Sanremo Giovani 2025, Angelica Bove insegue l'Ariston col brano La Nostra Malinconia

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

La giovanissima artista romana grande protagonista a X Factor 2023 sostiene il suo sogno di approdare al Festival con una canzone che dipinge una storia d’amore ricca di elementi nostalgici attraverso sonorità indie-pop. L'INTERVISTA

 Angelica Bove insegue il Teatro Ariston col brano La nostra malinconia (Warner Music Italy). La nostra malinconia, che potrebbe portare questa artista romana classe 2003, grande protagonista a X Factor 2023 (GUARDA LO SPECIALE), al Festival di Sanremo 2025. La cantante racconta una storia d’amore ricca di elementi nostalgici, attraverso sonorità indie-pop che catturano subito l’ascoltatore. Il ritmo del brano è coinvolgente e invita tutti a ballare, creando un interessante contrasto con l’alone di malinconia che traspare dal testo. Alcune immagini suggestive come “portami alla fine dell’universo per morire” e “se la botta non passa, resta la nostra malinconia” esprimono l’intensità e le sfumature complesse di un rapporto d’amore vissuto tra alti e bassi.

Angelica partiamo ovviamente dalla tua partecipazione a Sanremo Giovani: come ti stai preparando e la forza de La Nostra Malinconia.
Sono chiusa in una bolla, anche nella vita quotidiana in questo periodo sono con le cuffie a riascoltare il pezzo e viverci la vita. E’ diverso dallo stare in studio a fare ascolti, mi godo quell’ansietta che mi piace, sono un po’ masochista. Nel brano mi ci sento molto bene dentro e per un musicista è fondamentale, ci credo e poi credo nella sua scrittura e nel suo sound.

Il killer del testo mi ha ricordato il killer sentimentale di Sepulveda: un grande amore ma quando il killer capisce che la sua copertura è a rischio non esita a spegnere l’amore. In amore essere spietati è sinonimo di salvezza?
In qualche modo sì, siamo essere umani e devi salvarti. Ora che l’Intelligenza Artificiale prevarica sull’umanità…bisogna essere spietati; l’amore insegna tanto e più spietato sei più ti rompi e più, poi, ti rigeneri. Le relazioni aiutano a conoscere se stessi.

“Non era amore era monogamia”: si dice che l’amore libero inteso come movimento Free Love sia nato a Londra a fine 700, dopo la Rivoluzione Francese. Perché seconde te quasi 250 anni dopo, e dopo le suffragette, il femminismo e la rivoluzione sessuale, siamo ancora qui a parlarne con diffidenza?
Fondamentalmente ci spaventa il momento storico, è difficile andare contro il conservatorismo, andare contro un tempo che non c’è più e dunque non accetti il cambiamento. Da individui siamo liberi, la libertà è il primo principio dell’esistenza ed è difficile da accettare che possa essere limitata. Ma soprattutto c’è la libertà di amare che agguanta mille sfere.

In un tuo post su Instagram citi “il disagio della promiscuità”: è quello che hai trasportato sulla cover de La Nostra Malinconia?
In qualche modo sì anche se non dico che ne sento il disagio a livello personale ma si ripropone spesso nel mondo di oggi, io la vivo guardando le storie di chi conosco e osservando il loro disagio. Già sono confusa di mio, l’amore promiscuo non mi aiuta.

Quanto la melanconia è anche compiacimento? Il Romanticismo ne ha fatto una sua bandiera.
Ce ne è molto, sotto sotto ci piace. E’ piacevole, è una tristezza ai limiti del piacevole, è una emozione forte per me che sono profonda sia per le cose allegre che per quelle più impegnative da osservare.

In questa epoca dove si cerca di annullare i generi, ti fa riflettere che malinconia sia un sostantivo femminile?
Appartiene a tutti dunque ti dico di no.

“E ti odio e ti amo” lo sosteneva già Catullo: questo sentimento oscillante è più tormento o estasi?
Più estasi oppure è un tormento che porta all’estasi. Per quanto mi riguarda mi scombussola e devasta l’incertezza ma dall’altra parte mi porta adrenalina.

“Pensavo che potrei fare pure una pazzia di quelle che non si dimentica” canti in Inverno: mi racconti una pazzia che hai fatto per amore?
Annullarmi per una persona.

“Dreamers, They never learn”: che vita sarebbe con più “realismo bastardo” e meno sogni?
Tristissima. Idealizzare la vita porta colore, lo dico da realistica bastarda, ma sono anche capace di sognare a livelli così estremi da uscire dalla realtà. So dove stare, cerco sempre il colore.

Infine ti chiedo se l’ironia, quella che ti ha accompagnato nei momenti tosti, oggi è al tuo fianco oppure sei in una fase serena e la lasci riposare.
E’ sempre con me l’ironia, è la mia amica fedele e sarà al mio fianco fino alla fine dei miei giorni.

A prescindere da Sanremo che accadrà nelle prossime settimane?
E’ tutto molto riferito al Festival ma comunque sto molto in studio, scrivo, sperimento, vivo la vita prendendo costantemente appunti che poi porto in studio.

approfondimento

Sanremo Giovani, chi sono i vincitori della prima serata

Spettacolo: Per te