A pochi giorni dalla morte della rockstar, la raccolta scala la classifica Billboard 200. È il decimo album solista dell’ex leader dei Black Sabbath a raggiungere questo traguardo, confermando una legacy che continua a vivere oltre la fine.
Anche da morto, Ozzy Osbourne continua a fare rumore. Non è un modo di dire: The Essential Ozzy, raccolta pubblicata oltre vent’anni fa, è risalita oggi fino al settimo posto della Billboard 200. È il suo decimo album solista a entrare nella Top 10 americana. Una consacrazione postuma che dice molto più della nostalgia: racconta di un’eredità incisa nella carne del rock, viva, potente, ineludibile. Perché Ozzy non è mai stato solo un cantante. È stato – ed è – un simbolo.
Un’eredità incisa nel ferro
Originariamente pubblicato nel 2003, The Essential Ozzy è una raccolta dei suoi brani più iconici dagli anni Ottanta ai primi Duemila. Un best of che, pur avendo già ottenuto certificazioni d’oro e di platino, non aveva mai raggiunto una posizione così alta in classifica. Fino a oggi. Nella settimana successiva alla sua morte (avvenuta il 22 luglio 2025), l’album ha totalizzato oltre 44.000 unità equivalenti vendute, diventando il primo titolo postumo di Osbourne a entrare nella Top 10.
Dieci volte leggenda
Con questo traguardo, Ozzy raggiunge una ristretta élite di artisti capaci di collezionare dieci o più album in Top 10 da solisti. Prima di The Essential, ci erano riusciti dischi come Patient Number 9, Ordinary Man, Scream, Black Rain, Down to Earth, Ozzmosis, No More Tears, Tribute e The Ultimate Sin. Senza contare i successi con i Black Sabbath, tra cui l’album 13, che nel 2013 era arrivato al primo posto in classifica.
Quando il catalogo si trasforma in culto
La corsa in classifica di The Essential Ozzy è l’effetto di un’ondata emotiva ma anche culturale: milioni di fan stanno riscoprendo la sua musica, la sua voce inconfondibile, l’immaginario cupo e visionario che ha attraversato decenni. È il segno che Osbourne non è solo un artista del passato, ma una figura ancora capace di parlare al presente. Ozzy Osbourne ha incarnato il lato oscuro del rock con autenticità, ironia e carisma. Dall’epopea sabbathiana alle hit da solista, ha mescolato tenebra e teatralità, follia e umanità. E ora, a classifiche ancora calde, la sua leggenda sembra solo all’inizio. Perché certi nomi non scendono mai davvero dal palco. Restano lì, tra vinile e streaming, a ricordarci cosa vuol dire lasciare il segno.