Billboard Women In Music, una bella festa con qualche assenza di troppo

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Grande successo per la prima edizione di questa rassegna dedicata al talento delle artiste italiane. Per il 2025 si spera che il palco sia più popolato e che anche le esibizioni si moltiplichino. IL COMMENTO

Milano ancora di più capitale della musica grazie a Billboard Italia e nonostante troppe assenze importanti. La prima edizione dei Billboard Women In Music, la prestigiosa cerimonia di premiazione promossa dall’iconica rivista americana che ogni anno celebra le donne più influenti dell’industria musicale, curata interamente dalla redazione, è andata in scena al Teatro Manzoni di Milano nella sera del 16 settembre. Una organizzazione impeccabile, curata e puntuale che ha però lasciato un po’ di amaro in bocca in quanto su nove artisti premiati (cui vanno aggiunti quattro riconoscimenti “tecnici”) solo cinque erano presenti fisicamente e solo due si sono esibiti, per l’esattezza Gaia e Federica Abbate. BigMama e Anfisa Letyago, la dj dell’anno che però ha suonato all’after show sulla Terrazza della Rinascente, hanno ritirato la targa, Elodie e Laura Pausini hanno inviato un video messaggio mentre Clara e Rose Villain sono state raccontate da un video montato dall’organizzazione. Serve un’opera di sensibilizzazione verso l’industria discografia, per altro presente in grandi numeri, per sostenere iniziative come questa, che avvicinano l’artista al pubblico.

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Anna

ANNA: "I GENITORI NON FERMINO I SOGNI DEI FIGLI"

La prima menzione è stata per Laura Pausini che è apparsa, appunto, in video dopo il saluto del sindaco Giuseppe Sala che ha ribadito l’importanza della musica nel tessuto culturale milanese. Ovviamente la Pausini non ha scordato di autopromuoversi con un delicato ma perentorio "vi aspetto in tour". BigMama ha citato l’edizione americana raccontando che “guardavo le premiazioni di Lady Gaga e Madonna e mi dicevo che avrei voluto esserci. Da questo palco dico: fate quello che volete, nessuno vi deve giudicare. Dedico il premio alla comunità Lgbtq+. Siate liberi”. Marta Donà, manager dell’anno, ringrazia il papà, presente in sala, che l'ha incoraggiata a seguire la sua vocazione: “Bisogna sempre farsi domande -aggiunge - e vivere la vita con passione. Marco Mengoni 12 anni fa a Roma in piazza Mazzini mi ha chiesto di fargli da manager e da lì tutto è partito. Ho un team di tutte donne per caso e non per scelta”. Marta Salogni, Producer Of The Year, ha annichilito la platea con due soli numeri: “Le donne in produzione sono il 5% a livello internazionale e il 3% a livello italiano”. Prima di esibirsi col suo look da selenita Gaia ha ricordato che “protagoniste sono le canzoni noi siamo i veicoli della musica. Questa serata è speciale perché pone le canzoni al primo posto”. Compare un pianoforte e con lui c’è Federica Abbate, la songrwriter dell’anno, che prima di deliziarci con un medley denuncia che “c’è una parte del mondo dove per quello che ho fatto sarei stata derisa o uccisa”. Su questa linea di pensiero è anche Anfisa Letyago, la DJ Of The Year: “C’è troppa misoginia. E troppa confusione: i miei genitori ancora non hanno capito cosa faccio nella vita”. Infine Anna, l’artista dell’anno: è proprio per l’essenza del riconoscimento tutti si sarebbero aspettati una performance. Classe 2003 che ha stupito con l’album Vera Baddie ha detto: “I genitori non devono fermare i sogni dei propri figli. Accompagnateli sempre e ricordate che in italiano il titolo del mio album si tradurrebbe ragazza cattiva”. È già cominciato il countdown all’edizione 2025 con la speranza che il mondo della musica voglio giocare sullo stesso, alto livello, di Billboard.

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