Marco Masini, l'album 10 Amori: "Amare se stessi è fondamentale per poter amare gli altri"

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Credit Cosimo Buccolieri

L'artista toscano ha già annunciato, nel 2025, tre palazzetti dello sport a Roma, a Milano e a Firenze. L'INTERVISTA

10 Amori, il fresco album di Marco Masini, parla di amore in senso universale, di tutti gli amori di una vita, di tutti quegli amori che rimangono appiccicati addosso per sempre, dando la certezza dell’esistenza di un legame tra il passato e il presente e creando la speranza di un domani in cui credere. 10 Amori racchiude e racconta tutte le anime di Marco, dalla sua poetica sensibilità alla sua profondità e alla capacità innata di comunicare con intensità e allo stesso tempo con ironia, sempre accompagnato dal suo coraggio di affrontare appassionatamente la vita, la musica e gli amori.

Marco ovviamente partiamo dalla storia di 10 Amori e da quello che trovo un elemento unico in questa epoca: portare l’amore fuori dalla sua confort zone e affidarlo al tempo e dunque alle memoria. Era questa l’idea di partenza oppure la hai sviluppata lavorando all’album?
Questo è un album che è nato in quattro anni anche se certe cose sono state nel tempo riviste, sono nate in un modo e poi sono state modificate nel linguaggio, nel concetto, nelle sonorità e nella struttura. E’ figlio di anni di ascolti e di cambiamenti, è stato un album in evoluzione. Non dimentichiamo che c’è stato anche il covid che ci ha abituato a un altro modo di vivere.

Nella nota introduttiva elenchi cosa può portare un pensiero a cambiare e uno degli elementi che citi è “essere cresciuto”: è questo che ci porta a dare un senso a questo disperato vivere e a credere che si possa ancora parlare di futuro?
Il discorso è che spesso il crescere e diventare consapevoli porta anche un tipo di rassegnazione. Molti non comprendono il futuro perché non lo accettano. La giovinezza trasmette quel senso di nostalgia rispetto al passato. La vita va scoperta anche dopo l’adolescenza e si fa mantenendo quella curiosità che ti porta ad alzarti la mattina e a scoprire da una nuova canzone all’amore.

Un verso di Allora Ciao è “provavo a cambiarti”: credi che sia uno dei grandi problemi delle relazioni provare a cambiare le persone anziché accettarle per quello che sono?
Nel Posto Piccolo ho detto sono cambiato fino a non accontentarti. Ci si innamora di come è poi si prova a cambiare i difetti e sposti il baricentro e la cambi. Assomigliare a un qualcuno è utopia si porta a assomigliare a noi. E’ un motivo che ci si lascia perché si diventa uguali. Diversità complementari.

Una volta c’era il cielo in una stanza e oggi c’è un cielo senza luna: il disincanto è quello che racconti in Un Posto Piccolo?
E’ un disincanto con ancora un po’ di adrenalina e di voglia di ricominciare, mai una storia mia è stata raccontata senza questo tipo di speranza, neanche quelle scritte negli anni Novanta. Ho sempre avuto una consapevolezza di quello che accadeva con la speranza di poterlo riaggiustare.

Non è una Scelta racconta di un amore con una grande differenza di età: va vissuto intensamente ma sapendo che è a scadenza oppure meglio anestetizzare i sentimenti?
Bisogna vivere il presente, un sentimento va vissuto perché se anche è a scadenza in quel momento può insegnare tanto. Il giovane insegna cose che il coetaneo non trasmette. Una persona giovane aiuta a smorzare e ad alleggerire i problemi.

“Dovevamo Essere Noi a raccontarci un’altra storia, quella in cui credevamo ai tempi della scuola”: cosa ti resta di quei sogni e cosa dici a un adolescente di oggi i cui sogni si scontrano con due guerre, con l’astensionismo politico e con una economia al collasso? In cosa devono sognare e sperare?
Le nostre esperienze non sono capaci di dare un senso a un tempo diverso e neanche sono insegnabili. E’ difficile dare consigli a un giovane, è più facile il contrario. Parliamo di amore, passione, amore per noi stessi…la maggior parte delle strade smarrite è conseguenza del fatto che si perde il focus della nostra missione ovvero amare noi stessi. Altrimenti non si amano gli altri o si è fuorvianti.

Splendido al di là del venerdì che finisce troppo presto è totale struggimento: cosa c’è racchiuso in quel “una cosa te la chiedo io di nascosto dalle un bacio mio”?
Mi baso anche su esperienze personali con miei coetanei che mi raccontano e io trasformo in canzoni, ci chiamano artisti ma siamo solo dei cantastorie: noi ci identifichiamo in quello mentre sarebbe egoista portare gli altri a identificarsi in noi. Un amore tradito, anche se solo fisicamente, rimane un rimpianto e il bimbo della canzone ne è la testimonianza.

Due Fidanzati degli Anni 30 è un brano molto cinematografico, meriterebbe un video. Al di là di spunti romantici c’è il forte senso della procrastinazione quando dici “non si può aspettare di essere felici” oppure “non si può più rimandare tutto a un’altra vita”: tu ti senti on time o sei quello del domani farò?
Si allaccia allo scivolo dell’epilogo del disco, è un modo per uscire dall’album in modo soft. Io vivo il presente in tutto e per tutto, non aspetto mai che arrivi una soluzione chissà quando, sono molto programmatore e operativo. Cerco di programmare un addio come un arrivo. A 60 anni la valutazione la fai in base alle esperienze ed essere in grado di dimostrandoci un po’ veggenti su quello che ci può capitare tuffandoci in una storia o rinunciandoci.

Parlando al Futuro citi una possibile ipotesi, “una strada fino al mare e di nuovo respirare”: è questo il messaggio che metti nella bottiglia per trovare “una vita che odora di vero”.
Sì perché la vita che odora di vero spaventa perché si conosce meno. Tutto ciò che è comunicazione e arriva con una notifica sui device ci porta a non vedere il valore reale di noi stessi. Tutto è condizionato dalla virtualità, la realtà ci spaventa di più. Ci sono amori nati in due camere da letto distanti attraverso i social, spesso sappiamo già con chi usciamo grazie ancora ai social. Il cambiamento a quello che abbiamo costruito nel cuore e nella mente ci spaventa. Prima eravamo più coraggiosi e più fiduciosi nel nostro istinto.

Che accadrà nelle prossime settimane?
A dicembre si va negli instore per salutare la gente che vuole incontrarmi. Il disco oggi è un oggetto cult, è un cimelio, chi lo compra lo considera un oggetto prezioso. Sotto Natale dunque mi dedico agli instore per dare un valore più importante alle festività. Nel 2025 ho già programmato tre palazzetti dello sport (il 18 ottobre a Roma, il 24 a Milano e il 25 ottobre a Firenze, ndr) e in questo periodo vorrei iniziare a preparare uno spettacolo per riportare tutti negli anni Novanta con le atmosfere originali: c’è chi vuole cambiare armonie e io invece porterò gli arrangiamenti originali ma con un impatto sonoro diverso.

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