La Crus: "Il nostro primo album fu pura incoscienza e sperimentazione vera"
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Quattro concerti per celebrare i trent'anni del disco eponimo d'esordio. Per raccontarci la sua storia e quello che ha rappresentato sono venuti a trovarci in redazione Mauro Ermanno Giovanardi e Cesare Malfatti. INTERVISTA
Nel 1995 i La Crus incidono il primo disco intitolato La Crus che ottiene un successo
di pubblico e di critica al di sopra di ogni aspettativa: l'album si aggiudica il Premio Ciampi, il Premio della Critica di Max Generation, il referendum di Musica & Dischi (miglior debutto Pop & Rock) e la Targa Tenco '95 come Migliore Opera Prima. Sull’onda di questi riconoscimenti la band affrontò un lunghissimo tour, che con oltre 120 date nei più prestigiosi club, teatri e festival del nostro paese presentò questo nuovo e raffinato progetto ad un pubblico che li accolse da subito con gran calore.
Per celebrare i 30 anni da quella prima uscita, 4 imperdibili appuntamenti tutti a marzo: il 7 a Bologna, il 14 a Pordenone, il 21 a Settimo Torinese e il 27 a Milano. In questi concerti, nella prima parte dello spettacolo presenteranno integralmente e in rigoroso ordine, la scaletta del loro primo album La Crus per rievocare le atmosfere folgoranti e avanguardistiche di quell’iconico lavoro, con la formazione con cui hanno calcato i palchi del loro ultimo tour: Mauro Ermanno Giovanardi (voce e armonica), Cesare Malfatti (chitarre e campioni), Chiara Castello (tastiere e cori), Marco Carusino (basso e cori) e Leziero Rescigno (batteria). La seconda parte sarà riservata ad alcuni dei loro grandi classici, oltre ad alcuni brani tratti dall’ultimo disco Proteggimi Da Ciò Che Voglio uscito il 22 marzo 2024.
Partiamo dalla festa e dai quattro concerti: so che verrà rispettata la sequenza dei brani, ma dal punto di vista musicale ricreate il suono di allora?
Intanto l'organico è super allargato, nel 1995, per il primo tour ,eravamo in quattro. Stavolta siamo in sei come eredità dell'ultimo album. E' un debutto la formazione a sei, ma troverete le sequenze e i campioni del primo tour: basi uguali e ci suoniamo sopra in sei concedendoci qualche licenza.
Alex Cremonesi ha un ruolo nel progetto?
Lui è sempre e solo stato presente in studio. Mai è salito sul palco. Verrà al concerto di Milano.
Natura Morta iniziava con "la vita sempre un po' più in là...che spinge dentro il mio tormento": quella vita più in là e quel tormento come sono cambiati in 30 anni?
Giovanardi: Quel tipo di tormento è rimasto ma ora ce ne sono altri in più. All'epoca avevo 33 anni adesso a maggio ne compio 63. Non è cambiato, è un disco molto oscuro, figlio di quell'epoca e si sente un gruppo che è al primo disco con tanta sperimentazione. All'epoca non sapevamo che sarebbe diventato il nostro lavoro. Fu un momento di pura incoscienza e sperimentazione vera. Come gli Almamegretta e i Casinò Royale abbiamo adottato la metodologia dell'Hip Hop e al posto di rapparci cercavamo dei cantati. Per noi ogni brano era come se avessimo imparato un po' di più di come si faceva musica allora e aprivamo orizzonti nuovi, con una direzione che non avevamo ben definito.
Ci sono le Notti Bianche di Dostoevskij, quelle felliniane di Cabiria: le vostre notti bianche sono quelle senza fini di desiderio, bugie e strofinamento di corpi?
Giovanardi: La ho scritta in un momento critico della mia vita. Racconta una storia sentimentale travagliata, fatta anche di tradimenti. Ora mi ci sono pacificato. E' stato liberatorio scriverla, è nata in auto in mezzo al traffico.
La Nera Signora continua a ballare?
Non te lo possiamo dire. Ci è servito per capire cosa fare di diverso in futuro. Era diventato troppo facile scrivere in maniera ermetica e infatti dal secondo disco abbiamo iniziato a essere più comprensibili.
Se la vita è soltanto un sogno...meglio non svegliarsi?
Forse sì, meglio vivere nelle utopie che cerchi di realizzare e te le godi in quel momento. E' un pezzettino del copione di Picnic a Hanging Rock.
La Giostra racconta di un vinto dalla vita e che vede la normalità un po' più in là: chi è oggi un giostraio? E' più Mangiafuoco o più il narratore di un mondo fantastico?
Giovanardi: Forse il narratore che ti porta da un'altra parte.
Malfatti: E' una canzone che non mi è mai piaciuta anche se ora ci ho fatto pace. Il suo ritmo in tre quarti non mi soddisfaceva, per me la canzone è la musica.
A proposito anche Il Buco di Pietra è un passo più in là: sembra che i protagonisti delle vostre canzoni non siano mai on time.
Giovanardi: Rispetto ad altri gruppi abbiamo un approccio più esistenzialista, mai parlavamo del noi ma dell'io. Tanti gruppi arrivando da un percorso musicale da centro sociale esaltava il noi mentre noi sempre ci siamo imposti di scrivere in prima persona.
Malfatti: C'era malessere, era un lavoro scuro poi con le canzoni più romantiche la visione della vita diventava più positiva. Abbiamo fatto Angela di Luigi Tenco e ci abbiamo messo dentro un modo di arrangiare nostro, volevamo sporcare non per rendere più ostico il tema ma per avere uno strumento in più e dunque creavamo la coloritura con i campionamenti.
Ogni volta che guardate un telegiornale vi chiedete Dove è Finito Dio?
In questo periodo è preoccupante quello che accade. Oggi un Dio buon sembra non esserci. Infatti pensiamo di aggiungere una parola nel live: "sotto gli edifici che crollano…di nuovo".
Avete ragionato sull'attualità di Tarab, come questo formicaio umano, questi corpi che arrivano veloci e poi scompaiono?
Giovanardi: Questo non lo introdurrò. I pezzi non si dovrebbero mai spiegare se no togli l'80 per cnto della parte immaginifica. Ognuno ascoltando ci costruisce il suo mondo intorno e dunque meglio non spiegare troppo.
Ogni giorno è un bel giorno per dire "io ricomincio e riparto da qui"?
Giovanardi: Un possibile titolo per il mio nuovo disco è Quante Volte si Può ricominciare.
Malfatti: "Anche alla nostra età è importante avere il coraggio di ripartire.
Dopo queste quattro date che accadrà nel mondo La Crus?
Calendario è aperto e arriverà qualche data estiva. Inizialmente avevamo ragionato solo su queste poi abbiamo allargato all'estate con le date giuste, con concerti in un contesto più protetto