Alberto Cipolla, si racconta nell'album Love, Death and Noise

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Il progetto racconta l’amore la morte e il rumore inteso come il flusso di pensieri ed emozioni. L'INTERVISTA

Alberto Cipolla, musicista, compositore e produttore apprezzato per uno stile che va dalla classica all’elettronica, presenta Love, Death and Noise, il suo terzo lavoro in studio. Concepito durante il primo lockdown, il disco prende forma negli anni intorno al concept dichiarato già nel titolo: l’amore e la morte, e poi il “rumore” inteso come il flusso di pensieri ed emozioni che come esseri umani proviamo quando messi faccia a faccia con queste due forze gigantesche.

Alberto partiamo dalla storia di Love, Death and Noise: nasce durante il lockdown e più volte ci hai messo mano. Perché tanti pensieri?

Nasce sì con alcuni pezzi in quel periodo ma non tutti, alcune bozze erano precedenti. Ci lavoravo senza avere una idea di che farci poi nel 2021, in primavera, ho visto quattro, cinque pezzi che avevano un senso, quindi dovevano uscire fuori, erano parte di un unico corpus. Da lì ci ho lavorato, l'idea di uscire a fine 2022 ma poi sono entrate collaborazioni con Dardust più urgenti e dunque ho dato ordine alle scadenze ed è stato un bene: alcuni brani erano quasi pronti per la mia idea di produzione ma altri erano solo abbozzati e nel corso di questi quasi due anni c'è stato il modo di farli crescere, li ho capiti meglio anche io. Sono usciti nel loro abito migliore.

 

Di solito si oscilla tra la vita e la morte, tu hai scelto l'amore: perché?

Sono opposti, ma c'è anche Eros e Tanatos. Non li vedo come due estremi, sono cose che gli umani affrontano sempre anche se sovente li viviamo attraverso gli altri. Sono elementi fondanti di un disco perché alcuni brani nascono da ispirazioni figlie di questi due elementi, sia per storie personali che per altre che ho sentito.

 

Parli del rumore, il noise del titolo, inteso come flusso di pensieri tra i due poli. Temi possa diventare un rumore bianco come quello del mare cui ci si assuefà?

Restando nel rumore dopo un po' diventa sottofondo ma se lo pensiamo non come un compagno costante ma come un qualcosa che ci smuove spero non porti assuefazione. Mi auguro non accada ma so che può accadere

 

Un altro elemento è la circolarità del progetto: parti con Love Theme e chiudi con gli amanti sfortunati di Star-crossed Lovers. Può esserci una lettura anche iniziando l'ascolto dalla fine?

Una lettura al contrario ha percorso catartico differente, parte più da un esplosione per arrivare a un momento introverso.

 

Untitled 14 parla del destino, di un libro già scritto per ognuno di noi: nella vita sei fatalista oppure sei realista e confidi in un pizzico di fortuna per cambiare qualche pagina?

Non sono totalmente fatalista, credo che gli accadimenti davvero grossi della vita li incontriamo anche se proviamo ad agire in modo diverso. Su cose più piccole basta una scelta, altre cose ci capiteranno. L'ispirazione è da due poesie della poetessa Anna Szymborska.

 

Però il finale è positivo quando dici "sei scivolato attraverso la maglia, sento ancora il tuo battito cardiaco, sta battendo in me". Qui il noise è quello del cuore?

Sì, sono le farfalle nello stomaco!

 

Il vecchio seduto sulla sedia di legno che guarda la sua casa brucia evoca la sua vita e i suoi ricordi: tu hai paura di perdere frammenti di memoria?

Mi auguro di no, è una situazione che non auspico a nessuno. Capisco che per come funzioniamo come esseri umani col tempo tendiamo a rimuovere cose negative. Spesso si ricorda il passato come un momento idilliaco, tutt'al più si rilegge col senno di poi in un campo più ampio. 

 

C'è una leggenda sarda che dice che un uomo che commette gravi colpe per sortilegio può essere trasformato in un bue bianco. Il bue bianco di A sprout of noise ha un valore di redenzione?

Il mio bue bianco nasce da un racconto di mio padre. Lui 25 anni fa a causa di un infarto è stato non cosciente e a cuore fermo e poi, tempo dopo, mi raccontò che in quei momenti si immaginava in un enorme prato con un bue bianco e più si avvicinava e più si sentiva bene, finché si svegliò e il sogno finì. La storia mi ha affascinato, si può leggere in modo scientifico o spirituale ed è comunque interessante.

 

"So let yourself go You don’t need to hide no more" (quindi lasciati andare non hai più bisogno di nasconderti): è il tuo ritratto artistico oggi?

Penso di sì. Lo sono sempre stato ma crescendo c'è più consapevolezza e ora ho l'età giusta per fare quello che voglio senza dover pensare a stare dietro a stilemi e regole, mi esprimo nel modo artistico che sento più mio.

 

Oggi sai quanto è profonda la nostra anima?

No, non so neanche quanto lo è la mia anche se lo prèdico nelle canzoni. Ognuno passa la vita a cercarsi sempre più nel profondo senza mai arrivare alla fine del percorso.

 

Che accadrà nelle prossime settimane?

Sto organizzando concerti per l'autunno per raccontare il mio disco. Poi ci sono collaborazioni su altri eventi con Dardust.

Approfondimento

Sue, l'album Come Luce: "Oggi la mia ironia è più consapevole"

Spettacolo: Per te