Sanremo 2025, Olly canta Balorda Nostalgia: "Sarà un Festival gioioso, voglio divertirmi"

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Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Credit Andrea Bianchera

L'artista genovese porta all'Ariston un brano che racconta un sentimento vivo che a volte fa un po' male e dunque diventa balordo. Nella serata dei duetti proporrà il Pescatore di Fabrizio De André con Goran Bregović e la sua Wedding & Funeral Band. L'INTERVISTA

Olly sarà in gara alla 75ª edizione del Festival di Sanremo (GUARDA LO SPECIALE) col brano Balorda Nostalgia: scritto da lui, composto dal cantautore insieme a Pierfrancesco Pasini e JVLI, che ne ha curato anche la produzione, racconta la nostalgia, un sentimento forte, vivo e vero che arriva all’improvviso e che fa sempre anche un po’ male, per questo motivo è balorda. Balorda Nostalgia è il nuovo capitolo del percorso del cantautore e segue l’uscita dell'album Tutta vita. È figlio della strada fatta con il disco, sia a livello di arrangiamento che di scrittura. Nella serata di venerdì, dedicata alle cover, Olly si esibirà sul palco del Teatro Ariston con il brano Il Pescatore di Fabrizio De André, accompagnato dal musicista e compositore Goran Bregović e la sua Wedding & Funeral Band.

Federico partiamo dalla decisione di partecipare a Sanremo.

Ci sono state chiacchierate interne con chi lavora con me a livello musicale e discografico, le mie scelte artistiche vengono discusse internamente con i miei adepti e poi con Jvli, Tommaso Bordonaro e tutto il mio team di management. Ci siamo guardati in faccia tutti d’accordo di non andare: eravamo molto tranquilli, non c’era necessità di promozione. La canzone poi è venuta da sé e secondo noi meritava Sanremo, non c’era ancora quando ho fatto dichiarazioni.

 

Quindi non è stata creata ad hoc?

No, non scrivo su commissione. Nasce tutto in modo naturale ed é una parte di me, è un bel succo del discorso.

 

Cosa intendi per succo del discorso?

Mi riferisco al mio album Tutta Vita, a ciò che racconta e che c’è dentro. Non voglio fare spiegoni perché è anche bello che le canzoni vengano interpretate: io canto la mia vita, la vita normale di ragazzo di 23 anni.

 

Come trasmetterai col tuo corpo Balorda Nostalgia, tu che sei molto fisico?

E' molto parlata più che cantata, non sculetterò ovviamente, non per etica o morale ma perché la canzone non si presta a questo. Sarò attento alla sala, nel momento in cui canto sto attento prima di tutto a chi c’è fisicamente davanti a me: non vado a fare una gara di stile, mi esploderanno le vene sul collo dall’energia.

 

Vedremo dunque una evoluzione artistica importante rispetto al tuo primo Sanremo?

Sono in una età in cui tutto è in divenire, c’è stata una grande crescita ultimamente ma dentro di me parte dal 2016, sono quasi dieci anni che scrivo, canto e pubblico canzoni. A livello di vita sto crescendo, non avrò mai la verità in tasca, ma mi impegno a esser più serio possibile ed evitare sbandate anche se ogni tanto vorrei prenderne una proprio per l'età che ho. Questo Sanremo vado a divertirmi e guarderò soprattutto alla versione di me che voglio raggiungere.

 

Cosa è il Pop oggi? Inoltre arrivi dal Rap ma non c'è traccia o se c'è è molto nascosta.

Il Pop per come lo interpreto è sicuramente tornato, comunque io sono meno analitico di un giornalista: per me cantare e scrivere è sempre stata la cosa più importante, ancor più della voce. Nel modo in cui scrivo ce n’è tanto di Rap, scrivo al microfono ed è rimasta l’immagine di scrivere cose terra terra che viene un po’ dal rap è un po’ dal cantautorato genovese.  

 

E' vero che non si può riannodare il nastro della vita, ma se fosse possibile c'è una sliding door che vorresti cambiare?

Ah no, qualcosa rivedrei molto volentieri, ma non cambierei le cose. Non le cambierei anche se ho attraversato momenti della mia vita in cui mi sono stato troppo sulle palle, cioè proprio avrei fatto tutto diversamente; però sono arrivato fin qua. Sicuramente avrei tanto piacere a parlare con mio nonno perché ci sono tante cose della vita che lui risolverebbe forse in poche parole che a me creano ancora tanti pensieri e purtroppo è andato via quando ero troppo piccolo per poterlo fare.

 

 

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Torniamo a Balorda Nostalgia: è una nostalgia autobiografica?

Sì, assolutamente sì. Parla di una storia mia, una parte di una storia mia.

 

"Mi accendo la tv solo per farmi compagnia": nelle tue serate off, quando ti accompagni alla televisione, c'è un film o un genere che in qualche modo é per te salvifico?

No, perché alla fine della fiera non è importante cosa c'è, ma basta che ci sia un po' di brusio in quella circostanza; non ho neanche attaccato l'antenna io, quindi a volte la tv è proprio nera, però c'è quel "ffffff" che fa qualcosa. Posso dirti però che un film che mi piace molto e che ho riguardato, ma non tanto per svago, ma perché proprio mi piace tanto, è Il traditore, quello che parla di Tommaso Buscetta con Pierfrancesco Favino: è molto bello.

 

In Balorda Nostalgia sembra esserci poco spazio per l'accettazione della fine di una storia é un amore che il protagonista non sembra voler lasciare andare, e si aggrappa ai ricordi. È un amore tossico che prima o poi doveva spegnersi o un amore che in potenza può riprendere il suo corso?

Allora in realtà per quella che è la mia interpretazione nel momento in cui l'ho scritta è totale l'accettazione di lasciarlo andare, quantomeno da parte mia. E' vero che c'è il "magari" che mette tutto in dubbio però è figlio semplicemente di rendere la storia aperta anche a chi ha voglia di tornare...dove voleva tornare, io no. Però in merito a tossicità o meno non mi esprimo più di tanto perché non sono arrivato ancora a quei punti dell'investigazione.

 

Nella nostra quotidianità c'è sempre una signora faccia dal quarto piano come quella che tratteggi in Balorda Nostalgia

A Genova sicuro, é una città borgo un po' più grande, quindi mi è capitato tante volte di ritrovarmi a guardare e salutare; è anche legato un po' a un altro mio brano che è Devastante dove dico "spiare le finestre accese delle case in centro". Tutto è legato al farsi gli affari degli altri sostanzialmente. Di solito è la vecchia che lo fa, in questo caso la signora lassù ha il compito di manlevarmi un po' dalla responsabilità di porre fine a questa storia quindi impersonifica in qualche modo la saggezza, la maturità nel poter affermare che non è il caso di andare avanti su qualcosa che non deve andare avanti.

 

Una sorta di angelo custode, insomma.

Assolutamente, tutta la vita sì sì e di brutto: poi fuma dunque è palesemente il mio angelo custode.

 

Sei molto legato a Genova?

Beh si, è facile, lo so. Sarò banalotto però è una città sirena, ti ammalia, ti porta a sentirne la mancanza ma quando ci stai insieme senti anche le difficoltà di convincerci. Il rapporto con Genova è un po’ come quello con la mamma, quando sei in quella fase che stai crescendo, un po’ te ne vuoi andare ma pure un po’ ti manca e alla fine alla base, come nel rapporto con la madre, c’è l’amore.

 

Hai già pensato come contribuire al Fantasanremo?

Sì sì, farò il mio assolutamente.  Farò il mio, voglio divertirmi, cioè, non fare il noioso. Però ecco, nei limiti della decenza, cioè, quando alcuni esagerano...esagerano. Bisogna dirlo ci sono alcuni troppo pazzi.

 

Qual è la differenza tra nostalgia e melanconia?

La melanconia è un po' fine a se stessa, secondo me, finisce lì e dà qualche spunto, ma la nostalgia è quel sentimento a cui si può anche tornare, volendo, ma in particolare nella mia di nostalgia c'è l'accettazione e la volontà di non volerci tornare, quindi è un cerchio che si chiude!

 

Sia tu che Bresh affronterete Fabrizio De André nella serata cover, vi siete parlati?

Ci siamo parlati prima di decidere entrambi cosa fare e ci vedremo penso a breve a cena. Ci siamo messi d'accordo prima di partire di farci una bella cenetta insieme.

 

Alla serata dei duetti farai Il Pescatore con Goran Bregović e la Wedding & Funeral Band.

Sono molto affezionato a quel brano che si legge e si sente ovunque dunque la scelta è venuta da sé. Nel 2023 non mi sarei sentito così confident, l’ho portata in tour due anni quindi ora me la sento soprattutto se sono accompagnato dal maestro e dalla sua banda; l'arrangiamento sarà folk. Poi c'è appartenenza sia alla mia città che alla mia storia, dove De André traspare ovunque, sia sui muri che sulle saracinesche. Poi c'è il senso anche della canzone che ha un afflato solidale in qualche modo, parla della volontà di andare oltre alle gesta della persona davanti a noi e permettere una seconda possibilità. E' dare pane dare vino anche a un assassino. A livello di arrangiamento permetterà di divertirci molto sul palco userò un aggettivo che ha usato il maestro Bregovic, sarà gioioso. 

 

Infine cosa puoi dirci sui tuoi outfit per l'Ariston? 

Poco e niente, mi tagliano le mani se dico qualcosa, neanche la bocca, le mani. Però vedrai che spacca! 

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