro, mentre una “situa clamo” (diminutivo di clamorosa) è un momento che vale la pena vivere. Un esempio perfetto dell’utilizzo di questa frase potrebbe essere proprio il concerto di ieri sera a Sesto San Giovanni. Ma accanto ai brani più recenti non sono mancati i classici come #Sbatti (2013), che ha fatto cantare tutti i presenti. Il titolo, con quell’hashtag tipico dell’epoca di Twitter, riporta a un modo di comunicare che segnava un’intera generazione e che oggi resta simbolo di leggerezza e spensieratezza. Infine anche Sottocassa, titolo dell’omonimo brano che rimanda alla possibilità di innamorarsi (anche) in discoteca, circondati dalla musica che fa da sottofondo, opzione da non escludere anche per la serata del Carroponte.