DINìCHE , l'album In Tiemp' (On Time): "Amo le leggende, avrei voluto essere Hermione"
Musica
L'artista campana declina amore e quotidianità in tre lingue e si accredita al ruolo di eretica della canzone italiana. Il 9 maggio a Napoli il concerto, da lei e dal suo team voluto, Donne in Musica. L'INTERVISTA
In Tiemp’ (On Time) è il primo EP della cantautrice DINìCHE (Veronica
Di Nocera). Il progetto si compone di cinque brani sperimentali, in tre lingue: italiano,
inglese e napoletano. La musica della cantautrice vuole raccontare un vissuto in costante evoluzione, un viaggio personale ed intimo, che si snoda attraverso le esperienze della quotidianità. Al termine del viaggio, vi è l'accettazione del proprio vissuto e, infine, di sé stessi. Il suo racconto ha come cornice la città di Napoli, in una veste del tutto inedita, che lentamente si svela sia a chi l’ha vissuta, sia a chi ancora attende. Il filo conduttore nell’EP è l’amore. L’amore, per quanto possa essere un tema usuale, è però liquido. Visto in centinaia di forme, è un tema che lega
tutti, in ogni istante della nostra vita. Il progetto di DINìCHE riesce ad affrontare, in modo innovativo, questa tematica, attraverso linguaggi e immagini inedite.
Veronica partiamo dalla storia di In Tiemp (On Time): come lo hai costruito e perché hai scelto di presentarti con tre lingue differenti?
Si sviluppa col progetto Veronica, lo ho pensato nel covid ma mai ho avuto la possibilità di raccontarmi nelle canzoni e ci aggiungo che non c'era l'idea di album, l'Ep è figlio della coerenza. La canzone Santa Chiara è l'intrusa che mi ha avvicinato al napoletano. Il primo brano con un mix linguistico è stato Nisida. Con l'Italiano mi sentivo un po' in gabbia e quindi ho fatto altre canzoni seguendo esperienze personali, ad esempio Stanca arriva in momento di depressione. Ho atto ascoltare e ho preso la decisione di fare l'Ep, percepivo l'idea di canzoni con valore.
Lo sai che alcuni movimenti eretici usavano mescolare gli idiomi per non farsi riconoscere dall'Inquisizione? Ti senti una eretica in questo universo musicale?
Molti mi hanno detto che non va bene, oppure che è meno semplice avere una possibilità di andare in radio. Lo ho fatto lo stesso ed è la mia eresia, i risultati ci sono stati e sono entrata anche nelle playlist.
Canti l'amore in una stagione di amore liquido: ti senti on time oppure vorresti essere nella stagione delle lettere profumate?
Sono molto romantica, il concetto di lettera profumata mi piace. Qui c'è un amore sfigato, Contromano è la sola di amore positivo nell'Ep, racconta il coraggio di fare quello che volevo, è una inversione a U, è fare una scelta. L'amore che canto è su tante tematiche, per questo è liquido.
Il progetto parte con Nisida che narra di un amore infelice. Ma parla anche di incantesimi: li temi o li desideri? Ti sei mai sentita come la Sirena che incanta Ulisse e il suo equipaggio?
Sono una fan di Harry Potter, ho sempre desiderato essere Hermione Granger, mi piacciono molto le leggende, quindi ho preso una proprio una leggenda e ci ho scritto una canzone, anche molto teatrale, dicono gli amici, un racconto di un amore anche finito male, con un suicidio. In amore basta una parola per distruggere una persona...il peso di un amore finito può costare molto.
"Remember the stars, remember the time, remember the place": che rapporto hai con i ricordi?
Se subisco un trauma dimentico. Ho un abbonamento google foto per archiviare le foto e sapere che mi è successo. Pensa che mi ricordo anche le stronzate.
Il finale triste di T'Agge Vasate ti ha reso una donna più matura oppure nella vita si matura in tutto ma mai in amore?
Sono maturata, ho commesso tanti errori. So cosa voglio in amore. Seleziono anche i casi umani, per stare insieme a una persona devo essere a mio agio e non avere limiti, devo sentirmi libera.
Sospesi è uscire dalla confort zone: sapere che "stanotte non ci sono direzioni" lo vivi come ansia o come totale libertà?
Libertà. E mi capita poco, il mio cervello lavora ventiquattro ore. Se sto bene con me stessa vado in quella sensazione che anche se sono sul consueto viale di casa noto cose nuove, è bello essere tranquilla.
"Lascio scivolare via i discorsi, la mia nausea e le imperfezioni e asciugano i rimpianti stesi al sole e non ho più bisogno di niente": sono versi di forza, di identità. Sei fiera di stessa? Come artista e come donna?
Sì perché ci ho messo tempo per arrivare a partire da lavorare su una musica che mi piace. Questo è un momento di vita tranquilla, affronto sfide che anni fa non avrei affrontato, a partire da questo Ep. Sono soddisfatta.
Santa Chiara è la canzone della pace con se stessi: oggi quando ti guardi allo specchio sei serena? I momenti complicati presenti in altre canzoni, e cito per tutte T'Agge Vasate, li hai esorcizzati?
La musica è una dipendenza, sul palco mi realizzo. Nella quotidianità sono ansiosa ed è più difficile. Delle mie paure parlo anche in Contromano, dico che è giusto piangere ma andiamo avanti.
Alla fine possiamo dire, addolcendo Stanca, che oggi non hai più bisogno di una scusa per decidere se restare o andare?
Ci sto lavorando. Stanca non lo faccio dal vivo, mi fa piangere, è l'apice della consapevolezza. Non mi rendevo conto di cosa stava accadendo. Non voglio viverla, è il mio testacoda.
Che accadrà nelle prossime settimane?
A fine aprile uscirà un nuovo singolo, mentre il 9 maggio ci sarà un concerto a Napoli organizzato da me e dal mio team che abbiamo ribattezzato Donne in Musica. Poi arriveranno altre sorprese.
