Ermal Meta in concerto a Bologna, due ore di stupore, libertà e vita

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Entusiasmo ed energia al Teatro Duse di Bologna per il live di questo artista decifratore di umanità. Annunciate le prime date del tour estivo che partirà l'11 giugno da Mestre. Mentre il 13 maggio verrà pubblicato il suo secondo romanzo dal titolo Le camelie invernali. LA RECENSIONE

C'è (almeno) una verità che divide i grandi raduni della musica in Italia (e in parte d'Europa) da quelli che si svolgono negli Stati Uniti: da noi non ci si muove senza almeno un ottanta per cento della line up definita. Oltreoceano si acquista il biglietto al buio perché è una festa e quel che conta è esserci. Partendo da questo spunto, vi dico che non importa la scaletta quando sul palco c'è Ermal Meta, quello che conta è lo scambio umano, vicendevole di emozioni ed energia. Due ore di musica, di spensieratezza e di riflessione, precedute da una sosta accogliente all'Osteria la Tigre, il locale bolognese di Cesare Cremonini, perché nei suoi testi ci sono la nostra vita e il mondo che ci gira intorno.

Ermal Meta
Credit Pino Manocchio - Credit Pino Manocchio

Il palco è costruito come un camerino, con abiti appesi, fotografie, specchi e un armadio (che poi è la porta che permette di accedere al vero camerino, un po' come i passaggi nascosti dei castelli, dei manieri) e con Ermal Meta c'è Davide Antonio Pio, pianista e co-autore dello spettacolo cui spetta il compito dell'incipit, di separare la fine del concerto dal "se non canti l'ultima noi non ce ne andiamo", e di ironizzare con qualche battuta. In scaletta parecchie canzoni del recente album Buona Fortuna, dedicato a sua figlia ma essendo Ermal un uomo di memoria l'aperura e la chiusura li affida a due brani della sua storiaca band, La Fame di Camilla, e si tratta di Un Pezzo di Cielo in Più e Niente che ti Assomigli. Due le sue reinterpretazioni di brani altrui, che arrivano verso il finale: si tratta di Exit Music (For a Film) dei Radiohead e di Wicked Game di Chris Isaak. Tra i primi brani eseguiti c'è Ragazza Paradiso che è accompagnata dalla dedica a chi non voleva esserci: il pubblico di Ermal è tendenzialmente femminile e dunque capita che ci sia parte di quello maschile che è lì per "dovere d'amore". Ma sono pochi. Rari, mi sento di dire. Gli uomini in sala cantano e sono parte attiva del live. Entusiasmante e originale il finale di Mi Salvi chi Può, che mi ha riportato alle vette della musica prog. Alcune canzoni Ermal le introduce e una di queste è Stelle delle Notti Lunghe, una canzone di guerra e di partigiani ambientata nel modenese, ma sono pure parole di speranza e amore: "Domani, sì, io ritornerò. Solo con un fiore nelle mani partirò e queste notte piene di stelle quaggiù non passano mai, sono così lunghe. Spero che mi aspetterai". Una sorpresa, una folgorazione Come Genova dal Mare: con tutta quella gente che cerca di trovare la felicità per me è l'estensione di Genova per Noi e mi immagino, in quell'armadio sul palco, di trovare "lini e vecchie lavande". Cambio di ritmo per La Strada la Decido Io e parole splendide come "ci dimentichiamo che siamo padroni non solo dell'aria che riempie i polmoni ma di un futuro bellissimo" sono un messaggio identitario elettrico che arriva diritto al cuore. Non poteva mancare A Parte Te, un delle dieci canzoni, per me, da portare su un'isola deserta. Grazie a Ermal abbiamo la certezza che per qualcuno saremo sempre nella tasca a destra in alto. Ogni sua canzone è una lezione d'amore che ci ha insegnato.

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