Deira, due canzoni nella serie The Kardashians: "Ora mi ascoltano ovunque"

Deira, all'anagrafe Erica Meneguzzo, è una cantautrice vicentina, classe 1999, che si era fatta conoscere al suo esordio come IononsonoeriKa, ha pubblicato il brano "Un segnale dal cielo", una canzone provocatoria, giocosa, seria, che vuole far riflettere su tutte quelle circostanze bizzarre che ci propone la vita. Deira crea domande, riflessioni, stimoli, senza dare delle risposte, perché forse neanche lei le ha completamente chiare. Come era già accaduto a novembre 2022 col brano "Lividi di Gioia", anche "Un Segnale dal Cielo" è stato scelto per far parte della colonna sonora della serie "The Kardashians". Erica partiamo da "The Kardashians": la tua reazione quando hai saputo che la tua musica è entrata per due volte nel loro progetto televisivo quale è stata? È stato un percorso di cui ho saputo step by step; la prima canzone è stata "Lividi di Gioia" nel 2022 e il mio produttore Alex Marton me lo aveva preannunciato: è stata inserita in una puntata trasmessa a novembre. Alex Marton e l'editore Francesco De Santi di Gabesco Publishing avevano proposto più canzoni e il destino ha voluto che m prendessero. In tempi più recenti è ricapitato con "Un Segno dal Cielo". In entrambe le circostanze conoscevamo l'episodio ma non la scena, guardandoli ho scoperto che erano girati in Italia: il primo a un matrimonio e il secondo in occasione di un concerto di Andrea Bocelli. Ti ha fatto sorridere il fatto che che da piccola scrivevi in inglese e in una serie internazionale sei entrata con brani in italiano? Non ci avevo pensato, comunque scrivevo in inglese fino al lockdown. Ho frequentato il liceo linguistico, mi sono sempre piaciute le lingue, però in italiano ho capito che mi esprimo meglio, è stato un passaggio naturale. So che ti sei avvicinata alla serie: ti piace? Che pensi dell'impero Kardashian? E hai una figura preferita della quale vorresti essere amica? Non ho visto molto, è bella e leggera, racconta un mondo molto di lusso e di sfarzo a me distante, lì sono sempre al top. Guardando le rilevazioni ho notato che prima avevo un pubblico italiano e ora noto che con "Un Sogno dal Cielo" ho ascolti negli Usa, in Finlandia e in molti altri Paesi: magari qualcuno si è incuriosito, mi ha identificata con Shazam, dunque la ma musica si è aperta all'estero. Per essere amici dobbiamo conoscerci... se mi invitassero per un caffè a Parigi potrei poi risponderti. Se non ricordo male quando hanno scelto "Lividi di Gioia" tu eri ancora IononsonoeriKa: quando sei diventata Deira? E perché hai scelto questo nome d'arte? Io per prima faccio fare confusione tra c e k, c'è chi ancora scrive il mio nome con la k. Mi hanno detto di pensare bene al nome che volevo. IononsonoeriKa lo vedevo più come username e non destinato a durare nel tempo. La ricerca è durata un anno, ho fatto vari tentativi sia come significato che come nome ma è difficile, c'è giù tutto quindi ho optato per il suono: una mia amica era tornata da Madeira e dopo avere stressato tutti per la scelta ho optato per la sonorità di Deira e la storia intorno me la costruisco io. L'incipit di "Lividi di Gioia" è "allora tira fuori i tuoi artigli" che è molto "The Kardashians": è quello che fai ogni giorno? Cerco di farlo, poi ci sono giornate storte ma cerco di tirare fuori la forza che ho dentro, per lo zodiaco sono un Leone e ci sono situazioni in cui viene fuori la mia forza. Sempre nel testo parli di un cellulare spento. Invece nel video di "Un Segnale dal Cielo" usi un vecchio telefono di bachelite, lontano dalla tua generazione: che effetto ti ha fatto? Era di mia nonna, sono nata nel 1999 e faccio parte di una generazione di confine. Ci giocavo da bambina fingendo di chiamare. I miei avevano i primi Nokia, io ho avuto il cellulare in terza media, è stato il regalo della Cresima, quindi lo ho avuto tardi. Nel video ci sono più immagini di te: c'è l'Erica che balla, c'è quella seduta sulla sedia di papà molto femminile, c'è la Erica scanzonata, c'è quella che gioca col cubo di Rubik e ai dadi. Quante Erica esistono nella quotidianità? Vi siete moltiplicate visto che ero rimasto a "Essere Due"? Non si finisce mai di conoscersi e di evolvere, quello che rimane è un lato serio, un po' timido che poi diventa giocoso e scherzoso, ho un'ambivalenza tra il riflessivo e l'intimo e un'indole più aperta. Dipende dall'ambiente, se sono a mio agio e mi sento bene mi apro, se non mi sento io al posto giusto mi chiudo. Le immagini iniziali di "Un Segnale dal Cielo" ti mostrano di spalle che guardi lontano... dove punta il tuo sguardo? Quella villa ha un viale lungo e guardavo leopardianamente l'infinito. Torniamo ad "Antartico": le storie passano e i traumi restano, mentre in "Trentagiga" ci sono imbarazzi, paure e pare: ti senti in credito o in debito con la vita? Forse per ora ho dato tanto e di quanto ho ricevuto non sono troppo soddisfatta. Ma so pure che posso dare di più, l'ho fatto in certi periodi, li rivedo come una foto polaroid. Nel mio progetto ci ho messo energia ed economia, ho fatto tanto e posso fare di più. Mi è tornato qualcosa, tipo l'inserimento i The Kardashians, ho ingoiato un po' di amaro in altre situazioni, tipo il concorso che non passi. Ora sono più distaccata, non ho cercato concerti dallo scorso settembre, ho fatto un letargo per stare di più con me stessa, ero in trasformazione. Ti racconti come una campionessa di ricordi in vasche olimpiche stile libero: sei un'archivista della memoria o una selezionatrice? Anche "Antartico" parla di ricordi. Ricordo tanto, forse troppo. Anche cosa avevo mangiato un determinato giorno... non sempre ma spesso mi capita. Purtroppo o per fortuna, ci aggiungo. Qualcosa si perde nel tempo, io mi sento il poeta che sta nel passato e ci rimugino. Bisogna vivere il presente. "Spesso non sempre c'è un senso a quello che ti accade a volte è la natura che ti parla": nella vita sei fatalista o ognuno è fabbro del suo destino? Siamo padroni del nostro destino. Non concordo con Giovanni Verga che scrisse che se nasci pescatore tale resterai. Detto questo c'è una componente che mi fa dire che siamo qui anche per interpretare un ruolo e qui è più Luigi Pirandello. Magari lo scopri nel tempo e comunque porta un contributo all'umanità. Sei una giovane donna romantica o ti senti parte di quella generazione più fluida che adotta il "tu ci sei a intermittenza, a distanza"? Prendo tutto seriamente in generale, sono profonda e attaccata alle cose. "Stanotte ho fatto un sogno strano": quale è l'ultimo sogno strano che hai fatto? Sei una sognatrice nella vita? Ti racconto subito l'ultimo: avevo appuntamento col dentista e l'idea di andarci ha scatenato un momento onirico nel quale mi facevano uno scherzo, in studio non c'erano dentisti, mi mettevano in poltrona e non vedevo la mia dottoressa. In generale la notte sogno molto. Nella vita cerco di sognare anche se ha volte la realtà ti tarpa. Alla fine possiamo dire che sono arrivate quelle parole non dette che hanno stabilizzato la tua forza di gravità? Non ancora le parole non dette, qualcuna sì ma non ancora quelle che voglio. Nel finale della canzone sono super provocatoria, oggi ancora troppo spesso si pensa che la musica non sia un lavoro, se dici che sei un artista ti guardano e ti fanno sentire in colpa per quello che vuoi fare. Io voglio che la gente capisca che la musica è un lavoro come un altro. Che accadrà nelle prossime settimane? Ci sono tanti progetti. Tra un po' uscirà un pezzo in collaborazione con un'altra etichetta e poi arriva l'album prima dell'estate. Oggi non è facile poiché si è o troppo emergenti o troppo grandi. Arriverà la giusta proposta, spero, ma intanto esco lo stesso col progetto e chiudo un capitolo. E poi, ora che sono fuori dal letargo, in estate qualche data la vorrei fare.

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