Le immagini vanno oltre il progetto e sono un prodotto cinematografico con autonomia e valore indipendenti, con una sua propria e specifica ricerca di bellezza
IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ORIGINALE DELL'ARTISTA
Viviamo immersi in una realtà, in un presente così tremendo e incredibile (cioè difficile da credere), al punto che, almeno per me, è stato ed è più semplice credere ai miracoli. Da questo sentire, nasce solo i miracoli hanno un senso stanotte in questa trincea, il brano che dà il titolo al mio omonimo album: è tutto scritto in lettere minuscole, in un (probabilmente vano) tentativo di porre in equilibrio un mondo in cui troppi tendono a darsi la maiuscola. Qualche numero sul disco: 15 anni di lavorazione; 9 canzoni; solo 2 musicisti in studio: Giovanna Famulari e io.
Questo videoclip, che presentiamo in anteprima, è stato girato dal regista Dario Angelucci in un bianco e nero espressionista all’interno di un salone della misteriosa Villa Malta in via di Porta Pinciana a Roma. I sontuosi ambienti della villa, oggi sede di Civiltà Cattolica, risuonano ancor oggi delle presenze illustri di scrittori, poeti e registi che la frequentarono nel corso del tempo: da Goethe che proprio lì volle simbolicamente piantare un albero, fino ai registi Federico Fellini e Martin Scorsese. Quest’ultimo, due anni fa, parlò nella sala Curci, dove il videoclip è stato girato, proprio dal leggio da dove mi si vede “predicare”. Io sono sempre ripreso, in un voluto omaggio allo stile del regista americano, in un inquietante primo piano, che mostra ogni piega del mio viso, che è come una carta geografica, piena di segni e di cicatrici delle vite che ho vissuto e delle vite che ho perso. Non ho avuto pudore. L’incalzante predicazione in musica e parole è interrotta da brevi ma segnanti epifanie di una donna, in una posa rigorosa, ieratica, che volutamente contrasta con la mobilità del mio volto. È Giovanna Famulari, violoncellista, cantante e molto altro, la co-protagonista dell’album e naturalmente anche di questo video.
Le epifanie di Giovanna sono anticipazione di quanto poi vedremo nella parte conclusiva del clip: il miracolo, lo sblocco emotivo ed esistenziale, il volo oltre la trincea. La telecamera prenderà il volo, il pavimento della stanza ruoterà e tutta la stanza danzerà al suono di una musica solenne ma leggerissima, come il tremare di una una lamina d’oro. Poi le nostre voci canteranno le parole che danno il titolo alla canzone “solo i miracoli hanno un senso stanotte in questa trincea”; le ripeteranno come un mantra, finché sentiremo un coro che sembrerà giungere da un luogo altro. Ma questo luogo forse è proprio dentro ognuno di noi, dentro anche ognuno di voi che ci vedete e ci ascoltate ora.
E mentre anche le vostre labbra ormai pronunceranno il mantra solo i miracoli hanno un senso stanotte in questa trincea, Giovanna batterà gli occhi e il video si concluderà, come se questo volo magico fuori dalla trincea delle nostre vite fosse stato soltanto un sogno. Quest’opera si incardina in un percorso che ho inaugurato dieci anni fa con un obiettivo ambizioso: transvalutare il genere del videoclip. Non più solo veicolo o volàno promozionale per un album e per una canzone, ma prodotto cinematografico con autonomia e valore indipendenti, con una sua propria e specifica ricerca di bellezza.