Il ritorno degli Skunk Anansie, Skin: "Siamo più forti, è l'inizio di una nuova era"

Prima di arrivare all’incontro con Skin e Ace, mentre ascolto il nuovo album degli Skunk Anansie, penso che questo è il settimo disco della band. La mia passione sul significato dei numeri fa una strana associazione: è il numero sette, che di solito indica la perfezione. Ed è una parola che spesso emerge nella chiacchierata con la band, appena parliamo di The Painful Truth. “La perfezione è difficile da raggiungere, ma non credo nemmeno debba essere l’obiettivo”, mi spiega Skin, prima di parlare di come questa nuova creazione musicale parli di tanti temi, cari alla band. Skin mi racconta di cosa significa vivere nell’America di oggi, soprattutto per una donna queer, sposata e con una figlia, a cui augura di essere felice ed empatica, caratteristiche che lei stessa ha, come artista e come persona. Ma anche di cosa voglia dire tornare a fare musica con gli amici di sempre, e rafforzare un gruppo che oggi è più autentico che mai. Sette album, ma The Painful Truth è differente. Perché? Questo album è diverso rispetto ai precedenti, questi sono gli Skunk Anansie 3.0. C’è una prima parte, nei primi anni Novanta. Poi c’è la seconda, a partire dal 2008 fino alla pandemia. E poi c’è quella di oggi, perché abbiamo un nuovo album, un nuovo management… è tutto nuovo. È come essere dei nuovissimi Skunk Anansie. Ci sono anche delle nuove sonorità. Non so se “perfezione” è la parola corretta, proprio perché è qualcosa di molto difficile da raggiungere, ma credo che non sia necessariamente un’ottima idea avere quell’obiettivo. Credo sia più importante cercare l’autenticità e questo significa far emergere le imperfezioni. È una nuova era della band, e tutti noi siamo entusiasti di questo momento, proprio per noi. E sì: continuiamo a divertirci. Credo che tutto quello che abbiamo attraversato per arrivare dove siamo adesso sia stato molto importante: è stato difficile, certo, ma ora stiamo apprezzando i benefici del duro lavoro fatto. Ma anche dell’incertezza del periodo passato, quando non sapevamo quello che stavamo facendo e come. Ora siamo nella fase in cui ci divertiamo: abbiamo fatto un tour sold out in Europa e nel Regno Unito… e questa è la parte divertente! La fase più difficile è fare nuova musica, quella più semplice è suonarla! "La vera sfida oggi? Restare insieme. E noi ci siamo riusciti" Ma scrivere un album è difficile. Sai cosa? Il settore è difficile, la vita lo è, anche scrivere un disco è complicato. Se non ci fossero state tutte queste criticità non avremmo creato questo album fantastico. Se fosse stato facile, avremmo buttato giù un po’ di tracce dal suono artificiale. La sfida è parte di quello che ti fa pensare, rispondere a quello che succede nella vita, ti fa formulare opinioni… Credo che gli Skunk Anansie abbiano sempre avuto delle sfide ma le abbiamo risolte grazie al nostro legame: noi quattro siamo uniti da una forte chimica, che torna utile nel momento del bisogno che ci porta a realizzare qualcosa di molto creativo. "Fare sempre quello che ti piace: è fondamentale" Il viaggio che ci ha portato fino a qui ci fa capire che abbiamo fatto qualcosa di buono. Da lì in avanti non sai se al pubblico piacerà o meno: abbiamo appena pubblicato un album e la canzone che sta andando meglio è Animal, il singolo da poco uscito. Non avrei mai immaginato che questo brano potesse essere così apprezzato. È assurdo. Ti ricorda che alle persone piace qualcosa, ma che tu devi continuare a fare quello che ti piace, senza copiare nessun altro, perché non sai come reagirà il pubblico. "Cosa piace al pubblico di noi? L'autenticità" Credo che il pubblico ami molto l’autenticità degli Skunk Anansie. Siamo amici da tempo e ci vogliamo molto bene: i ragazzi per me sono fratelli, e farei qualsiasi cosa per loro. Poi, per fare musica, oggi, bisogna avere quel tipo di solidità e forza, perché altrimenti rischi di perderti nel dedalo dell’affinità artistica, che non puoi creare a tavolino e nemmeno cercare mentre stai lavorando ad un album. È importante fare musica con il cuore, proprio perché piace a te e non con l’idea che il pubblico possa accoglierla bene. Può sembrare difficile, ma non lo è per noi, Skunk Anansie. The Painful Truth, la dolorosa verità degli Skunk Anansie Proseguiamo la nostra chiacchierata parlando del nome dell’album, The Painful Truth. Con Skin concordiamo sul fatto che il momento che stiamo vivendo è molto complicato, e che spesso è meglio sapere la verità, cruda e a volte dolorosa, rispetto ad una verità finta. O qualche bugia. Skin mi spiega che la scelta del titolo è sicuramente legata al momento storico, piuttosto complicato, ma non è stato così semplice trovare le giuste parole per l’album: “Avevamo una lista di nomi, ma nessuno mi piaceva. Ascoltavo la musica del disco ma non c’era nessun titolo che effettivamente fosse giusto. Quindi ho chiamato Cas, che nei mesi precedenti aveva avuto dei gravi problemi di salute, e gli ho detto: se dovessi definire l’ultimo anno, come lo definiresti? Me lo devi dire adesso però! E lui, senza alcuna esitazione, mi ha risposto: The Painful Truth, ovvero la dolorosa verità. Ho riflettuto a lungo sul significato di queste parole, e in effetti rispecchiavano sia il suo punto di vista, ma anche quello della band: lui ha rischiato di morire, ma anche gli Skunk Anansie hanno dovuto riflettere sulla forza della band stessa. Ci siamo detti: o facciamo un album che definisce chi siamo, oppure smettiamo di fare questo lavoro. E poi ho pensato anche a quello che stiamo attraversando come persone, in un mondo che tende sempre più ad estremizzare ogni cosa: quindi The Painful Truth riassume perfettamente chi siamo, come individui e come band.” "Eravamo un po’ in declino, ma siamo rinati" C’è una dolorosa verità che è accaduta alla band, in questi anni? Eravamo un po’ in declino. Non lavoravamo a un album da tempo: abbiamo continuato a fare concerti, e stava andando tutto bene, ma senza nuova musica avremmo continuato a perdere importanza come gruppo. Il nostro manager storico è scomparso, e per noi è stato un momento molto difficile. E poi ti chiedi: ma vale ancora la pena continuare? Noi comunque facciamo molte cose nella nostra vita, quindi di fatto c’è vita fuori dagli Skunk Anansie. Questo sì. Poi, però, ci siamo ritrovati in un cottage, in una casa tutta nostra: lì abbiamo ricominciato a fare musica insieme. Ed è stato bellissimo perché ci siamo riscoperti, e abbiamo capito che è quello che ci piace. Abbiamo scritto Animal, poi An Artist Is An Artist e molte altre canzoni. Dopo circa due settimane è venuto a trovarci il nostro nuovo manager, che pensava di sentire solo dei pezzi di brani. Invece no: gli abbiamo fatto ascoltare canzoni complete, e gli sono piaciute subito. Quello ci ha dato fiducia, ci siamo guardati e ci siamo detti: Siamo troppo bravi per smettere! Le radici artistiche degli Skunk Anansie Parliamo del suono inconfondibile degli Skunk Anansie, che è rimasto immutato negli anni. Quanto è stato difficile conservarlo? Le radici della nostra musica siamo noi quattro. Abbiamo tutti, come individui, degli elementi che ci contraddistinguono: quando li mettiamo insieme esce qualcosa di veramente importante. E non ci dobbiamo preoccupare di nulla, proprio perché abbiamo tutto. Qualsiasi genere facciamo, suonerà sempre Skunk Anansie. Questo ci ha sempre permesso di essere liberi e sperimentare molto, ma allo stesso tempo di restare fedeli alla nostra linea. Siamo delle leggende, siamo cresciuti con la nostra musica ma nel contempo siamo molto legati alla contemporaneità musicale. Aver lavorato con David Sitek dei TV On The Radio ci ha permesso di avere uno sguardo esterno alla nostra musica: l’ha semplificata molto facendoci tornare alla vera essenza, ma ha anche aggiunto qualcosa. Ed eccoci qui, con un nuovo album, come Skunk Anansie. Ace: "La nostra forza? Essere una band ribelle" Mi rivolgo ad Ace. Essere una band nel 2025 non è semplice: in un mondo in cui sembra più facile fare i solisti, gli Skunk Anansie resistono… Sì, certo. Ma la nostra forza è l’essere dei ribelli: quando abbiamo iniziato a fare musica insieme volevamo urlare il nostro dissenso verso una società che non ci rappresentava. Poi è arrivato il suono degli Skunk Anansie. E negli anni non abbiamo perso nulla degli inizi. Noi discutiamo molto, ci confrontiamo, spesso non siamo d’accordo ma parliamo tanto. Il mio consiglio resta sempre lo stesso: se volete fare musica, fatela con altre persone! Skin: "Lotterò sempre per i miei diritti e quelli degli altri" Torno da Skin per parlare dell'attualità politica del Paese in cui ha scelto di vivere. Abiti a Brooklyn, in un’America che dallo scorso 20 gennaio è molto cambiata. Ma tu continui a lottare per i tuoi diritti, senza paura… è difficile, oggi, continuare a farlo? Sono una donna queer, e non ho altra scelta che continuare a combattere per i miei diritti, per quelli della mia famiglia e di mia figlia. Se non lo faccio io, chi lo può fare? Non posso certo aspettare che qualcuno mi venga a salvare. Nella nostra musica parliamo di quello che sta succedendo, certo, ma in un modo diverso rispetto a come facevamo all’inizio della nostra carriera. E attenzione: non è politica, ma morale. È senso civico. Ci chiediamo: è giusto terrorizzare delle persone che la pensano in modo diverso rispetto a noi? Ed è questo uno dei temi di The Painful Truth: alla fine siamo tutti uniti, e non possiamo pensare che quello che riguarda noi non tocca gli altri. È pur vero che non tutti abbiamo le stesse opinioni e che tutte le band debbano comportarsi come facciamo noi. Credo, però, sia molto importante informarsi, studiare e capire per chi votare: c’è troppa disinformazione, e oggi più che mai è fondamentale affidarsi ad esperti. Non possiamo permettere ad altre persone di scegliere per noi. "Cosa auguro a mia figlia? Di essere sempre felice" Kamala Harris, quando è stata scelta come Vicepresidente, ha detto: Sono la prima ma non sarò l’ultima. Ecco, è questo un augurio che fai a tua figlia? C’è qualcosa che le auguri? Di crescere felice. È già molto empatica, nonostante sia ancora piccolina, e spero continui a esserlo. Vorrei fosse parte attiva nel cambiamento, perché ne abbiamo bisogno. E sì, le auguro di essere felice. Sempre. THE PAINFUL TRUTH - la tracklist 1. An Artist Is An Artist 2. This Is Not Your Life 3. Shame 4. Lost And Found 5. Cheers 6. Shoulda Been You 7. Animal 8. Fell In Love With A Girl 9. My Greatest Moment 10. Meltdown

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