Sanremo 2025, Duran Duran: "Siamo longevi perché ridiamo tantissimo"
Musica
Aspettando di vederla domani sera sul palco dell'Ariston, super ospite della terza serata del Festival, la band inglese ha raccontato i segreti della sua longevità, le conseguenze dell'avvento dell'Hip-Hop e un amore forte per i Måneskin. INTERVISTA
Dopo 17 anni i Duran Duran tornano all'Ariston (GUARDA LO SPECIALE - SEGUI IL LIVE BLOG). E comunque la loro prima volta al Festival fu 40 anni fa, nel 1985. Saranno i grandi protagonisti della terza serata come ospiti internazionali giovedì 13 febbraio. Hanno poi già annunciato due live al Circo Massimo di Roma domenica 15 e lunedì 16 giugno, un concerto alla Fiera Del Levante di Bari il 18 giugno e un altro all’Ippodromo Snai San Siro, nell'ambito dell'I-Days Milano 2025, venerdì 20 giugno. Guidati da Simon Le Bon, insieme al tastierista Nick Rhodes, al bassista John Taylor e al batterista Roger Taylor, i Duran Duran rimangono una band all'avanguardia.
Perché gli italiani amano così tanto Sanremo?
Ci abbiamo pensato molto ma non siamo riusciti a trovare una risposta. Dal momento che bisogna dare una risposta più lunga ci piace quello che facciamo e quando decidiamo di esibirci portiamo con noi una vita che è gioia e le persone amano la gioia sul palcoscenico, meritano di divertirsi.
Che ricordi avete del sanremo di Wild Boys?
Eravamo veramente pazzi la prima volta, eravamo famosi ma non così tanto, lo stavamo diventando in Italia, la gente cominciava a volerci bene, stuoli di ragazzine che ci seguivano in motorino, questo il nostro ricordo. C'era Pippo Baudo: lavora ancora? È vivo? Simon quella sera si fece male a una gamba scivolando e disse: più vodka bevo e meglio sto... ma non ha funzionato. Il giorno dopo fu portato al pronto soccorso: tutore e bastone e si esibì zoppicando.
In cosa l'epoca che simboleggiate è attuale grazie alla vostra musica?
Sanremo conserva l'atmosfera degli anni Ottanta e forse Settanta. Non ricordo quando ha preso popolarità, ma i media alimentano sempre questa atmosfera. Sanremo odieno è interessante stimolante come allora per i rimandi alla musica degli anni Ottanta.
Il segreto della vostra longevità?
Noi abbiamo questo segreto, anzi sono tre per stare uniti: da musicisti adoriamo la musica che facciamo e crediamo che nessuno ne faccia una così meravigliosa. Nessuno da solo ha lo stesso entusiasmo. La seconda è che ridiamo tantissimo soprattutto in un rapporto così lungo: se c'è stress ridiamo. Terzo i soldi li dividiamo in parti uguali. Siamo ragazzi degli anni Sessanta e Settanta, oggi nessun gruppo è così longevo: noi lavoravamo sempre per migliorare.
Solo l'italia ha dedicato un libro a Simon: Sposerò Simon Le Bon.
Simon: Me lo ricordo quel libro e sono emozionato per le attenzioni che avevo!
Oggi pensare che un vostro brano si intitola Tel Aviv vi fa riflettere?
È un brano del 1980 e all'epoca non sapevamo quanto potesse essere amato ancora oggi. Aveva un testo in origine poi abbiamo scelto di farlo diventare strumentale. Racconta di una passeggiata sulla spiaggia e la percezione che fosse un mondo completamente diverso.
Negli anni Ottanta si ascoltava musica inglese, oggi i giovani sono più orientati verso gli Stati Uniti: perché?
C'è stata una combinazione che ha spostato il pubblico verso gli Stati Uniti, è stato l'hip-hop, ha cambiato il ritmo e lo stile. È arrivato in Europa un po' in ritardo e l'Italia non è una eccezione, gli Stati Uniti ci inculcano ogni giorno il loro gnere. Noi inglesi eravamo cool negli anni Sessanta e Settanta poi come detto c'è stato l'hip-hop, ma oggi c'è chi ama ed Sheeran e Adele. Consideriamo anche le piattaforme che hanno cambiato il modo di ascoltare: nessuno di noi avrebbe potuto prevedere un cambiamento così grande che ha inciso su più di generazioni. Chiunque può avere centinaia di migliaia di brani musicali da scaricare e fa bene alla musica: la facilità di accesso fa bene alla musica e a chi li produce.
Che pensate del vostro percorso?
Da artisti diciamo che c'è chi elabora più materiale di noi, c'è chi produce un album l'anno, noi ci siamo sempre presi e dati il tempo, talvota forse un po' più del necessario. Ma siamo orgogliosi di tutto. Non siamo noi a dovere giudicare il pensiero dei media e dei fan ma abbiamo sempre dato il meglio.
Chi vi piace tra gli artisti italiani?
Dovreste essere orgogliosi di avere in Italia un gruppo come i Måneskin!
In futuro?
Vedremo. Intanto c'è il tour che arriva in Italia ma anche in altre nazioni europee!
