Luk3, l'album Diciotto: "Le mie canzoni danno vita alle emozioni"

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Credit Emiliano Cabona

Il progetto raccoglie sei brani che esplorano tutte le sfumature emotive della Gen Z, un mondo fatto di luci e ombre. L'INTERVISTA

Diciotto è il primo Ep di Luk3, giovanissimo cantautore campano. Il progetto contiene sei brani, tra cui l’inedito Canzoncine, che esplorano le emozioni e le sfumature della generazione Z, un mondo fatto di luci e ombre. Diciotto è il modo di Luk3, all'anagrafe Luca Pasquariello,di raccontarsi senza filtri, un viaggio emotivo in cui ogni brano rappresenta una parte di sé che prende vita. Sarà possibile ascoltare i brani più rappresentativi del percorso di Luk3 ad Amici 24, come Valentine e Parigi in motorino, che hanno riscosso grande successo tra il pubblico, accanto al nuovo singolo Bianca-Prada; Canzoncine è un racconto della lotta interiore adolescenziale, dove l’artista si rivela senza filtri, con delicatezza e profondità. L'artista definisce Diciotto il suo diario sonoro, un racconto autentico di vita e crescita.

Luca partiamo dai tuoi sold out: te li aspettavi?
Assolutamente no, avevo una grande paura del fuori e credo che questo sia solo l’inizio del mio percorso, penso di esser solo al cinque percento di quelli che sono i miei obiettivi. Devo gratitudine a chi mi segue ma aggiungo anche che sono partito col piede giusto e non potevo sognare un inizio migliore per il mio percorso musicale.

Descrivi il tuo viaggio da Marcianise fino Diciotto.
Un viaggio strano, inaspettato, io vengo da una frazione piccolissima di un paesino, la musica mi ha portato successivamente in una realtà che all’inizio vedevo gigante e pure ora vedo enorme. Sono partito dal nulla, i miei genitori non hanno mai fatto musica, ho iniziato conoscendo persone online e ho fatto piccoli passi fino a incontrare le persone con cui lavoro oggi. È stato graduale, ho iniziato da piccolissimo a fare musica, poi mi ha aiutato la conoscenza di persone come il mio produttore e tutto lo staff; è anche grazie alla rete social che abbiamo creato nel tempo se sono arrivato qui.

Il tuo viaggio in musica è, appunto, nato sui social: come hai vissuto il passaggio dalla realtà digitale a quella profondamente reale di Amici?
Due situazioni molto diverse. Quando pubblichi online ciò che fai è un video che puoi ricreare mille volte, in televisione è diverso, quello che esce è la tua persona nel bene o nel male, con delle telecamere sempre addosso mostriamo allo stesso modo il lato positivo e il negativo, ma è questo il bello e io l’ho vissuto in modo naturale. Ricordo che Maria una volta mi chiese perché scappo dalle telecamere (ride, ndr), poi mi sono sciolto e mi sono impegnato a vivere in modo normale anche all’interno di quel contesto. All’inizio avevo quasi paura, poi gradualmente e stando lì tanti mesi ho migliorato il mio approccio a quelle dinamiche.

Ti senti di rappresentare la Generazione Z, che è la tua?
Mi ci sento parte. Spero comunque di prendere un pubblico di età più ampia possibile. I miei testi parlano di me, della mia vita e delle mie esperienze, di conseguenza in questo momento parlano dei miei 18 anni. Immagino comunque che persone più grandi possano rivedere nella mia musica la loro adolescenza, con nostalgia.

C’è un brano nel tuo ultimo Ep da cui ti senti maggiormente rappresentato, che è uscito in modo più naturale?
Canzoncine che è anche il brano più recente che ho scritto de è uscito in modo molto facile, urgente. È un pezzo scritto alla mezzanotte dei miei diciotto anni; certo l'ho poi sistemato e chiuso ma è stato il pezzo che ho scritto più velocemente, nell’impeto del momento, avevo troppe cose da sputare.

Quando scrivi, rimaneggi tanto le tue parole? Quanto sudi i tuoi testi?
Più che il testo sudo il cercare il momento giusto, quello più che cercarlo mi arriva una volta ogni tanto e quando giunge sono uno che va molto di pancia e ci mette poco per scrivere. Se viene da una esigenza forte io lo sento e lo capisco subito e dunque lo assecondo.

Hai detto che “scrivere e cantare fino a perdere la voce è tutto quello che voglio.” Quali sono i motori di questa determinazione?
Venire da una realtà piccola è tra le motivazioni, poi stare con le persone che mi circondando e sentire il bene che voglio a loro e loro a me. Ciò che più alimenta il tutto è che in realtà la musica per me è come fosse l’unica persona con la quale non ho barriere. Sono molto riservato e vedo la musica come qualcuno con cui interagire, che ha una umanità, è l’unica persona alla quale riesco a dire tutto senza problemi e poi attraverso i brani mi esprimo e riesco effettivamente a comunicare anche con gli altri. Anche per questo amo tantissimo cantare dal vivo.

Sei giovanissimo, hai 18 anni, dove ti vedi musicalmente tra 5 anni?
Non so proprio dirtelo ma la cosa che spero è di avere per sempre il rapporto che ho ora con la musica, un rapporto che va totalmente al di là dei numeri, degli ascolti, degli stadi, delle piazze di paese. Per me conta e conterà sempre solo il rapporto che avrò io con la musica.

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