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Maria Roveran in Domenica trasforma l'assenza in vicinanza e gratitudine: il video

Musica

Il brano racconta di un legame profondo che va oltre la dimensione del materiale e anche della stessa memoria

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Con questo brano, Domenica, ho voluto celebrare la potenza del legame che ci unisce a chi ormai non cammina più al nostro fianco: un legame profondo che va oltre la

dimensione del materiale e anche della stessa memoria, spingendoci a dialogare con chi ora ci manca sostenuti da un sentimento di vicinanza e gratitudine, più che di semplice nostalgia. Al di là di ogni ricorrenza del calendario, ciò può rinnovarsi ogni giorno alimentando di continuo un pensiero d’amore. Ho provato a tradurre questo sentimento così intimo non solo in parole e musica ma anche in immagini ed è per questo che sono molto grata al filmaker Furio Ganz per essere riuscito ad esprimere in video il significato del brano, facendo leva sulla forza di suggestione delle migliori sequenze cinematografiche, facendo dialogare tra loro il mio corpo, la luce, ambienti naturali ed architettoniche geometrie.

In parte girato nel complesso monumentale dell’Ara Pacis Mundi di Medea, dedicato alle vittime di tutte le guerre, il video rievoca il racconto più dimesso di una vicenda personale che, rimandando alla Domenica, intesa come giorno di festa ed anche nome simbolico della persona perduta, vuole esaltare non tanto la mancanza e il vuoto che segue a ogni scomparsa ma la forza persistente di un ricordo vitale, affidato al potere evocativo del canto e all’imponenza del complesso monumentale in dialogo con spazi naturali lagunari dell’entroterra veneziano.

Cinema e canto, del resto, sono, gli ambiti artistici che avverto come intimamente miei poiché come attrice e cantante lavoro tra interpretazione, immagini e suono.

Non a caso il titolo del mio ultimo disco, pubblicato da poco da Squilibri, è Come in un film per indicare, il mio vivere tra set e musica, recitazione e canto, cercando connessioni e legami tra scrittura, immagini e sonorità.

Tutto l’album si snoda come un racconto per parole e suoni ma in una prospettiva cinetica, quasi che si levasse su un palcoscenico o si delineasse sotto la luce di una cinepresa, grazie anche alle creazioni sonore di Joe Schievano, splendide textures da soundtrack ma piegate ora all’esigenza della forma canzone. Dieci brani, tra cui Domenica, come temi di dieci colonne sonore, con un uso della voce che ho stratificato tra echi ed elementi di sound design per facilitare, all’ascolto, l’abbandono all’immaginazione. Quasi che il senso stesso della parola possa proiettarsi su di uno schermo, davanti ai nostri occhi o dentro di noi e in quell’immagine, evocata dalla musica, ritrovare infine la pienezza del suo

significato. Ecco che così, in qualche modo, il video chiude il cerchio, svelando appieno quella connessione e quei rimandi alle immagini che nel disco sono consegnati ai miei testi, alla mia voce e alla musica che la sostiene.