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Artina presenta Lontano da Qui: "Conservo il bello anche nel brutto: così si rinasce"

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Un brano d'esordio nel quale l'artista sarda smaschera il suo disordine interiore e lo affronta con quella forza che allontana paure e ricordi scomodi. L'INTERVISTA

Un esordio emotivamente forte. Artina, all'anagrafe Martina Cardia, si presenta con Lontano da Qui, un pezzo scritto col che insegna che il dolore si deve affrontare e attraversare. Artina ha sentito il disordine interiore ma anche la forza di “lasciare paure e ricordi lontano da me”. In questo viaggio artistico è affiancata dal produttore Kikko Palmosi.

Martina partiamo dal primo ricordo che ti vede cantare in pubblico.
Cantavo a casa, ricordo un microfono in una sala grande grande e io facevo le canzoni dello Zecchino d’Oro. Per altro avevo fatto anche le selezioni ad Alghero; avrò avuto 4 o 5 anni.

Tu insegui un sogno ma in Lontano da Qui, il tuo primo singolo, racconti di un sogno finito. Una partenza al contrario?
Descrivo la voglia di cambiare nonostante qualcosa che si è chiuso: ma è proprio da lì che parte la rinascita. Anche se nel pezzo non entro nei dettagli di quel periodo finito.

Nel testo dici che non hai mai saputo raccontare una parte di te: perché ti sei sentita bloccata?
Non sono riuscita a fare emergere quella che sono, la mia parte più bella è rimasta chiusa. La verità è che non sono riuscita a lasciarmi andare.

Tu cosa ricordi alla fine di questo film?
Conservo tanti ricordi belli e brutti. Voglio cercare di preservare il bello anche nel brutto ed è quello che mi dà la scossa per ripartire.

Il titolo è Lontano da Qui ma nel testo si ripete come un mantra Lontano da Me…fuggi da un luogo o da te stessa?
Scappo anche da me stessa. Lontano da Qui è inteso come un momento, quello in cui sono andata lontano dalla mia parte vera e ora devo ritrovarla.

Oggi se ti guardi indietro ai tanti segni sotto la pelle?
Molti ma sono riuscita a identificarli tutti e a sentirli in modo più consapevole. Non mi fanno più così male ma ci sono ancora.

A proposito di sogni: si inseguono col rischio che ci brucino oppure li lasciamo nel cuore e li guardiamo soltanto?
Può andare o non andare ma i sogni si inseguono, altrimenti non farei nemmeno tutto questo. Ultimamente mi piacciono i rischi, mi rendono viva. Cresco e imparo a conoscermi meglio.

Un tema costante del brano è quello dell’assenza: manca sempre qualcuno o qualcosa. Ci sono molte assenze nella tua vita?
Tante. Non voglio entrare nello specifico ma ultimamente ne sento parecchie. Cerco di nasconderle ma purtroppo ci sono.

Tornano spesso pure i ricordi: li conservi tutti oppure li selezioni?
Li tengo tutti, quelli brutti li congelo ed è come se li vedessi dal di fuori con un’altra prospettiva. Oggi ho le competenze per gestirli, ho una fragilità diversa.

Nel tuo cassetto quanti testi ci sono? Sono declinazioni dell’amore o raccontano anche di quotidianità?
Molte storie riguardano episodi di tutti i giorni, mi piace raccontare le piccole cose. A volte prendo ispirazione anche da storie che capto ma quello che so è che scrivo solo nei momenti in cui non sto bene. I momenti tristi sviluppano la mia creatività.

Che accadrà nelle prossime settimane?
Spero cose belle. Usciranno cose nuove anche se non ho ancora un timing. Entro l’anno vorrei fare uscire un nuovo brano, devo darmi la spinta giusta.

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