Alfa in concerto a Piacenza: "Qualunque siano i vostri sogni andate a prenderveli"

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

L'artista genovese infiamma con la sua performance il Piacenza Summer Cult. IL NOSTRO RACCONTO di un viaggio sincero, emozionante e coerente lungo oltre un'ora e mezza  in compagnia di uno dei più credibili rappresentanti di quella generazione di artisti che fa parte, per il mondo musicale che frequenta, dell'Urban Generation

La testa tra le nuvole ma i pensieri nell'anima. Non è solo un concerto quello che Alfa sta portando in giro per l'Italia in questa estate di temperature bollenti e improvvisi, drammatici nubifragi. E' una esperienza perché su quel palco colorato, con una panchina che porta lo sguardo ad abbracciare tutto il pubblico, Andrea De Filippi racconta ansie e sogni di una generazione e aiuta, sollecita "quelli più grandi" a entrare nelle dinamiche, di vita, di inquietudini e di aspettative di chi oggi ha vent'anni, qualcosa in più qualcosa in meno. Dietro di lui c'è una macchina rodata da lunghi mesi in giro per l'Italia e che in autunno andrà alla conquista dell'Europa. Il lavoro fatto da Claudio Ferrante, il signor Artist First, e dal suo team insieme ad Alfa è un esempio di programmazione e condivisione raro nella stagione dell'individualismo radicale e radicato. E l'avere affidato a Matteo Bianchi la cura, perché di questo si tratta di cura, di un palco "pesante" quale è oggi quello di Alfa è il giusto punto esclamativo. Una volta c'era la Beat Generation di Jack Keruac, oggi c'è l'Urban Generation di Alfa.

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ALFA: "ANDATE A PRENDERE I VOSTRI SOGNI"

Il viaggio inizia intorno alle 21.30 nel cortile di Palazzo Farnese, ovviamente sold out, e ad annunciare che si parte, oltre all'apparizione della band e di Alfa, sono le note di September, epico brano degli Earth, Wind & Fire, poi si balla con Come il Sole, Testa tra le Nuvole Pt. 2 (la prima parte arriverà un po' più tardi con Andrea al piano), Wanderlust e Tante Mila Volte. Da subito la sensazione è di un live compatto, con una sua filosofia che si concede un po' di casualità. Ed è quello che mi piace. Oggi troppi concerti sono costruiti come un film, dove l'improvvisazione e l'imprevisto vanno esorcizzati ab origine. L'Alfa Summer Tour - Non So chi ha Creato il Mondo ma so che era Innamorato (per altro dell'album eponimo è da poco uscita la versione Deluxe) è, in senso...pregiativo, un live alla vecchia, di quelli suonati, cantati, coinvolgenti, della giusta durata (poco più di un'ora e mezza) e senza artifici pirotecnici per ammaliare il pubblico. Per costruire una serata Bellissimissima bastano l'attitudine urban e un mix di poesia, quotidianità e Pop. Tra i brani in scaletta ci sono capisaldi "alfani" quali Sofia, Frida e la più recente, commovente, Il Filo Rosso. Il capitolo sanremese cattura anche il pubblico più adulto col country di Vai! e Sogna Ragazzo Sogna, per me uno dei momenti più alti del Festival di questo primo quarto di secolo (e scorcio di millennio). Dopo 5 Minuti, Ci Sarò, la versione di Alfa con le barre finali aggiunte del già citato capolavoro di Roberto Vecchioni, è il momento dei saluti e non può che essere un Cin Cin. E, su consiglio di Andrea, tornando a casa ognuno di noi ha allungato le braccia per catturare i propri sogni.

 

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